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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Europei svelano il mistero del metano vecchio di secoli

Le carote di ghiaccio svolgono un ruolo fondamentale nella ricerca sul clima perchè sono dei punti di riferimento storici e permettono ai ricercatori di eseguire delle misurazioni dirette della composizione atmosferica e delle concentrazioni di gas serra del passato. Grazie ...

Le carote di ghiaccio svolgono un ruolo fondamentale nella ricerca sul clima perchè sono dei punti di riferimento storici e permettono ai ricercatori di eseguire delle misurazioni dirette della composizione atmosferica e delle concentrazioni di gas serra del passato. Grazie alle sue perforazioni, il progetto europeo per l'estrazione di carote di ghiaccio in Antartide (EPICA) ha ottenuto per la prima volta informazioni fondamentali sui cambiamenti dei livelli di metano. La UE ha finanziato con 8,5 Mio EUR questo lavoro, le cui scoperte sono state di recente pubblicate sulla rivista Nature. Nell'ambito del programma, i ricercatori di EPICA hanno estratto e analizzato carote di ghiaccio presso la Terra della regina Maud nel settore atlantico dell'Antartide. Le loro analisi sono state poi confrontate con quelle ottenute da una carota di ghiaccio estratta nel nord della Groenlandia. I dati ottenuti hanno fornito alla squadra le informazioni di cui avevano bisogno per identificare i processi più significativi responsabili dei cambiamenti nelle concentrazioni naturali di metano durante il passaggio dall'ultima era glaciale al nostro periodo caldo. Le scoperte mostrano che le zone umide emettevano meno metano durante il periodo glaciale, mentre sono rimaste costanti le emissioni legate agli incendi boschivi tra le ere glaciali e quelle interglaciali. Il lavoro eseguito da EPICA ci permette di comprendere i cambiamenti naturali delle concentrazioni atmosferiche di CH4, altrimenti conosciuto come il gas serra metano. Questa è la prima registrazione glaciale/interglaciale della composizione isotopica di carbonio del metano, che fornisce informazioni fondamentali sulle fonti che hanno innescato i cambiamenti di concentrazione di CH4. I dati mostrano che le concentrazioni glaciali ammontavano in media a 350 parti per miliardo in volume e sono aumentate sino a 700 parti per miliardo durante l'ultimo passaggio glaciale/interglaciale. Le emissioni umane di metano hanno incrementato anche artificialmente le concentrazioni di CH4 fino a 1750 parti per miliardo durante gli ultimi secoli. I ricercatori hanno sviluppato un metodo analitico che permette di quantificare i cambiamenti del rapporto isotopico di 12CH4 e 13CH4 nei campioni di carote di ghiaccio. Questo rapporto ha permesso ai ricercatori di capire quali fossero le fonti di metano responsabili dei cambiamenti. "Questi studi ci avvicinano molto a una comprensione quantitativa di ciò che accadde con le zone umide e il metano nel passato," ha spiegato il dott. Hubertus Fischer del Alfred-Wegener-Institute for Polar and Marine Research, principale autore dello studio. "Questo è essenziale per migliorare le nostre previsioni su come il ciclo del metano reagirà ad un aumento delle temperature nel futuro," ha sottolineato. Le temperature nell'Antartide continentale sono molto più basse di quelle della Groenlandia (la più grande isola del mondo) che si trova tra l'Atlantico del nord e il mare Glaciale Artico. Una sfida per la squadra di EPICA è stata quella di lavorare in regioni inesplorate che hanno richiesto un grande lavoro meteorologico e geofisico per scegliere i siti di perforazione. EPICA è stato uno dei vincitori del premio Cartesio per la Ricerca di quest'anno, grazie al suo lavoro di recupero di dati sul clima del passato. Grazie a questa ricerca possono essere misurate le temperature e le concentrazioni di gas serra degli ultimi 800.000 anni.

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