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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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Presidenza svedese: la ricerca deve concentrarsi sulle grandi sfide

Durante una conferenza sulla ricerca e l'innovazione tenutasi a Lund (Svezia) e ospitata dalla presidenza svedese del Consiglio dell'Unione europea, circa 350 ricercatori, responsabili delle politiche e rappresentanti dell'industria e di istituzioni di finanziamento della rice...

Durante una conferenza sulla ricerca e l'innovazione tenutasi a Lund (Svezia) e ospitata dalla presidenza svedese del Consiglio dell'Unione europea, circa 350 ricercatori, responsabili delle politiche e rappresentanti dell'industria e di istituzioni di finanziamento della ricerca, si sono trovati d'accordo nel dichiarare che la politica di ricerca europea dovrebbe concentrarsi sulle "sfide globali", vale a dire i cambiamenti climatici, la carenza di risorse idriche e le pandemie. Il 9 luglio la dichiarazione di Lund, approvata alla conferenza "Nuovi mondi - Nuove soluzioni", è stata consegnata a Tobias Krantz, il ministro svedese per l'Istruzione superiore e la ricerca. "La comunità mondoale sta affrontando delle grandi sfide," si legge nella dichiarazione. "La società europea della conoscenza deve affrontare queste sfide attraverso le migliori analisi, forti azioni e risorse aumentate. Le sfide devono trasformarsi in soluzioni sostenibili in campi come il riscaldamento globale, la riduzione delle forniture energetiche, idriche e alimentari, l'invecchiamento delle società, la sanità pubblica, le pandemie e la sicurezza," continua. "Essa deve affrontare la sfida generale di trasformare l'Europa in un'economia eco-efficiente." La dichiarazione è stata rilasciata alla fine di due giornate di discussione sulla direzione imboccata dalla ricerca, durante le quali il dott. Krantz ha approfondito le priorità della ricerca della presidenza svedese. "Per prima cosa, occorre individuare dei modi per favorire la collaborazione tra ricerca, istruzione e innovazione," ha detto. "Seconda cosa, vogliamo sviluppare una nuova struttura di governance per lo Spazio europeo della ricerca (SER). [...] Dobbiamo essere in grado di dimostrare che il denaro investito nella ricerca europea viene speso in modo appropriato. Per vincere questa battaglia, abbiamo bisogno di un sistema più efficiente. Il dott. Krantz ha sottolineato che "gli Stati membri devono impegnarsi maggiormente nello sviluppo del SER, permettendo una migliore diffusione della conoscenza e delle risorse tra gli Stati membri". La volontà e la determinazione politica devono andare a braccetto con la libertà accademica, ha dichiarato. La terza priorità - ha detto il dott. Krantz - è quella di ri-esaminare la struttura del programma quadro per la ricerca dell'Unione europea (PQ). "Anziché essere eccessivamente burocratico - con una struttura tematica tecnica - ritengo che dovrebbe puntare sui risultati raggiunti. Dovremmo usare il programma europeo di ricerca per costruire la conoscenza necessaria per affrontare le enormi sfide che affrontiamo oggigiorno: cambiamenti climatici, carenza di risorse idriche, povertà, malattie. Ciò non contribuirà soltanto a migliorare il vantaggio competitivo dell'Europa, credo che renderà il programma quadro anche più comprensibile e più accettato dagli europei," ha spiegato. "La ricerca di base è vitale per la libertà accademica," ha fatto notare il ministro svedese. "I ricercatori devono avere il coraggio e le risorse di porre domande indiscrete e scomode. A volte la curiosità è una ragione valida per dare il via a un progetto di ricerca, non si sa mai dove potrà condurre. Questo non significa che le aziende private non possano finanziare un progetto di ricerca - è chiaro che possono farlo - significa semplicemente che dovranno essere pronte a ricevere una risposta che magari non gradiranno." La dichiarazione di Lund rispecchia questa concezione e promuove il rafforzamento della ricerca di frontiera su iniziativa della stessa comunità della ricerca. "È fondamentale la creazione di differenti conoscenze, per dotare l'Unione europea di esperienze diverse, soprattutto per essere in grado di affrontare grandi sfide e "scosse" impreviste," vi si legge. "L'antagonismo tra i ricercatori assicurerà che la ricerca svolta in Europa sia di livello eccellente a livello mondiale." La dichiarazione invita anche al sostegno sia dello sviluppo economico che degli obiettivi politici pubblici. "Occorrono misure per massimizzare l'impatto economico e societario delle nuove conoscenze in campi come le politiche industriali, ambientali e sociali, e lo sviluppo agricolo e regionale," vi si legge. Dev'essere fortemente migliorato il collegamento tra queste aree politiche e le politiche della ricerca." Il documento sottolinea l'importanza di "istituzioni della conoscenza con una buona messa in rete", invitando alla modernizzazione delle università e alla cooperazione tra università e istituzioni di ricerca. Si tratta di un elemento chiave per lo scambio della competitività nella ricerca europea - dichiara - spronando anche alla "creazione e mantenimento di infrastrutture di ricerca di livello mondiale in Europa, tra cui impianti per la scienza di alto livello, nonché di quelli preposti ai bisogni delle scienze sociali e unmanistiche". "La dichiarazione di Lund rappresenta un forte appello per incrementare le risorse della ricerca europea, per una migliore collaborazione tra i diversi livelli e per un sistema di innovazione più stimolante," ha detto Pär Omling, direttore generale del Consiglio svedese per la ricerca. "La dichiarazione rappresenta un buon inizio [per] il lavoro che svolgeremo nel corso dei prossimi sei mesi. Le proposte in essa contenute sono perfettamente in linea con le priorità che abbiamo fissato," ha detto compiaciuto il dott. Krantz.

Paesi

Svezia

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