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Contenuto archiviato il 2023-03-16

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Uno studio si occupa della sicurezza dell'approvvigionamento energetico

I prezzi dell'energia elettrica sono in aumento e sempre più persone cominciano a preoccuparsi di ciò che riserva il futuro per quanto riguarda la sicurezza energetica. A cosa si deve questo aumento? Le temperature dell'acqua più alte e la ridotta portata dei fiumi, sia in Eur...

I prezzi dell'energia elettrica sono in aumento e sempre più persone cominciano a preoccuparsi di ciò che riserva il futuro per quanto riguarda la sicurezza energetica. A cosa si deve questo aumento? Le temperature dell'acqua più alte e la ridotta portata dei fiumi, sia in Europa che negli Stati Uniti. Un nuovo studio mostra che ancora più preoccupante è il calo della produzione o la chiusura temporanea di vari impianti di energia termoelettrica, un altro fattore che fa salire i prezzi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, è stato in parte finanziato da due progetti dell'UE: WATCH e ECLISE. WATCH ("Water and global change") ha ricevuto quasi 10 milioni di euro nell'ambito dell'Area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamenti globali ed ecosistemi" (SUSTDEV) del Sesto programma quadro (6° PQ) mentre ECLISE ("Enabling climate information services for Europe") è sostenuto nell'ambito del Tema "Ambiente" del Settimo programma quadro (7° PQ) dell'UE con 3,4 milioni di euro. Ricercatori in Austria, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti stimano che l'approvvigionamento di energia elettrica verrà ulteriormente perturbato poiché la capacità di generazione di energia termoelettrica (nucleare o alimentata da carburanti fossili) diminuirà di un valore compreso tra il 6% e il 19% in Europa e tra il 4% e il 16% negli Stati Uniti nel periodo 2031-2060. Il problema principale sarà l'insufficienza di acqua per il raffreddamento. I dati attuali mostrano che gli impianti di energia termoelettrica forniscono tra il 78% e il 91% dell'elettricità all'Europa e agli Stati Uniti rispettivamente. I ricercatori credono che oltre il 90% dei cali di produzione di energia termoelettrica aumenteranno, in media, di un fattore di tre. Secondo i ricercatori, il settore dell'energia termoelettrica è uno dei maggiori consumatori di acqua rispetto agli altri settori che ne fanno uso. Hanno detto che anche se la maggior parte di quest'acqua viene "riciclata", gli impianti dipendono da considerevoli quantità di acqua, a una particolare temperatura, per assicurare che non si surriscaldino. Le temperature dell'acqua più alte quindi e una ridotta disponibilità di acqua, che sono provocati da un aumento della temperatura ambiente dell'acqua legato ai cambiamenti climatici, stanno esercitando ulteriore pressione sull'approvvigionamento di energia. Gli impianti elettrici che dipendono dal "raffreddamento a ciclo aperto" sono particolarmente vulnerabili, mentre le torri di ricircolazione lo sono meno. L'acqua di fiumi, laghi e persino del mare viene pompata da questi impianti per raffreddarli. L'acqua ritorna poi alla sua fonte, spesso a temperature più alte di quando è entrata nell'impianto. Emerge quindi un altro problema: l'inquinamento termico a valle. "I prezzi più alti dell'elettricità e le difficoltà di approvvigionamento sono preoccupazioni notevoli per il settore energetico e per i consumatori, un altro problema è però l'impatto ambientale delle più alte temperature dell'acqua sugli ecosistemi dei fiumi che influenzano, per esempio, i cicli vitali degli organismi acquatici," ha detto Michelle van Vliet del Centro di ricerca dell'Università di Wageningen nei Paesi Bassi. Rigorosi standard ambientali su quanta acqua viene prelevata e sul livello di temperatura dell'acqua scaricata dagli impianti elettrici sono attualmente in vigore ma emergono conflitti tra gli obiettivi ambientali e la produzione di energia quando periodi caldi si accoppiano a una bassa portata dei fiumi. Ridurre la dipendenza dalle fonti di acqua dolce e sostituirle con l'acqua salata potrebbe aiutare, ha detto il co-autore Pavel Kabat, prima all'Università di Wageningen e adesso direttore dell'Istituto internazionale di analisi dei sistemi applicata (IIASA) in Austria. "Data comunque l'aspettativa di vita degli impianti elettrici e l'impossibilità di spostarli verso una fonte di acqua alternativa, questa non è una soluzione immediata, ma dovrebbe essere presa in considerazione quando si progettano le infrastrutture," ha detto il professor Kabat. "Un'altra opzione è passare a nuovi impianti elettrici a gas che sono più efficienti del nucleare, o dei carburanti fossili, e usano meno acqua." Un totale di 96 impianti elettrici (35 in Europa e 61 negli Stati Unti) sono stati valutati in questo studio.Per maggiori informazioni, visitare: Istituto internazionale di analisi dei sistemi applicata (IIASA): http://www.iiasa.ac.at/ Nature Climate Change: http://www.nature.com/nclimate/index.html

Paesi

Austria