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Contenuto archiviato il 2022-12-02

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La Commissione necessita di un accordo sulle norme di sicurezza nucleare

La Commissione europea deve cercare un accordo sulle regole e norme di sicurezza nucleare attinenti alla costruzione ed al funzionamento di centrali nucleari al cicli del combustibile ed alle condizioni di trasporto con i paesi candidati dell'Europa centrale ed orientale (PECO...

La Commissione europea deve cercare un accordo sulle regole e norme di sicurezza nucleare attinenti alla costruzione ed al funzionamento di centrali nucleari al cicli del combustibile ed alle condizioni di trasporto con i paesi candidati dell'Europa centrale ed orientale (PECO) ed i nuovi Stati indipendenti (NSI). Si tratta di una delle richieste presentate dalla commissione per la ricerca, per lo sviluppo tecnologico e per l'energia del Parlamento europeo alla propria riunione del 23 febbraio. La commissione ha approvato la relazione dell'europarlamentare britannico Gordon Adam in merito ad una comunicazione della Commissione riguardante le attività legate al settore nucleare nei PECO e nei NSI. Tra le tematiche affrontate risalta la relazione speciale 25/98 della Corte dei Conti. Nel corso di una riunione svoltasi nel novembre scorso la sessione plenaria ha appreso con stupefazione dal presidente della Corte dei conti che sono finora stati investiti solo 300 milioni di euro per sostenere la sicurezza nucleare nell'Europa centrale ed orientale, mentre l'Unione europea, nel periodo compreso tra il 1990 ed il 1997, ha speso a tal fine 850 milioni di euro. La Corte dei Conti ha inoltre messo in rilievo che, alla fine del 1997, non era possibile valutare i progressi reali compiuti in termini di sicurezza nucleare. La commissione di ricerca ha anche invitato la Commissione a stabilire una strategia energetica con ciascuno dei PECO e NIS, nell'ambito degli accordi di partenariato e di cooperazione stipulati con essi. La commissione per la ricerca afferma che i negoziati di adesione con i PECO dovrebbero sancire la garanzia della sicurezza nucleare. In nessun caso l'allargamento dell'UE può compromettere la sicurezza nucleare, che costituisce una priorità della "Agenda 2000", mentre il rispetto delle sue esigenze fa parte dell"acquis comunitario. La Commissione per la ricerca auspica che la Commissione presenti una relazione globale, perfettamente rispondente alle critiche e domande espresse nella relazione speciale della Corte. La Commissione è inoltre invitata a preparare per il Parlamento europeo una relazione semestrale sulle attività in corso rientranti nei programmi comunitari, con l'aiuto degli Stati membri, il contributo dell'industria europea ed il Nuclear Safety Account gestito dalla BERS. La commissione accoglie con favore l'istituzione dell'associazione degli organismi di regolamentazione nucleare dell'Europa occidentale ed il contributo di questa alla definizione di norme di sicurezza nucleari applicabili all'UE. Accoglie inoltre con soddisfazione la creazione di organismi autonomi incaricati di garantire il rispetto delle norme nei paesi candidati. Infine, la commissione mette in rilievo l'importanza di ulteriore assistenza alle autorità nazionali di normazione dei PECO e dei NIS via i programmi PHARE e TACIS, a condizione che dette autorità siano legalmente indipendenti e pratichino un'effettiva cultura di autonomia.

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