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Contenuto archiviato il 2022-12-07

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La Commissione ha adottato la comunicazione sul principio di precauzione

La Commissione europea ha adottato una comunicazione sull'uso del principio di precauzione che illustra come la Commissione applica o intende applicare questo principio e definisce linee guida per la sua applicazione. Allo stesso tempo, la Commissione intende fornire, attraver...

La Commissione europea ha adottato una comunicazione sull'uso del principio di precauzione che illustra come la Commissione applica o intende applicare questo principio e definisce linee guida per la sua applicazione. Allo stesso tempo, la Commissione intende fornire, attraverso la comunicazione, un contributo al dibattito in corso su questo problema sia a livello di UE, sia a livello internazionale. La Commissione europea crede da tempo che potrebbe essere vantaggioso per i decisori avere a disposizione una sorta di linee guida istituzionali da seguire quando la scienza sembra non essere in grado di quantificare la portata dei vari rischi. A giudizio della Commissione, tali linee guida sarebbero fondamentali per evitare decisioni politiche basate su timori o percezioni irrazionali. L'obiettivo della comunicazione, pertanto, è quello di descrivere le situazioni in cui può essere applicato il principio di precauzione, nonché di: - definire i princìpi per la sua applicazione; - sviluppare un'intesa comune su come valutare, stimare, gestire e comunicare i rischi che la scienza non è ancora in grado di valutare completamente; - evitare un ricorso ingiustificato al principio di precauzione, come forma dissimulata di protezionismo. Secondo la comunicazione, il principio di precauzione risulta utile "qualora vengano identificati gli effetti potenzialmente pericolosi di un fenomeno, prodotto o processo" e la valutazione scientifica non è in grado di stabilire la portata di tali rischi con "un sufficiente grado di certezza". Il principio di precauzione fu sancito alla conferenza di Rio del 1992 sull'ambiente e lo sviluppo, durante la quale fu adottata la Dichiarazione di Rio, il cui articolo 15 stabilisce che: "Allo scopo di proteggere l'ambiente, il principio di precauzione dovrà essere ampiamente applicato dagli Stati, in misura proporzionale alla loro capacità. Laddove sussista la minaccia di danni gravi o irreversibili, la mancanza di una sicurezza scientifica completa non dovrà essere addotta a motivazione per il rinvio di provvedimenti improntati sul rapporto costi-benefici per la prevenzione del degrado ambientale". Del principio di precauzione si è discusso molto in passato, sia a livello di Unione europea, sia a livello internazionale. Tale concetto fa sorgere una serie di quesiti su come trovare un equilibrio tra la libertà e i diritti degli individui, dell'industria e delle organizzazioni da un lato e la necessità di ridurre il rischio di effetti negativi per l'ambiente, la salute umana, animale o vegetale dall'altro. "Pertanto", riassume la Commissione, "trovare il giusto equilibrio affinché sia possibile realizzare interventi proporzionali, non discriminatori, trasparenti e coerenti, richiede un processo decisionale strutturato corredato di informazioni dettagliate di carattere scientifico e di altre informazioni oggettive". L'attuazione di un approccio basato sul principio di precauzione deve cominciare, secondo la Commissione, da una valutazione scientifica che individui, laddove possibile, quali sono i rischi, nonché il grado di incertezza scientifica legato al calcolo di tali rischi. "I decisori devono essere consapevoli del grado di incertezza connesso ai risultati della valutazione dell'informazione scientifica a disposizione. La determinazione di ciò che è un rischio 'accettabile' per una società rientra esclusivamente nella responsabilità politica", recita la comunicazione. "In taluni casi - continua - la risposta giusta consiste forse nell'assenza di azione o, per lo meno, nel non adottare un provvedimento giuridico vincolante. Nel caso si intervenga, è disponibile un'ampia gamma di iniziative, dal provvedimento giuridicamente vincolante, ad un progetto di ricerca o ad una raccomandazione". Qualora un intervento risulti necessario, la Commissione afferma che: "I provvedimenti basati sul principio di precauzione devono essere: - proporzionali al livello di protezione scelto; - non discriminatori nella loro applicazione; - coerenti con i provvedimenti similari già adottati; - basati su un esame dei costi e dei benefici potenziali dell'azione o dell'assenza di azione; - oggetto di revisione alla luce dei nuovi dati scientifici, nonché - in grado di definire la responsabilità ai fini della produzione dei riscontri scientifici necessari per una valutazione più completa del rischio". "Queste linee guida proteggono contro il ricorso ingiustificato al principio di precauzione come forma dissimulata di protezionismo", afferma la Commissione europea. La comunicazione sottolinea che il principio di precauzione costituisce un elemento di un'impostazione strutturata riguardo all'analisi del rischio ed è pertinente alla gestione del rischio. Esso riguarda casi in cui i riscontri scientifici sono insufficienti, non conclusivi o incerti e la valutazione scientifica preliminare indica che esistono motivi ragionevoli di pensare che gli effetti potenzialmente pericolosi sull'ambiente, sulla salute umana, animale o vegetale possono risultare incompatibili con l'elevato livello di protezione prescelto dall'UE. La comunicazione è stata presentata alla Commissione il 2 febbraio 2000 da Erkki Liikanen, commissario responsabile in materia di imprese e società dell'informazione, da David Byrne, commissario responsabile in materia di salute e protezione dei consumatori e da Margot Wallström, commissario responsabile in materia di ambiente. Si è scelto di dare notizia della comunicazione facendo sì che coincidesse con i dibattiti attualmente in corso su altre importanti dichiarazioni politiche legate ai temi della salute e dell'ambiente, tra cui il Libro bianco recentemente adottato sulla sicurezza degli alimenti e l'accordo raggiunto a Montreal sul protocollo riguardante la biosicurezza. La nuova comunicazione amplia la portata del principio di precauzione, spingendosi oltre la sfera dell'ambiente, fino a comprendere la tutela della salute umana, animale e vegetale. "Determinare ciò che è un livello di rischio accettabile per l'UE rientra esclusivamente nella responsabilità politica", avvertono gli autori della comunicazione, i quali aggiungono che "[la comunicazione] offre un quadro ragionato e strutturato di intervento a fronte dell'incertezza scientifica e indica che il principio di precauzione non è una giustificazione per ignorare prove scientifiche e adottare decisioni protezionistiche". Nel presentare la comunicazione al Parlamento europeo, il commissario per l'Ambiente Margot Wallström ha spiegato che sulla scia dell'allarme per l'ESB e la diossina è stato importante presentare un programma che spiegasse come la Commissione intendeva agire in modo coerente in occasione di crisi analoghe. Ai politici e ai decisori è spettata la valutazione del livello di rischio alla luce degli ultimi riscontri scientifici. Ogni azione, afferma la Wallström, potrebbe essere "proporzionale" all'ampiezza del problema e non "discriminatoria" nei confronti di nessun paese in particolare. Secondo la Commissione "la Comunità, come ogni altro membro dell'OMC, ha il diritto di definire il livello di protezione, in particolar modo dell'ambiente, della salute umana, animale e vegetale, che essa considera appropriato".