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La Commissione chiede una «nuova rivoluzione industriale»

La lotta contro il cambiamento climatico e la promozione della competitività e della sicurezza energetica dell'Unione europea sono gli obiettivi delineati in un pacchetto di documenti sulla politica in materia di energia presentato dalla Commissione europea il 10 gennaio con i...

La lotta contro il cambiamento climatico e la promozione della competitività e della sicurezza energetica dell'Unione europea sono gli obiettivi delineati in un pacchetto di documenti sulla politica in materia di energia presentato dalla Commissione europea il 10 gennaio con il titolo «a new Energy Policy for Europe» (Una nuova politica energetica per l'Europa). «La giornata odierna coincide con un cambiamento radicale per l'Unione europea. La politica energetica era un'area fondamentale all'inizio del progetto europeo. Ora dobbiamo riportarla al centro della scena», ha dichiarato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. «Se oggi prendiamo le decisioni giuste, l'Europa potrà guidare il mondo verso una nuova rivoluzione industriale: lo sviluppo di un'economia a basse emissioni di carbonio», ha aggiunto il commissario europeo per l'Energia Andris Piebalgs. «I nostri obiettivi ambiziosi, ossia creare un mercato interno funzionante, promuovere un mix energetico pulito ed efficiente, nonché fare le scelte giuste nel campo della ricerca e sviluppo, saranno cruciali per determinare se saremo alla guida di questo nuovo scenario o se seguiremo le orme altrui». Per quanto riguarda il cambiamento climatico, la Commissione propone all'Unione di impegnarsi a ridurre entro il 2020 le emissioni dei gas a effetto serra di almeno il 20%. Per conseguire tale obiettivo, occorre migliorare l'efficienza energetica, incrementare l'uso delle energie rinnovabili, promuovere l'impiego dei biocarburanti e favorire un maggiore utilizzo delle tecnologie dei combustibili fossili cosiddette «pulite». La realizzazione di tali obiettivi comporterà investimenti massicci nella ricerca e sviluppo; la Commissione fa presente che il bilancio per la ricerca energetica è stato oggetto di un aumento sostanziale nell'ambito del 7PQ e propone che tali fondi siano ulteriormente incrementati dopo il 2013. Nei prossimi mesi la Commissione europea appronterà un piano europeo strategico per le tecnologie energetiche. Scopo di tale documento sarà accelerare l'innovazione nel campo delle tecnologie energetiche e indurre l'industria europea a trasformare le minacce del cambiamento climatico e della sicurezza dell'approvvigionamento in opportunità di incremento della competitività. La Commissione intende elaborare il piano in collaborazione con le parti interessate, tra cui le piattaforme tecnologiche europee pertinenti e i gruppi consultivi del 7PQ. Sarà inoltre organizzata una consultazione pubblica e la Commissione auspica di presentare la versione finale del piano ai capi di governo europei in occasione del Consiglio di primavera del 2008. Viene anche messa in luce l'importanza della cooperazione internazionale sulla ricerca. «L'UE deve rafforzare notevolmente la propria cooperazione con i paesi terzi nell'ambito della ricerca e della tecnologia», ha dichiarato la Commissione. «Tale obiettivo andrebbe conseguito avviando progetti di dimostrazione della tecnologia su larga scala in paesi in via di sviluppo particolarmente cruciali, soprattutto nel campo del sequestro del carbonio e dello stoccaggio geologico». Tra le altre aree in cui è necessario intervenire figurano la ricerca sugli impatti regionali e locali del cambiamento climatico e lo sviluppo di strategie adeguate di adattamento e mitigazione. Le ambiziose proposte della Commissione hanno suscitato risposte contraddittorie tra le parti interessate. Claude Mandil, direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale dell'energia, ha affermato che i documenti «costituiscono un passo avanti significativo verso lo sviluppo di un approccio integrato efficace alle sfide energetiche che si trovano a dover affrontare i paesi membri [dell'UE] e sono in linea con le conclusioni principali delle recenti analisi condotte dall'IEA». Nel frattempo, l'industria dell'energia rinnovabile ha velatamente accusato la Commissione «di pregiudicare lo sviluppo delle energie rinnovabili» in Europa. «Anziché rafforzare un settore che produce già risultati soddisfacenti nell'elettricità rinnovabile e nei biocombustibili, la Commissione lo mette a rischio con annunci vaghi e ambigui», ha commentato Oliver Schäfer, direttore politico dello European Renewable Energy Council (EREC), l'associazione per le energie rinnovabili. Anche i gruppi ambientalisti hanno criticato le proposte; il WWF le ha descritte come «inadeguate» e ha esortato la Germania, che attualmente detiene la Presidenza UE, a rafforzare le proposte quando verranno presentate ai capi di governo europei in occasione del vertice del Consiglio di marzo. In ultima analisi, la Commissione auspica che le proprie azioni diano l'esempio al resto del mondo industrializzato. «Contrastare il cambiamento climatico è indispensabile», ha commentato il commissario per l'Ambiente Stavros Dimas. «Invito il resto del mondo industrializzato a seguire le nostre orme, ad adeguarsi al nostro livello di riduzioni e ad accelerare il progresso verso un accordo internazionale sulle riduzioni delle emissioni globali».

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