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Saskia Biskup si aggiudica il Premio europeo per le donne innovatrici 2014

Saskia Biskup, amministratore delegato della CeGaT in Germania, ieri si è classificata al primo posto del Premio europeo per le donne innovatrici di quest'anno, assegnato durante l'innaugurazione della 2014 Innovation Convention. Il premio è un riconoscimento degli eccezionali...

Saskia Biskup, amministratore delegato della CeGaT in Germania, ieri si è classificata al primo posto del Premio europeo per le donne innovatrici di quest'anno, assegnato durante l'innaugurazione della 2014 Innovation Convention. Il premio è un riconoscimento degli eccezionali risultati ottenuti da Saskia nella ricerca sulle malattie neurodegenerative e del suo immenso successo nel trasferire i risultati sul mercato. Il lavoro di Saskia e del suo team ha permesso alla sua azienda, la CeGaT, di diventare una delle aziende biotecnologiche leader per i protocolli diagnostici genetici e ha rappresentato un importante passo avanti per la diagnosi nei pazienti affetti da malattie rare. Quando ha ricevuto il premio dal presidente della Commissione José Manuel Barroso, Saskia è stata acclamata da un pubblico di sostenitori dell'innovazione riunito a Bruxelles per la convention di due giorni. Sul palco è stata raggiunta dalle vincitrici del secondo e del terzo premio, Laura van 't Veer dai Paesi Bassi e Ana Maiques dalla Spagna, premiate per i loro successi nel campo dell'innovazione e per la loro capacità di mettere insieme eccellenza scientifica e fiuto per gli affari. Fondata nel 2009, la CeGaT attualmente dà lavoro a 60 persone e continua a crescere. Saskia desidera incoraggiare altri innovatori a correre il rischio di mettersi in proprio. "La libertà che si ha quando si è alla guida della propria impresa non ha confronti. È diverso rispetto a quando si è all'università, è diverso da quando si lavora in clinica. Il livello di libertà che si raggiunge con la propria impresa è così eccezionale, che una volta diventato un imprenditore, secondo me si rimane imprenditori per sempre". ' Saskia, esperta di genetica umana, ricerca scientifica e bioinformatica, si colloca nel punto di intersezione tra diagnostica, ricerca e clinica. Il suo lavoro si basa sullo sviluppo di nuovi biomarcatori per permettere di prevedere per tempo le malattie neurodegenerative. Il suo team cerca l'ago nel pagliaio, ovvero, preleva il sangue o il tumore di un paziente e cerca di trovare la causa della malattia, analizzando il codice genetico. Poi cerca di stabilire quale potrebbe essere la terapia giusta, spostandosi così verso un tipo di medicina personalizzata. Tra i suoi risultati, Saskia può annoverare la scoperta delle variazioni del gene LRRK2, un gene coinvolto nel morbo di Parkinson. Non ritiene che l'essere donna abbia costituito uno svantaggio nella sua carriera. "Ad essere sincera, non penso di aver incontrato particolari difficoltà in quanto innovatrice donna. Credo che dipenda in gran parte da te e da come porti avanti la tua idea e da quanta passione hai. Il premio mi ha fatto però piacere, perché penso che incoraggerà le donne a seguire questa strada. Per me non è stata questione di avere svantaggi o vantaggi, il fatto è che volevo davvero farcela. Penso che il mio esempio possa mostrare che è possibile e che non è indispensabile essere un uomo per arrivare a questi livelli, quindi per me il premio è veramente fantastico". Saskia ha espresso questi sentimenti nel suo breve discorso di accettazione: "Spero che questo motivi le donne a fondare le proprie aziende e a credere nelle proprie idee". Quando le chiedono quale sia il segreto di un'innovazione di successo, Saskia insiste sull'importanza della diversità. "La parte centrale e cruciale dell'azienda è la diversità delle discipline e degli esperti che abbiamo. Riunire persone con competenze completamente diverse e poi considerare lo stesso problema da diversi punti di vista. Anche mio marito, che è un economista, è molto interessato alla genetica e alla biologia, facendo domande completamente diverse da quelle pensate dal nostro team e che sono per questo motivo di ispirazione. Le persone che si pongono domande diverse ci fanno davvero andare avanti e rendono il lavoro più divertente". Coltivare la collaborazione e aiutare in particolare i giovani progetti a riunire gli esperti di cui hanno bisogno è, secondo Saskia, l'aspetto per il quale l'intervento dell'UE è più utile. "Il più grande contributo che l'UE possa offrire è fare in modo che le persone lavorino insieme. Se si ha un'idea, bisogna trovare le persone adatte per formare una squadra ed è una cosa molto difficile. Quando abbiamo cominciato, abbiamo avuto enormi problemi a trovare persone che volessero lavorare con noi. All'inizio non hai ancora ottenuto niente, nessuno ti conosce e quindi è veramente difficile trovare persone disposte a lavorare con te. Quando però riesci a trovare persone che si appassionano alla stessa idea, allora le cose progrediscono più velocemente. Una volta raggiunta la notorietà ci sono persone che si candidano per un lavoro senza alcuna sollecitazione, ma all'inizio è fondamentale avere una rete e penso che l'UE possa essere un'ottima piattaforma per crearla. CeGaT partecipa a due progetti del 7° PQ: CAM-PAC e DESIRE. Il consorzio CAM-PAC lavora sul cancro del pancreas e il team di Saskia si occupa in particolare del sequenziamento del trascrittoma del tessuto e delle linee di cellule del cancro del pancreas. DESIRE invece si occupa della cura dell'epilessia. "Dobbiamo fare qualcosa di molto interessante e difficile nell'ambito di DESIRE - osserva Saskia - dobbiamo sequenziare micro RNA di trombociti. Ovviamente, quando succede qualcosa nel cervello, questi cambiamenti si vedono anche nelle periferie. Specialmente per le malattie del cervello, credo che sarebbe un enorme vantaggio avere dei test migliori nei quali a partire dal sangue si possano tirare delle conclusioni su cosa stia succedendo nel cervello. Sono entusiasta di questo progetto". Saskia guarda con entusiasmo anche alle possibilità di Orizzonte 2020. "La cosa davvero straordinaria, secondo me, è che in questi nuovi programmi si promuovono con forza le collaborazioni tra gli istituti di ricerca e le PMI. È una cosa positiva per me, ma è positiva anche per la ricerca e l'ambiente imprenditoriale".

Paesi

Germania