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Contenuto archiviato il 2023-04-13

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Il ruolo della vitamina K nella salute cardiovascolare e nella resistenza ossea

Un nuovo studio ha rivelato che la vitamina K2 potrebbe influire positivamente su un adeguato utilizzo del calcio e aumentare la sicurezza dei trattamenti volti a contrastare la perdita ossea dovuta all’età.

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Il calcio è un minerale essenziale di cui il corpo ha bisogno per mantenere una buona salute. Molte persone, soprattutto se affette da osteoporosi (una patologia in cui si verifica una riduzione della densità e della qualità delle ossa), assumono integratori di calcio con l’obiettivo di rinforzare le ossa, sebbene ne sia stata messa in discussione la sicurezza a causa di una loro possibile associazione al rischio cardiovascolare. Un gruppo di ricercatori parzialmente sostenuto dal progetto INTRICARE, finanziato dall’UE, ha analizzato l’impatto esercitato dall’integrazione del calcio sulla salute ossea e cardiovascolare e il ruolo della vitamina K nel fornire un trattamento più sicuro per l’osteoporosi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista «Frontiers in Cardiovascular Medicine». «Ancora non è chiaro se l’integrazione del calcio contribuisca in modo significativo alla riduzione della fragilità ossea e del rischio di fratture. Stando ai dati, l’integrazione di elevate dosi di calcio nelle donne in post-menopausa influisce negativamente sulla morbilità e mortalità cardiovascolare». Il ruolo della vitamina K Più del 99 % del calcio totale corporeo è contenuto nei denti e nelle ossa, mentre il resto si trova nel sangue, nel fluido extracellulare, nei muscoli e in altri tessuti. La presenza di sali di calcio al di fuori delle ossa è definita come calcificazione extrascheletrica. Nell’articolo i ricercatori spiegano il concetto di «paradosso del calcio», ovvero la paradossale coesistenza di una riduzione della densità minerale ossea e di un aumento della calcificazione vascolare nell’ambito di diverse patologie. Gli scienziati sottolineano che questa situazione è particolarmente comune nelle donne osteoporotiche in post-menopausa e nei pazienti affetti da malattia renale cronica. Secondo lo studio, «per molti anni la calcificazione vascolare è stata considerata un processo irrilevante dal punto di vista clinico, che dipendeva dalla deposizione passiva dei cristalli di calcio e rappresentava semplicemente un aspetto passivo della malattia e dell’invecchiamento. Prove recenti suggeriscono tuttavia il contrario e la calcificazione vascolare sembra essere un processo altamente regolato». L’articolo osserva che «la vitamina K potrebbe fungere da sostanza nutritiva complementare al calcio (e alla vitamina D) per proteggere dall’aumento del rischio di calcificazione vascolare, consentendo di conseguenza un trattamento dell’osteoporosi più sicuro». E continua: «La combinazione di vitamina K e calcio potrebbe ridurre il rischio osseo nelle donne in post-menopausa e prevenire al contempo la calcificazione vascolare, favorendo quindi gli effetti benefici esercitati dal calcio sulle ossa e prevenendo gli effetti vascolari negativi associati all’assunzione degli integratori di calcio». In un comunicato stampa di NattoPharma, azienda che si è unita al finanziamento della ricerca, il prof. Leon Schurgers, autore senior e responsabile del progetto di ricerca, afferma che l’indagine «fornirà ulteriori prove del fatto che il calcio, in assenza di un appropriato consumo di vitamina K2, potrebbe finire in tessuti molli nei quali la sua presenza non è desiderabile, piuttosto che nella matrice ossea dove è necessario». Il progetto INTRICARE (International Network for Training on Risks of vascular Intimal Calcification And roads to Regression of cardiovascular diseasE) in corso intende «formare una nuova generazione di scienziati per qualificarli in modo eccellente e accelerare così la nostra comprensione in merito alla formazione di placca vulnerabile, prestando particolare attenzione alla microcalcificazione, e per sviluppare soluzioni innovative volte alla prevenzione precoce, alla diagnosi e al trattamento dell’aterosclerosi», come dichiarato sul sito web del progetto. INTRICARE attualmente sostiene diversi ricercatori in fase iniziale di carriera impegnati in un totale di 15 progetti. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto INTRICARE

Paesi

Paesi Bassi

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