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Dancing in the Dark

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La sostituzione sensoriale illumina i processi cognitivi offrendo applicazioni terapeutiche

Quali sono le possibili conseguenze di riuscire ad «ascoltare una coreografia» o «sentire un balletto»? Nonostante l’importanza di osservare i movimenti del corpo di altri per comprenderne e prevederne le azioni, la plasticità inerente al meccanismo neurale rimane tuttora piuttosto sconosciuta.

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La commistione di arti e scienze, tradizionalmente considerate distanti tra loro, ha trovato terreno fertile in aree come l’educazione, la terapia e la riabilitazione. Il progetto DANCE, finanziato dall’UE, ha riscontrato la verità di questo principio soprattutto nell’abbinamento con le innovazioni di informatica antropocentriche. Il progetto DANCE ha esplorato il modo in cui il movimento del corpo può essere espresso e percepito in termini uditivi. Il progetto ha sviluppato tecnologie che hanno misurato le qualità espressive dei movimenti di tutto il corpo in tempo reale, traducendo i fenomeni visivi in fenomeni uditivi. Contribuendo all’immaginografia cerebrale che traccia la corteccia visiva e uditiva di persone vedenti e non vedenti, l’approccio offre anche un potenziale terapeutico, oltre a nuove interfacce uomo-macchina non verbali. Vedere attraverso l’udito La ricerca ha dimostrato che la sonificazione (l’utilizzo del suono non verbale per trasmettere informazioni) di movimenti può incrementare la consapevolezza del corpo, oltre ad aumentare la sensibilità alle emozioni. Questi risultati si sono rivelati utili quando applicati ad ambiti terapeutici. DANCE si è avvalso della collaborazione di artisti e performer, progettisti del suono e neuroscienziati sociali, scienziati e ingegneri informatici per esplorare ulteriormente il potenziale riabilitativo e aumentare l’inclusione sociale emergente dalla condivisione di spazi ed emozioni tra persone vedenti e non vedenti. Il gruppo DANCE finanziato dall’UE ha in precedenza adottato questo approccio per aiutare i pazienti affetti da dolore cronico e morbo di Parkinson. Nell’ambito del progetto, il movimento espressivo coreografato in effetti crea contenuto sonoro in tempo reale. Come ha spiegato il Dott. Antonio Camurri, coordinatore del progetto, «La danza stessa viene quindi concepita come composizione musicale, cambiandone la dimensione tradizionale per offrire un’esperienza di ascolto piuttosto che principalmente visiva». Un tema generale del progetto è stata l’esplorazione del modo in cui le informazioni multisensoriali rischiano di creare un sovraccarico sensoriale nei percipienti. «Quindi, piuttosto che aumentare la sensibilità, con il rischio conseguente di attenuare l’esperienza, DANCE ha volutamente creato la deprivazione sensoriale come mezzo per acutizzare i sensi.» Il Dott. Camurri sviluppa meglio il concetto. Nel fare questo DANCE ha contribuito anche alla ricerca neuroscientifica, esplorando la plasticità cerebrale. DANCE ha effettuato una risonanza magnetica funzionale umana per studiare il rapporto tra le caratteristiche del movimento ottenute dalle analisi computazionali automatiche di video clip e l’attività cerebrale durante la percezione dei video. I risultati hanno dimostrato che le caratteristiche che richiedono computazione a basso livello, come la velocità di movimento, corrispondono a determinate aree cerebrali correlate alle zone visive precoci e sensibili al movimento. Le caratteristiche di livello medio, invece, come la fluidità espressiva, sono correlate ad aspetti dinamici di postura codificati in diverse aree del cervello. Come riassume il Dott. Camurri, «La nostra analisi basata su caratteristiche computazionali suggerisce che il meccanismo neurale della codifica dei movimenti si basa su caratteristiche con base neurale diversa rispetto alle categorie semantiche. Ovvero, la percezione del movimento è organizzata nel cervello non tanto per categorie semantiche, quanto per caratteristiche dei movimenti del corpo». La coreografia delle prossime fasi Il team ha sviluppato una piattaforma tecnologica assieme a dance.dibris.unige.it (biblioteche di software disponibili gratuitamente). Queste sono state adottate per diversi eventi pubblici, esperimenti scientifici e applicazioni mobili. Inoltre, sono stati creati e resi disponibili al pubblico un set di dati sui movimenti e prototipi di applicazioni per vedenti e non vedenti. Il principale evento pubblico intitolato «Atlante del gesto Genova» ha compreso la partecipazione di persone vedenti e non vedenti, con un istituto per i non vedenti, che si è tenuto dal novembre 2016 al marzo 2017 e ha creato una comunità continua di oltre 150 partecipanti (compresi membri del pubblico non specializzati). Il progetto può essere adattato per generare contenuto creativo da utilizzare in terapia e riabilitazione. Ad esempio, nel corso di DANCE, è stato realizzato un nuovo laboratorio associato all'Ospedale pediatrico Gaslini. Qui, fisioterapisti, ingegneri informatici e ricercatori hanno collaborato alla creazione di giochi per la riabilitazione. L'iniziativa DANCE è anche stata una ricca fonte di ispirazione per ulteriori direzioni di ricerca futura, come studi neuroscientifici che cercano di rivelare i meccanismi neurali coinvolti nella percezione della comunicazione affettiva attraverso il movimento, con l’obiettivo di creare una nuova generazione di interfacce e applicazioni.

Parole chiave

DANCE, coreografia, movimento del corpo, sensoriale, cognizione, inclusione sociale, riabilitazione, terapia, sonificazione, non vedente, uditivo

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