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Contenuto archiviato il 2023-03-20

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La scienza esplora i luoghi più profondi, più freddi e più caldi del pianeta

È stato avviato un ambizioso progetto di ricerca quadriennale per esplorare alcuni dei luoghi più profondi, più freddi e più caldi sul nostro pianeta. Lo scopo è quello di raccogliere e setacciare campioni di fango e sedimenti provenienti da enormi fosse oceaniche mai toccate ...

È stato avviato un ambizioso progetto di ricerca quadriennale per esplorare alcuni dei luoghi più profondi, più freddi e più caldi sul nostro pianeta. Lo scopo è quello di raccogliere e setacciare campioni di fango e sedimenti provenienti da enormi fosse oceaniche mai toccate in precedenza, a oltre 8 000 metri di profondità. I primi test sul campo verranno effettuati a breve nella fossa di Atacama nell'oceano Pacifico orientale, al largo delle coste del Cile e del Perù; poi la ricerca si trasferirà nelle acque artiche al largo della Norvegia e a quelle antartiche, grazie a partner italiani e sudafricani. Ci si spingerà anche in fosse profonde al largo della Nuova Zelanda e della Cina. Gli studi si concentreranno sull'esplorazione delle fosse più profonde, più lontane e ancora inesplorate. Finora sono stati prelevati solo pochi campioni da questi siti, ma questa sfida è stata raccolta dal progetto PHARMASEA, che intende fare qualcosa di mai tentato prima. Il team del progetto si concentrerà anche sulla ricerca e lo sviluppo della bioscoperta di nuovi composti bioattivi da batteri e funghi, tra cui anche quelli ottenuti da macrorganismi. Questi verranno esaminati al fine di scoprirne il potenziale come piste per nuovi farmaci o come ingredienti per la nutrizione o per applicazioni cosmetiche. "Analizzeremo nuovi batteri marini in grado di produrre antibiotici in tre aree", dice il professore di chimica Marcel Jaspars, direttore del Centro di bioscoperta marina all'Università di Aberdeen, in Scozia, oltre che il coordinatore del progetto. "Stiamo inoltre cercando di scoprire farmaci che siano in grado di aiutare in caso di malattie del sistema nervoso centrale, antiossidanti e soluzioni antiflogistiche che vengono anche usati nei cosmetici". Il professore ritiene che si tratti di una ricerca fondamentale, poiché dal 2003 non sono stati registrati nuovi antibiotici. Egli dice: "Se non verrà fatto nulla per combattere questo problema, si corre il rischio di tornare a un' ''era-pre-antibiotici'' in circa 10 o 20 anni, dove insetti e infezioni che sono attualmente abbastanza semplici da curare potrebbero diventare letali". Il professor Jaspars continua: "Gli organismi acquatici sono molto differenti da ciò che si trova sulla terra. Quelli su cui stiamo conducendo le nostre ricerche possono vivere a oltre 6 000 metri sotto la superficie del mare e sono quindi in grado di sopravvivere in condizioni estreme. Ciò li rende una fonte molto interessante di composti bioattivi". Oltre a rivelare nuovi territori sul fondo degli oceani, il progetto esplorerà anche nuove aree nello spazio chimico. Questo si riferisce all'insieme di tutte le possibili molecole, che per gli scienziati è molto interessante per la scoperta di nuovi farmaci. Il team svilupperà un'ampia piattaforma di bioanalisi all'avanguardia che rileverà l'attività simile a quella dei farmaci, mentre verranno testati dei composti chimici unici estratti da campioni marini che non hanno mai visto prima la luce del giorno. I ricercatori useranno delle barche da pesca per raccogliere i campioni di sedimenti dai fondali marini, tentando quindi di far crescere dai sedimenti batteri e funghi che possono poi essere estratti per isolare nuove molecole simili a farmaci per effettuare prove farmacologiche. Il progetto internazionale è supportato con oltre 9,5 milioni di euro di finanziamenti dell'UE e riunisce 24 partner provenienti da 13 paesi nell'ambito di organizzazioni industriali, accademiche e no profit.Per maggiori informazioni, visitare: PHARMASEA http://www.pharma-sea.eu/

Paesi

Regno Unito

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