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Contenuto archiviato il 2024-04-19

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Nuovi strumenti forniscono una preziosa panoramica sulla biologia dei tumori cerebrali letali

Grazie alla nuova tecnologia sviluppata per la ricerca sul glioblastoma, un tipo di cancro al cervello, alcuni ricercatori sostenuti dall’UE hanno dimostrato come le cellule immunitarie proteggano il tumore piuttosto che il corpo.

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In tutto il mondo, ogni anno, sono circa 240 000 le persone a cui vengono diagnosticati tumori al cervello e al sistema nervoso. Il più comune e più letale di questi è il glioblastoma, un tumore maligno che ha origine nel tessuto cerebrale e per il quale non esiste una cura efficace. Secondo gli scienziati è probabile che le cellule immunitarie che si trovano all’interno del tumore siano una delle ragioni principali per cui il glioblastoma è così difficile da trattare. Le prove di questa ipotesi sono ora state fornite da ricercatori sostenuti dal progetto iGBMavatars, finanziato dall’UE. «Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia grazie alla quale è possibile visualizzare, a livello molecolare, in che modo le cellule immunitarie innate finiscono per difendere le cellule tumorali piuttosto che il corpo», ha dichiarato il dott. Gaetano Gargiulo, responsabile del gruppo di ricerca presso il Centro di medicina molecolare Max Delbrück dell’Associazione Helmholtz, in un comunicato stampa pubblicato sul sito web «EurekAlert!».

Ostacoli al trattamento

Il glioblastoma è notoriamente molto difficile da trattare. «Ciò è dovuto in primo luogo al fatto che la maggior parte dei farmaci antitumorali non riesce a superare la barriera emato-encefalica», ha spiegato il dott. Gargiulo nello stesso comunicato stampa. La barriera emato-encefalica è una membrana semipermeabile che avvolge il cervello e impedisce l’ingresso di tossine o agenti patogeni dannosi. Un’altra ragione è che esistono diversi sottotipi di glioblastoma. Inoltre, la composizione del tumore può cambiare nel tempo, soprattutto quando si ripresenta dopo la fine del trattamento, spesso assumendo la forma di un sottotipo più aggressivo e letale. «Una migliore comprensione delle identità dei sottotipi di glioblastoma, e di ciò che scatena i loro cambiamenti, potrebbe essere una guida per sviluppare nuove e più efficaci terapie», ha osservato il primo autore Matthias Schmitt.

Progettare reporter genici

Data la natura eterogenea del glioblastoma, è necessaria una strategia innovativa per caratterizzare l’eterogeneità dei tumori cerebrali. Spinto da questa necessità, il team ha creato dei reporter sintetici, ovvero dei geni che sono associati a una sequenza di regolazione di un altro gene allo scopo di rilevarne o misurarne l’espressione genica. Lo scopo di questi reporter era quello di rendere possibile il tracciamento genetico degli stati delle cellule tumorali. I risultati dei ricercatori sono stati pubblicati sulla rivista «Cancer Discovery». Con la nuova tecnologia, il team di ricerca è riuscito a comprendere meglio i processi biologici del tumore cerebrale. «All’interno del genoma delle cellule tumorali, abbiamo identificato i regolatori che programmano ogni firma dei sottotipi», ha spiegato la co-autrice Yuliia Dramaretska nel comunicato stampa. «Abbiamo poi trasformato questi brevi segmenti di DNA in reporter molecolari che diventano fluorescenti quando le cellule cambiano». Il team ha anche identificato la causa scatenante del cambiamento nelle cellule dei diversi sottotipi di glioblastoma. Mentre il glioblastoma proneurale è definito nello studio come «un’identità immutabile», si è scoperto che il glioblastoma mesenchimale subisce un rapido cambiamento di stato cellulare innescato dalle radiazioni ionizzanti, ma non dall’ipossia. Secondo il dott. Gargiulo, i piani futuri prevedono l’utilizzo dei reporter per comprendere come evitare che le cellule immunitarie rendano più aggressive le cellule tumorali. «Forse possiamo anche incoraggiarli a reclutare altre cellule immunitarie che li aiuteranno a combattere il tumore», ha osservato nel comunicato stampa. Tali piani contribuiranno a promuovere gli obiettivi del progetto iGBMavatars (Glioblastoma Subtype Avatar models for Target Discovery and Biology): migliorare i trattamenti disponibili in modo da rinforzare la risposta dei pazienti e gettare le basi per la scoperta di trattamenti nuovi e più efficaci. Per ulteriori informazioni consultare: progetto iGBMavatars

Parole chiave

iGBMavatars, glioblastoma, cervello, cellula, immunitaria, tumore

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