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Contenuto archiviato il 2023-01-20

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Un progetto dell'UE sviluppa vaccini da piante GM

Nell'ambito del Sesto programma quadro (6PQ), la Commissione europea finanzierà con 12 milioni di euro un nuovo progetto che prevede di usare piante geneticamente modificate (GM) per sviluppare vaccini contro la rabbia, la tubercolosi, il diabete e l'HIV. Primo progetto inter...

Nell'ambito del Sesto programma quadro (6PQ), la Commissione europea finanzierà con 12 milioni di euro un nuovo progetto che prevede di usare piante geneticamente modificate (GM) per sviluppare vaccini contro la rabbia, la tubercolosi, il diabete e l'HIV. Primo progetto internazionale nel suo genere, Pharma-Planta riunisce 39 scienziati di 11 paesi europei e della Repubblica sudafricana, che svilupperanno il concetto dalle modifiche delle piante ai test clinici e cominceranno presumibilmente i test dei medicinali sugli esseri umani entro il 2009. Il progetto affronterà problemi sanitari di fondamentale importanza sia in Europa che nei paesi in via di sviluppo, anche se lo scopo principale è quello di mettere i nuovi farmaci a disposizione dei paesi più poveri. 'Ci stiamo occupando di quello che consideriamo un serio problema di squilibrio globale delle cure sanitarie', ha detto il coordinatore scientifico del progetto, il professor Julian Ma dell'inglese St George Hospital Medical School. 'Il fardello maggiore delle malattie ricade sulle spalle dei paesi in via di sviluppo, ma si tratta di paesi che non hanno a disposizione i vaccini', ha aggiunto Ma. La tecnologia GM può essere usata per forzare la struttura molecolare delle piante a produrre una vasta serie di compound utili in medicina. Ad esempio, le alterazioni genetiche hanno permesso di ottenere insulina umana e un vaccino per l'epatite B. Tuttavia nell'UE non ci si è mai formalmente occupati delle sostanze derivate da piante e usate sull'uomo. Questo progetto innovativo vuole aiutare i 3,3 milioni di persone che ogni anno muoiono per malattie prevenibili quali la tubercolosi, la rabbia o la difterite. In effetti le piante, poco costose e versatili, dispongono di un enorme potenziale per la produzione di proteine farmacologiche ricombinanti. Come ha spiegato Ma: 'Coltivare piante costa poco, e se le dotassimo di un gene per un prodotto farmacologico si potrebbero produrre grandi quantità di farmaci o vaccini a basso costo'. Secondo il professore, i prodotti derivati da piante potrebbero costare tra 10 e 100 volte meno di un prodotto convenzionale, che è 'ad alta intensità di mano d'opera, costoso e spesso produce quantità relativamente piccole di sostanze farmacologiche'. Se avrà successo, la tecnica verrà licenziata a titolo gratuito ai paesi in via di sviluppo, che potranno avviarne la produzione a basso costo per disporre delle quantità loro necessarie. Il progetto non ha ancora scelto le piante da usare, ma i candidati più probabili sono il tabacco, il mais, le patate e i pomodori. 'L'approccio multidisciplinare', ha detto il partner del progetto Mario Pezotti, dell'università italiana di Verona, 'ci permetterà d'indagare tutti i diversi aspetti sperimentali legati all'uso di piante geneticamente modificate, con particolare attenzione alla sicurezza umana e ambientale'.

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