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Dibattito in plenaria sul gas: nuovo invito a istituire una politica energetica comune

Martedì 17 la Presidenza austriaca dell'UE ha partecipato a una seduta plenaria del Parlamento di Strasburgo, nel corso della quale vari membri hanno rinnovato l'invito a istituire una politica energetica comune alla luce del recente disaccordo tra Russia e Ucraina che ha dann...

Martedì 17 la Presidenza austriaca dell'UE ha partecipato a una seduta plenaria del Parlamento di Strasburgo, nel corso della quale vari membri hanno rinnovato l'invito a istituire una politica energetica comune alla luce del recente disaccordo tra Russia e Ucraina che ha danneggiato l'approvvigionamento di gas in Europa. Tuttavia, permane un evidente divario su questioni quali il ruolo dell'energia nucleare nella politica energetica comune e l'opportunità di condurre ulteriori attività di ricerca sul nucleare o sulle fonti di energia rinnovabili. Il dibattito è stato inserito all'ordine del giorno della seduta a causa delle preoccupazioni riguardanti l'affidabilità delle forniture di gas russe. Gli eurodeputati avevano concordato una loro riunione non prevista in calendario per l'11 gennaio al fine di discutere il problema: il dibattito tenutosi in tale sede ha denotato un ampio accordo sulla politica energetica comune. Il cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel ha invitato i membri dell'UE a ridurre la loro dipendenza dal gas russo e a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento. "Si tratta da un lato di ridurre la dipendenza da un singolo fornitore e dall'altro di diversificare l'approvvigionamento", ha dichiarato. Si è generalmente concordi nel ritenere la diversificazione dell'approvvigionamento un obiettivo a lungo termine fondamentale. Il commissario UE dell'Energia Andris Piebalgs è andato oltre, invitando a seguire una "politica di coesione sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico [...]. Il suddetto disaccordo ha rappresentato un campanello d'allarme per l'UE: occorre trarne un insegnamento e istituire una politica energetica comune". Gli eurodeputati hanno rinnovato il loro sostegno alla politica energetica comune: tuttavia, mentre taluni gruppi sostengono maggiori investimenti nelle fonti di energia rinnovabili, altri prevedono un futuro nucleare. Il ministro federale austriaco dell'Economia e Presidente del Consiglio Martin Bartenstein ha affermato che l'UE deve guardare alle "tecnologie pulite e all'utilizzo a lungo termine di approvvigionamenti paralleli. Non riteniamo che l'energia nucleare rappresenti un'opzione. Intendiamo osservare l'evoluzione all'interno del mercato energetico e tentare di promuovere iniziative proficue". L'europarlamentare lituana Danute Budreikaite ha tuttavia invitato a "rianalizzare il ritorno a un determinato livello di energia nucleare al fine di conseguire una maggiore indipendenza dalla Russia". Anche la sua compatriota Margarite Starkeviciute si è detta favorevole all'approccio nucleare, invitando a creare un centro di ricerca/innovazione per le centrali nucleari di nuova generazione o le tecnologie simili. "Mi attendo una simile proposta dalla Commissione: solo allora le nostre dichiarazioni sulla strategia di Lisbona acquisiranno una consistenza tangibile", ha dichiarato. A medio termine, è in corso di progettazione un gasdotto per il trasporto dal Mar Caspio attraverso la Turchia, che allevierà molti degli attuali problemi, mentre non sono ancora concretamente visualizzate soluzioni a lungo termine. Gli europarlamentari non possono ancora sottoporre a votazione l'ipotesi di avviare i lavori per una politica energetica comune poiché né il Consiglio né la Commissione hanno finora presentato una mozione in merito.

Paesi

Austria, Ungheria, Italia, Lituania, Russia, Turchia, Ucraina

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