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The development of biologically active metal implants for improved osseointegration

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Migliori impianti articolari per l’osteoartrite

Uno studio europeo ha lavorato allo sviluppo di un nuovo approccio per rivestire gli impianti articolari. Il risultato dovrebbe aumentare il successo degli interventi chirurgici di sostituzione delle articolazioni.

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L’osteoartrite (OA) è il disturbo muscoloscheletrico più comune, che colpisce centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Attualmente non esiste una cura definitiva per l’OA e il trattamento prevede normalmente la sostituzione dell’intera articolazione. Il successo di questo metodo dipende dall’integrazione completa e rapida del dispositivo prostetico con l’osso esistente, processo noto come osteointegrazione. Finora per il rivestimento degli impianti prostetici è stata usata l’idrossiapatite, che però è spesso inadatta per impianti a lungo termine e può causare osteolisi. Il progetto BIOSTEM (The development of biologically active metal implants for improved osseointegration), finanziato dall’UE, mirava a sviluppare impianti metallici biologicamente attivi per una migliore osteointegrazione dopo le procedure di artroplastica delle articolazioni. Per affrontare i problemi di rivestimento negli impianti BIOSTEM ha proposto di rilasciare collagene sulla superficie di PEEK (polietereterchetone). Il PEEK è un polimero clinico biologicamente inerte che ha avuto un significativo successo clinico nelle applicazioni spinali e cranio-maxillo-facciali. I ricercatori sono riusciti a modificare il collagene per rivestire il PEEK al fine di favorire l’apposizione ossea conservando la chimica desiderata, come valutata dai metodi a spettroscopia. Il materiale ibrido migliorava anche l’attaccamento delle cellule staminali mesenchimali e la loro differenziazione osteogenica. Il dispositivo al plasma utilizzato per rivestire l’impianto poteva inoltre essere sistemato negli ospedali per una fabbricazione in loco. L’approccio BIOSTEM è stato convalidato in un modello preclinico in vivo di coniglio con impianti femorali in PEEK. Si sono utilizzati una serie di metodi come test meccanici, analisi istomorfometriche e tomografia microcomputerizzata per valutare il volume osseo all’interfaccia dell’impianto. Nel suo insieme l’approccio BIOSTEM affronta i limiti attuali nel settore della protesiologia rispetto ai rivestimenti degli impianti. Fornisce una modificazione clinicamente realizzabile, stabile e duratura del PEEK, che ha il potenziale di favorire l’osteointegrazione nei pazienti con OA.

Parole chiave

Osteoartrite, sostituzione di articolazioni, osteointegrazione, collagene, PEEK

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