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AYURVEDIC BIOACTIVE COMPOUNDS STABILIZED PICKERING DOUBLE EMULSIONS- FABRICATION AND IN VITRO EVALUATION

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Ayurveda potenziata dalla nanotecnologia per alimenti più salutari

L’Ayurveda è stata praticata in India per oltre 5 000 anni. Eppure, questa medicina alternativa composta essenzialmente da terapie di massaggio e diete speciali non è mai riuscita a sfondare nei mercati europei. Un progetto finanziato dall’UE sta usando la nanotecnologia per portare i composti ayurvedici nei prodotti alimentari sottoposti a trasformazione industriale.

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In Europa l’Ayurveda viene considerata come una pseudoscienza. Ma anche se mancano le prove per poter corroborare le sue affermazioni scientifiche, alcuni degli ingredienti alla base della dieta ayurvedica hanno attirato una qualche attenzione scientifica per le loro presunte qualità. Secondo il prof. Ian Norton, ingegnere chimico all’Università di Birmingham, alcuni di questi ingredienti – che lui chiama composti ayurvedici bioattivi (ABC) – sono degni di un rigoroso studio scientifico per vedere se sono in grado di essere d’aiuto per controllare problemi cronici di salute come l’obesità. Questo solleva una domanda importante: Se possiedono un simile potenziale, come mai gli ABC non sono stati integrati nei nostri alimenti? Il prof. Norton afferma che vi sono tre ragioni fondamentali per questo. La prima è la mancanza di sufficienti ricerche scientifiche e studi sulla sicurezza per adattare gli ingredienti ayurvedici ai cibi europei, che sono in effetti molto differenti da quelli asiatici, in aggiunta alla difficoltà di ottenere l’approvazione da parte delle autorità competenti. Poi c’è la questione che l’aggiunta di composti ayurvedici modificherebbe le proprietà organolettiche degli alimenti. Per dirla in parole semplici, gli alimenti arricchiti dall’Ayurveda diventerebbero più piccanti e aspri di quanto la maggior parte dei consumatori europei sia in grado di sopportare. Infine, c’è il modo in cui prepariamo il cibo qui in Europa. “A differenza dei paesi asiatici dove le persone cucinano il cibo quotidianamente, in Europa e in altri paesi sviluppati si utilizzano più prodotti alimentari sottoposti a trasformazione industriale, che hanno una maggiore durata di conservazione. Questo periodo prolungato di conservazione significa che vi è una maggiore possibilità di perdere le proprietà e i benefici di questi composti.” Questo è particolarmente problematico, dato che i composti ayurvedici sono noti per la loro instabilità. Essi sono sensibili a luce, temperatura, pH od ossigeno, e questo significa che la loro aggiunta ad alimenti sottoposti a trasformazione industriale richiederebbe un’innovativa tecnologia per la distribuzione. Secondo il prof. Norton e il suo team, la nanotecnologia potrebbe essere il candidato giusto, visto che può incrementare stabilità, biodisponibilità e accettabilità di questi composti ayurvedici. “Le nanoparticelle possono essere usate per incapsulare dei composti bioattivi sensibili all’interno di nano-compartimenti che li proteggono dalla degradazione causata dall’esposizione a calore, luce, ossigeno, ecc. Analogamente, nel tratto gastrointestinale, queste nanoparticelle possono essere usate per aumentare la biodisponibilità dei composti ayurvedici incrementando la loro velocità di dissoluzione nei fluidi biologici, l’assorbimento cellulare e la stabilità. Per di più, l’intrappolamento da parte delle nanoparticelle può essere usato per mascherare il cambiamento non necessario delle proprietà organolettiche nei prodotti alimentari.” Questa cosiddetta “tecnologia a nanocristalli” era l’obiettivo principale del progetto NSEF (Nano Structured Emulsion Foods). Grazie a un finanziamento dell’UE, il team intendeva fabbricare nanocristalli di ABC, e utilizzare anche questi nanocristalli come particelle solide commestibili e stabilizzanti per controllare la funzionalità dell’emulsione. “In generale, le nanoparticelle (sia amorfe che in cristalli) sono prodotte usando un approccio dal basso verso l’alto, un approccio dall’alto verso il basso o con una combinazione dei due. Nel nostro studio, abbiamo usato un approccio dal basso verso l’alto per fabbricare nanocristalli di curcumina,” spiega il prof. Norton. Anche se questi nanocristalli devono ancora essere incorporati in prodotti alimentari reali, i risultati preliminari sono stati soddisfacenti e il team spera adesso di fare progressi, sospinto dall’interesse dimostrato da vari soggetti nell’industria della lavorazione alimentare. “Attualmente stiamo cercando dei finanziamenti per esaminare ulteriormente quanto sia fattibile utilizzare l’Ayurveda a beneficio dei cittadini europei e anche una collaborazione industriale per far uscire la nostra ricerca da un ambito esclusivamente accademico,” conclude il prof. Norton.

Parole chiave

NSEF, nanotecnologia, Ayurveda, composti, cibo, emulsione, curcumina, nanoparticelle, nanocristalli

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