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SKYOPENER - establishing new foundations for the use of Remotely-Piloted Aircraft Systems for civilian applications.

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Definire le questioni relative a sicurezza, protezione e privacy nell’uso dei droni nello spazio aereo civile

Per aumentare l’uso dei droni civili nello spazio aereo civile europeo, il progetto SKYOPENER ha sviluppato un’infrastruttura di sistema aggiornata.

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I droni, una volta utilizzati solo dalle forze militari, vengono ora sempre più utilizzati dai normali cittadini. Gli usi variano ampiamente, dalla fotografia amatoriale al sostegno agli agricoltori nelle piantagioni. Il risultato è un uso sempre maggiore dei droni nello spazio aereo civile, il che comporta nuove sfide, non da ultimo maggiori interazioni con i ANSP (fornitori di servizi di navigazione aerea (ANSP)). Il progetto SKYOPENER, finanziato da Orizzonte 2020, ha sviluppato un sistema per iniziare ad affrontare queste nuove problematiche e garantire sicurezza, protezione e privacy nell’uso dei droni nello spazio aereo europeo. Man mano che l’applicazione dei droni si estende in aree quali la ricerca e il salvataggio, aumenta la necessità di accessibilità, affidabilità e funzionalità su distanze più lunghe. Nello spazio aereo civile europeo, però, le normative impongono che i droni rimangano sempre entro la linea di vista degli operatori, limitandone significativamente l’utilizzo. Migliorando la navigazione, la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi generali, è possibile che la politica si evolva di pari passo con la tecnologia. L’obiettivo principale del progetto è stato quello di migliorare l’affidabilità e la sicurezza dei sistemi di navigazione dei droni, come è stato dimostrato da test a terra dai quali è emersa una maggiore solidità nei confronti del disturbo e una maggiore precisione dei comandi. «L’utilizzo del GPS e del satellite europeo Galileo in combinazioni multifrequenza consente di migliorare la disponibilità. Utilizzando misure a doppia frequenza possiamo essere più precisi e più stabili quando si tratta di interferenze», spiega Alexander Butler, direttore tecnico Viasat, riferendosi al programma SKYOPENER. Grazie all’inclusione di Galileo nel concetto di multi-costellazione e all’integrazione con altri sensori, è possibile migliorare notevolmente la precisione, la disponibilità, la continuità e l’affidabilità della navigazione dei velivoli telecomandati (UAV, Unmanned Aerial Vehicle)», aggiunge Butler. Tra gli altri obiettivi del progetto vi erano il miglioramento della consapevolezza situazionale dei droni, lo sviluppo di sistemi di sicurezza per mitigare l’errore umano e lo sviluppo di un sistema con sorveglianza interattiva per i sistemi di droni. SKYOPENER ha voluto affrontare la ridondanza di alcuni sistemi di comunicazione, sviluppando un sistema di comando che sfrutti radio e satellite multibanda. «Abbiamo dimostrato la possibilità di integrare un sistema di comunicazione ibrido a lungo raggio e resiliente in grado di passare tra i canali radio, cellulari e satellitari», spiega Butler.

Autocontrollo

Il sistema di controllo serve a integrare i droni e il sistema sottostante. L’idea è che il sistema venga utilizzato dagli operatori di infrastrutture civili, così da aprire nuove strade alle applicazioni professionali dei droni. La visione finale del progetto SKYOPENER è una soluzione efficiente ed economica per le applicazioni civili di droni.

Prove di volo

Il team ha condotto prove del sistema SKYOPENER e dei droni in Svizzera, dove è stata dimostrata la capacità di un drone ad ala fissa a lungo raggio con un carico utile relativamente modesto (3-5 kg) di raccogliere ed elaborare dati dei sensori della stessa qualità di quelli attualmente utilizzati dagli aerei con equipaggio. «SKYOPENER ha dimostrato che anche con una capacità di carico utile limitata, la qualità dei dati raccolti corrisponde a quella delle piattaforme aeree con equipaggio», afferma Butler. I test sono stati estremamente positivi e aprono il progetto all’ampliamento dell’infrastruttura complessiva del sistema. «La qualità dei dati raccolti dal sistema SKYOPENER non solo soddisfa, ma addirittura supera, i requisiti dell’utente finale. I velivoli telecomandati sono solo una parte di un’ampia e complessa integrazione di sistema di molti componenti», aggiunge Butler. Il problema ora, spiega Butler, è far sì che la politica risponda al desiderio del team di svolgere ulteriori test: «La regolamentazione rappresenta ancora un ostacolo all’ottenimento di autorizzazioni di volo su base regolare».

Parole chiave

SKYOPENER, drone, civile, militare, navigazione, sistema, sistema ibrido di comunicazione, UAV, velivoli telecomandati

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