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Development of a platform and toolkit for understanding interactions between nanoparticles and the living world

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La nanotecnologia è oggetto di valutazioni di sicurezza

Il ricorso diffuso alla nanotecnologia ha stimolato la conduzione di valutazioni di sicurezza nell'ambito del progetto Nanointeract. I risultati potrebbero contribuire al miglioramento e alla manipolazione delle attuali formulazioni delle nanoparticelle, nonché all'istituzione di specifiche pratiche per la salvaguardia degli esseri umani e dell'ambiente da utilizzi potenzialmente tossici della nanoscienza.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

La nanotecnologia, che negli ultimi anni ha attirato importanti investimenti, rappresenta un campo scientifico promettente e caratterizzato da ampie applicazioni. Tuttavia, un utilizzo cauto e responsabile delle innovazioni sviluppate nell'ambito delle nanoscienze, unito ad un monitoraggio continuo del processo produttivo, è assolutamente indispensabile se si vogliono scongiurare rischi per la salute umana o per l'ambiente causati da queste soluzioni nelle varie fasi del loro ciclo di vita. Per facilitare tale processo, i fautori del progetto Nanointeract, finanziato dall'UE, hanno avviato la creazione di una base scientifica e tecnica per la comprensione e la previsione degli impatti biologici delle particelle ingegnerizzate di nanoscala. Gli sperimentatori sono andati alla ricerca della connessione tra l'assorbimento e la biodistribuzione delle nanoparticelle da parte delle cellule, nonché del loro effetto sulla funzione cellulare. Nello specifico, sono stati creati protocolli sperimentali per lo studio dell'interazione delle nanoparticelle con le cellule, le piante e gli organismi acquatici. Si pensa che l'assorbimento cellulare delle nanoparticelle avvenga mediante le proteine presenti nei liquidi biologici, che formano una "corona" biomolecolare sulla loro superficie. Allo scopo di comprendere in che modo la copertura delle nanoparticelle influisce sulla loro quantità ed evoluzione della dispersione, i fautori del progetto Nanointeract hanno investito molte energie per studiare l'interazione reciproca tra le nanoparticelle e le proteine. Sono stati studiati l'effetto della proteina assorbita sulla stabilità della nanoparticella e l'impatto biologico delle nanoparticelle sulla conformazione e sulla funzione delle proteine. I risultati hanno rivelato che le corone derivate dal plasma sanguigno erano sufficientemente longeve e rappresentavano potenzialmente ciò che veniva rilevato dalla cellula piuttosto che la superficie delle nanoparticelle. Inoltre, la natura della corona proteica determinava l'assorbimento delle nanoparticelle da parte delle cellule, influenzandone la cinetica e la collocazione. L'analisi tossicologica delle nanoparticelle di biossido di silicio (SiO2) più ampiamente utilizzate, a partire da una gamma di fonti diverse, ha dimostrato che, in generale, si tratta di oggetti non citotossici. Tuttavia, l'esposizione a lungo termine a elevate concentrazioni di queste nanoparticelle potrebbe determinare un accumulo potenziale di particelle e, di conseguenza, causare una tossicità acuta o cronica. Nel complesso, i risultati dell'iniziativa Nanointeract hanno confermato la necessità e l'importanza della conduzione di valutazioni sulla nanosicurezza, fornendo le prime indicazioni sul fatto che la "corona" proteica dovrebbe essere integrata nel processo di caratterizzazione delle nanoparticelle.

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