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L'Ungheria mantiene la presa sulle biotecnologie

Una recente indagine di EuropaBio e di Ventura Valuation indica che in Ungheria rimane forte lo sviluppo nel settore delle biotecnologie. Lo studio si è esteso anche a 12 nuovi Stati membri dell'UE, alla Croazia e alla Turchia. L'ingegnere ungherese Károly Ereky fu il primo ...

Una recente indagine di EuropaBio e di Ventura Valuation indica che in Ungheria rimane forte lo sviluppo nel settore delle biotecnologie. Lo studio si è esteso anche a 12 nuovi Stati membri dell'UE, alla Croazia e alla Turchia. L'ingegnere ungherese Károly Ereky fu il primo a coniare nel 1919 il termine biotecnologia quale "uso di metodi, strumenti [e] processi biologici per scopi industriali, tecnici e di ricerca". Gli esperti dicono che l'Ungheria era già la patria delle biotecnologie prima della seconda guerra mondiale, quando gli ungheresi crearono l'acido acetico in grandi quantità. L'Ungheria fu anche il primo paese a produrre la vitamina B12 a livello industriale e a utilizzare enzimi batterici per la produzione della birra. Sono 260 le società biotecnologiche studiate nella ricerca, la maggior parte di cui sono nella Repubblica ceca, Estonia, Ungheria e Polonia, e molte di esse sono impegnate nella ricerca generale e nella produzione. Il 20% di queste aziende si occupano di diagnostica e il 19% sono impegnate nel settore delle analisi. La bioinformatica è agli ultimi posti (8%), anche se in fase di crescita. Il settore impiega attualmente più di 100.000 persone e 1.900 di queste si occupano di ricerca e sviluppo (R&S). Il totale degli investimenti nel 2008 è stato di più di 345 milioni di euro, di cui 19 milioni di euro investiti in R&S. Per quanto riguarda l'Ungheria, più di 1.000 persone lavorano in 77 società, e il 40% di questi sono impegnati nella R&S. L'Ungheria ospita grandi centri di ricerca diagnostica e analitica. Tuttavia, anche la ricerca generale e la bioinformatica hanno un ruolo importante nel settore biotecnologico ungherese. Gli investimenti in biotecnologia hanno superato i 5 milioni di euro. Lo studio ha anche rivelato che la creazione di un quadro unico e coerente nell'Unione europea contribuirebbe in modo vantaggioso ai settori biotecnologico e sanitario. Gli esperti hanno anche suggerito che l'Ungheria è il luogo ideale per le società di ricerca biologica che intendono ampliare le proprie attività in tale regione. In un altro filone di sviluppo, è aperto il quinto invito congiunto per i progetti transnazionali dell'iniziativa EUROTRANS-BIO (ETB). Tutte le proposte devono essere inviate entro il 1 febbraio 2010. Il progetto ETB, sostenuto dall'UE nell'ambito della rete ERA-NET, intende sviluppare partenariati transnazionali tra le piccole e medie imprese (PMI) e i loro partner strategici, migliorare e accelerare il trasferimento di tecnologie, rafforzare l'impegno europeo e promuovere lo sviluppo industriale sostenibile, in particolare nel settore biotecnologico. L'iniziativa è condivisa tra centri statali di ricerca, sviluppo e innovazione (RSI) in Austria, Belgio (Fiandre e Vallonia), Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi e Spagna (Paesi Baschi, Catalogna e Madrid).

Paesi

Ungheria