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La Commissione chiede un riscontro sulle raccomandazioni concernenti il libero accesso

La Commissione europea ha pubblicato uno studio sul sistema europeo delle pubblicazioni scientifiche, che raccomanda, tra l'altro, di mettere a disposizione gli articoli pubblicati relativi alla ricerca finanziata dall'UE in archivi liberamente accessibili dopo un periodo di t...

La Commissione europea ha pubblicato uno studio sul sistema europeo delle pubblicazioni scientifiche, che raccomanda, tra l'altro, di mettere a disposizione gli articoli pubblicati relativi alla ricerca finanziata dall'UE in archivi liberamente accessibili dopo un periodo di tempo prestabilito. Lo studio ha esaminato l'evoluzione economica e tecnica dei mercati della pubblicazione scientifica in Europa, e si propone di mettere in moto un processo di consultazione sull'editoria scientifica. Le pubblicazioni scientifiche garantiscono la divulgazione dei risultati della ricerca, il che costituisce un requisito essenziale per la ricerca successiva e per tradurre tali risultati in prodotti e servizi commercializzabili. La pubblicazione contribuisce inoltre alla certificazione della qualità del lavoro di ricerca. "Data la scarsità di fondi pubblici per assicurare l'accesso alle pubblicazioni scientifiche, vi è un interesse notevole a far sì che l'Europa sia dotata di un sistema efficace e funzionante per le pubblicazioni scientifiche, in grado di trasmettere tempestivamente i risultati a un vasto pubblico", afferma la Commissione europea. "Siamo pronti a collaborare con lettori, autori, editori ed enti finanziatori per mettere a punto tale modello", ha affermato il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik. Gli autori della relazione affermano che occorrerebbe introdurre una nuova politica comunitaria sulla pubblicazione degli articoli relativi alla ricerca finanziata dall'Unione, in seguito a dibattiti con gli Stati membri e le associazioni accademiche e di ricerca, al fine di stabilire il metodo di attuazione migliore. La relazione raccomanda inoltre parità di condizioni in termini di modelli imprenditoriali per l'editoria. Ciò fa riferimento alla problematica del "chi paga cosa". "A questo punto, sembra auspicabile consentire la sperimentazione e la concorrenza tra diversi modelli imprenditoriali possibili, il che significa stanziare fondi a favore delle biblioteche perché si abbonino a riviste pagate dal lettore o dalla stessa biblioteca, ma anche a favore degli autori affinché sostengano i costi di pubblicazioni nelle riviste finanziate dagli autori, nonché a favore dei ricercatori in base al modello secondo cui il costo va sostenuto dal lettore". Gli autori formulano inoltre raccomandazioni sull'ampliamento delle classifiche della qualità per le riviste scientifiche, in modo da garantire un accesso costante agli archivi digitali delle riviste accademiche e per promuovere strumenti interoperabili per migliorare la visibilità, l'accessibilità e la divulgazione della conoscenza. Gli strumenti potrebbero essere sviluppati finanziando la ricerca sulle questioni dell'interoperabilità, in particolare sui metadati per migliorare l'efficienza di ricerca e recupero delle informazioni scientifiche, e mediante la promozione dell'attuazione di tecnologie di linking. "Entrambi gli sviluppi potrebbero essere presi in considerazione dalla Commissione europea nella sua strategia di realizzazione di un�infrastruttura elettronica per lo Spazio europeo della ricerca", si legge nella relazione. Lo studio ha dato luogo a raccomandazioni volte a prevenire le barriere strategiche all'accesso e alla sperimentazione, nonché la concentrazione eccessiva. Si riferiscono a strategie procompetitive di fissazione dei prezzi, a fusioni, e allo sviluppo delle pubblicazioni elettroniche. Si stima che il mercato dell'editoria di riviste per la scienza, la tecnologia e la medicina abbia un valore compreso tra i 7 e gli 11 miliardi di dollari (da sei a nove miliardi di euro). I prezzi delle riviste scientifiche hanno subito un'ascesa costante, e tra il 1975 e il 1995 sono aumentati di un valore compreso tra il 200 e il 300 per cento al di sopra dell'inflazione. Al rincaro dei prezzi si è accompagnato un calo degli abbonamenti, sia da parte dei ricercatori individuali, sia delle biblioteche i cui bilanci sono stati tagliati o congelati. La situazione è cambiata nel 1995, quando gli editori hanno iniziato a utilizzare la trasmissione digitale e a fornire l'accesso on line alle proprie riviste. L'accesso continuava tuttavia a dipendere dalla possibilità delle biblioteche di affrontare la spesa degli abbonamenti. Il persistere delle difficoltà di bilancio delle biblioteche e i timori di una riduzione degli accessi hanno portato alla creazione di un movimento a favore del libero accesso alle informazioni scientifiche. Dichiarazioni a favore del libero accesso sono state sottoscritte da migliaia di persone e dagli istituti di ricerca e dagli organi finanziatori più importanti del mondo. La Commissione invita la comunità della ricerca a rispondere al nuovo studio. Le parti interessate sono invitate a inviare il proprio contributo via e-mail all'indirizzo indicato in appresso entro il 1° giugno 2006. Lo studio e il riscontro sul medesimo costituiranno il tema principale di una conferenza sulle pubblicazioni scientifiche che si terrà nell'autunno del 2006.

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