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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Le ricerche del 6° PQ sulle ineguaglianze sociali al centro di una nuova relazione

Una relazione pubblicata recentemente dalla Commissione europea, intitolata "Why socio-economic inequalities increase?" (Perché aumentano le ineguaglianze socio-economiche), pone l'accento su una serie di avvenimenti e iniziative politiche volte a contrastare l'aumento delle ...

Una relazione pubblicata recentemente dalla Commissione europea, intitolata "Why socio-economic inequalities increase?" (Perché aumentano le ineguaglianze socio-economiche), pone l'accento su una serie di avvenimenti e iniziative politiche volte a contrastare l'aumento delle disparità e delle ineguaglianze in Europa. Per far fronte alla costante crescita delle ineguaglianze socio-economiche a livello mondiale, gli autori ritengono necessario un nuovo modello socio-ecologico. La pubblicazione si basa su un approfondito riesame di 13 progetti di ricerca finanziati dalla direzione generale della Ricerca della Commissione europea nell'ambito del Sesto programma quadro (6° PQ). I progetti hanno analizzato i processi che scatenano le disparità, la povertà e l'esclusione e hanno valutato al contempo l'efficacia delle strategie implementate per promuovere la coesione sociale negli Stati membri, senza trascurare inoltre i meccanismi davvero necessari per compensare le disparità. "Il futuro è costituito da un nuovo modello socio-ecologico, che parte dai valori democratici propri dell'Unione europea come ad esempio l'equità, e che sia pertanto in grado di tradursi in un progresso effettivo. Questo modello potrebbe consentire di ridurre le ineguaglianze il prima possibile", si afferma nella premessa della relazione della Commissione. Progredire e ridurre le ineguaglianze richiederà anche di comprendere l'impatto delle politiche sociali ed economiche sulle diverse dimensioni dell'ineguaglianza. Queste dimensioni sono interconnesse e comprendono fonti di guadagno, reddito, istruzione e benessere. Nella definizione degli autori l'ineguaglianza socio-economica corrisponde alle disparità, delle risorse sia economiche che sociali, associate alla classe sociale. Fanno parte di queste risorse anche le variabili, sopra menzionate, rappresentate dal reddito, l'istruzione, la salute e il benessere. In realtà un nuovo modello è già pronto: si tratta della strategia Europa 2020 della Commissione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Con crescita intelligente si intende lo sviluppo di una'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione. La crescita sostenibile ha come obiettivo la promozione di un'economia più efficiente, anche dal punto di vista delle risorse, e attenta all'ambiente. Infine, con crescita inclusiva si fa riferimento a una crescita che promuove un'economia caratterizzata da un tasso di occupazione elevato in grado di assicurare la coesione sociale e territoriale. La relazione sottolinea inoltre che a prescindere dalla crescita economica, si registra un continuo aumento delle ineguaglianze anche nei paesi più ricchi. È un dato di fatto che la maggior parte degli Stati membri hanno conosciuto un incremento delle ineguaglianze rispetto al 1980. Il tipo di crescita a cui abbiamo assistito negli scorsi decenni non ha portato ai risultati sperati, ovvero l'eliminazione delle ineguaglianze in Europa. Il mancato raggiungimento di questo obiettivo è ascrivibile alla modernizzazione economica e alla regolamentazione del mercato del lavoro che hanno contribuito ad accrescere il divario di reddito e la polarizzazione dell'occupazione. Nella relazione della Commissione europea si afferma che è possibile prevenire l'ineguaglianza attuando un modello previdenziale corporativistico analogo a quello dei paesi nordici. Perché abbia successo è però necessario un approccio politico di natura olistica ed esaustiva. Gli autori dello studio enfatizzano il fatto che le ineguaglianze di reddito, per esempio, hanno subito un picco nei paesi nordici, mentre la crescita delle stesse nell'Europa continentale è stata modesta o è addirittura diminuita. In alcuni casi, queste differenze hanno dimensioni tali da intrappolare i lavoratori a basso reddito nella povertà o da esporli costantemente al rischio di caderci. L'occupazione, dunque, non costituisce automaticamente un riparo dalla povertà. Le donne e le madri single, in particolare, sono spesso protagoniste di un ciclo di povertà intergenerazionale. Per interrompere questo ciclo, si dice nella relazione, è necessario che i politici includano tra gli indicatori economici, come ad esempio l'onnipresente PIL, anche gli obiettivi sociali. Gli esperti si esprimono inoltre a favore degli organismi del mercato del lavoro e di un più forte impegno politico per ridurre l'ineguaglianza sociale ed economica, in modo particolare per ridurre i lavori sottopagati. La relazione conclude dicendo che "La ricerca del programma quadro nel campo delle scienze sociali ed umane dimostra in modo convincente che le società caratterizzate da un livello più contenuto di ineguaglianze offrono più vantaggi economici e sociali. Tra le azioni dell'Unione europea dovranno pertanto esserci politiche in grado di contrastare le ineguaglianze socio-economiche, a vantaggio di tutti i cittadini".