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Contenuto archiviato il 2023-03-16

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Un nuovo studio mostra quale polline è più aggressivo

Con l'avvicinarsi dell'estate, gli sfortunati che soffrono di allergie da polline staranno preparando le loro strategie annuali di difesa e un nuovo studio finanziato dall'UE, che ha rivelato quali sono i pollini più pericolosi, potrebbe aiutarli a prepararsi meglio. Ricerca...

Con l'avvicinarsi dell'estate, gli sfortunati che soffrono di allergie da polline staranno preparando le loro strategie annuali di difesa e un nuovo studio finanziato dall'UE, che ha rivelato quali sono i pollini più pericolosi, potrebbe aiutarli a prepararsi meglio. Ricercatori provenienti da 13 istituti partner in Austria, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Turchia si sono riuniti per condurre uno studio triennale, HIALINE ("Health Impacts of Airborne Allergen Information Network") che ha ricevuto 599.429 euro in finanziamenti nell'ambito del programma "Salute" dell'Agenzia esecutiva per la salute e i consumatori dell'UE. Lo scopo iniziale era determinare la variazione naturale del contenuto di allergeni del polline di betulla, graminacea e ulivo e attuare un sistema di previsione dell'allergene. La betulla, la graminacea e l'ulivo sono i tre principali responsabili della febbre da fieno in Europa e studiare il potenziale allergico dei pollini che provengono da essi potrebbe aiutare quelli che soffrono di reazioni allergiche al polline. Persone diverse possono avere reazioni allergiche molto diverse a un particolare tipo di polline e l'allergenicità dei pollini varia a seconda del periodo dell'anno e della regione poiché i pollini producono diverse quantità di composti proteici e sono questi che in definitiva determinano le caratteristiche della immunoreazione allergica. I soggetti allergici sviluppano sintomi allergici quando vengono a contatto con l'allergene al quale sono sensibili, ma finora l'unico modo di accertare quanto gravemente una persona sarebbe stata colpita era misurare la concentrazione di polline portata dall'aria. Questo metodo però dà poche indicazioni su quanto aggressivi siano i pollini a seconda del loro grado di maturazione, i pollini di una particolare specie di pianta non solo producono diversi allergeni, ma anche il numero delle proteine allergeniche presenti varia. Adesso, il team di HIALINE ha studiato il collegamento tra la conta del polline e la quantità di allergene rilasciato. Si sono occupati in particolare dell'allergene principale che si trova in ognuna delle tre specie di piante: Bet v 1 (betulla), Phl p 5 (graminacea) e Ole e 1 (ulivo). La ricerca mostra che la conta del polline è strettamente collegata al numero di allergeni rilasciati. Il team osserva comunque che esistono alcune differenze tra certi giorni e particolari stazioni di misurazione. "Il potenziale allergico varia con un fattore di 10", spiega il direttore dello studio Jeoren Buters. "In altre parole, fino a dieci volte più allergeni sono rilasciati nelle giornate "intense" rispetto ad altre volte. Le fluttuazioni più grandi sono state osservate nei pollini della graminacea in diversi siti di misurazione. Con sette volte il numero di allergeni Phl p 5, i pollini della graminacea in Francia erano significativamente più aggressivi rispetto a quelli misurati in Portogallo. I pollini della betulla, al contrario, hanno mostrato variazioni più lievi. La distanza geografica sembra comunque avere un ruolo secondario visto che in 2 stazioni di misurazione di ulivi che si trovano a solo 400 chilometri di distanza, i ricercatori hanno osservato che il livello di allergene era 4 volte più alto in uno dei due luoghi. Il dott. Buters spiega che anche il tempo ha un ruolo: "Alla stazione di misurazione in Portogallo, abbiamo trovato un'alta concentrazione dell'allergene Ole e 1, anche se c'era pochissimo polline trasportato dall'aria in Portogallo in quel momento. Abbiamo fatto alcuni calcoli meteorologici e abbiamo concluso che l'allergene era stato portato dalla Spagna, dove i pollini hanno un potenziale allergico sensibilmente più alto." Lo studio ha implicazioni per la ricerca futura nel campo e potrebbe portare a cure migliori per chi soffre di allergie, come spiega il dott. Buters: "Mettendo insieme misurazioni dell'allergene, previsione del polline trasportato dall'aria e dati meteorologici, possiamo migliorare significativamente i modelli che si usano oggi. L'unica vera terapia per un'allergia è l'iposensibilizzazione, il soggetto allergico deve cioè abituarsi all'allergene nel corso di un lungo periodo di tempo. Invece degli estratti di polline quindi i dottori potrebbero vaccinare i pazienti con proteine allergeniche, i veri responsabili delle allergie. Sarebbe molto più efficace per risolvere la causa del problema."Per maggiori informazioni, visitare: Technische Universität München: http://www.tum.de

Paesi

Austria, Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Regno Unito