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Intervista
Contenuto archiviato il 2024-04-18

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Un passo avanti nella corsa verso un pancreas artificiale

Il dott. J. Hans DeVries, coordinatore del progetto PCDIAB finanziato dall’UE, ci parla della promettente impresa scientifica di creare un pancreas artificiale che permetterebbe ai pazienti di regolare automaticamente i propri livelli di glucosio.

Presto gli specialisti saranno in grado di dare ai loro pazienti un pancreas artificiale, con la promessa di una somministrazione automatica di insulina quando i livelli di glucosio monitorati sono troppo alti. Un consorzio europeo ha creato un dispositivo che va un passo più avanti e potrebbe fornire all’Europa un vantaggio competitivo su questo nuovo mercato. Se c’è un’ossessione con la quale i malati di diabete imparano a convivere, è quella del livello di glucosio. Internet è inondato da articoli che contengono consigli sul modo migliore di regolarlo, anche se una vera soluzione, che li farebbe stare tranquilli, non è ancora disponibile. Quindi devono seguire una dieta sana, fare esercizio fisico e, quando la dieta non è abbastanza, usare un misuratore del livello di glucosio o un monitoraggio continuo e iniezioni o una pompa di insulina per eliminare eventuali surplus. L’unica luce alla fine del tunnel è un pancreas artificiale, una tecnologia che – quando sarà finalmente commercializzata – li aiuterà a regolare automaticamente i livelli di glucosio. Il progetto PCDIAB (A Portable Bihormonal Closed Loop for Diabetes), finanziato dall’UE, è una delle più promettenti imprese scientifiche per creare un tale pancreas artificiale e metterlo a disposizione dei pazienti. Lanciato nel 2011, il progetto ha appena ricevuto una proroga di nove mesi da parte della Commissione europea alla luce del chiaro potenziale di questo nuovo dispositivo. A differenza di altri pancreas artificiali in preparazione, quello di PCDIAB è una soluzione biormonale in grado far salire e far scendere il livello di glucosio in base alle informazioni trasmesse dai suoi sensori. Il dott. J. Hans DeVries, coordinatore del progetto, ci ha parlato delle potenzialità del dispositivo e dei suoi piani futuri per portarlo sul mercato. Quali sono i benefici del pancreas artificiale PCDIAB per i pazienti? I pazienti affetti di diabete di tipo 1 devono determinare molte volte al giorno la dose adeguata per l’iniezione di insulina. Per fare ciò, non solo devono monitorare la concentrazione di glucosio nel sangue con punture sulle dita, ma devono anche tener conto dell’influenza di pasti, attività fisica, stress e diversi altri fattori sul livello di glucosio. Mantenere il livello di glucosio nell’intervallo normale è essenziale per prevenire le complicazioni legate al diabete. Il raggiungimento del livello di glucosio desiderato usando la terapia con insulina è però limitato da possibili episodi ipoglicemici. Per questo le linee guida per il controllo del glucosio sono notoriamente difficili da soddisfare per una parte sostanziale dei pazienti. Con un pancreas artificiale, il controllo del glucosio si può rendere automatico in modo da ottenere un controllo del glucosio quasi normale ed evitare l’ipoglicemia. Riduce il peso di gestire da soli il livello di glucosio. I cambiamenti del glucosio, compresi quelli in seguito ai pasti o all’attività fisica, vengono corretti senza bisogno dell’intervento del paziente. È facile da usare? Nella prima sperimentazione clinica, i pazienti hanno trovato il dispositivo facile da usare. È richiesta un’adeguata interazione con il dispositivo perché esso continui a funzionare correttamente. L’interfaccia utente sarà ulteriormente sviluppata usando il feedback fornito da questi pazienti sperimentali in modo da renderla più intuitiva e quindi adatta a tutti i tipi di pazienti. In che modo è diverso dalle attuali pratiche e tecnologie? Ci sono due punti da notare. Il primo è che rispetto ad altri progetti di pancreas artificiale solo per l’insulina, PCDIAB usa sia glucagone (per far salire il glucosio quando necessario) che l’insulina (per far scendere il glucosio). L’uso di due ormoni permette di avere un dispositivo completamente reattivo. In secondo luogo, rispetto alle tecnologie presenti sul mercato, e cioè pompe di insulina e monitor continui del glucosio, che sono gestiti dal paziente, il pancreas artificiale si assume il controllo. Quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato nello sviluppo del pancreas artificiale PCDIAB? Ci sono due difficoltà principali. La prima era l’assemblaggio di un dispositivo miniaturizzato, che integrasse due pompe, una per l’insulina e una per il glucagone, insieme a due sensori e un software essenziale implementato due volte, una volta come backup di sicurezza. Questa parte è stata completata, ma ha richiesto più tempo di quanto sperassimo. La seconda difficoltà è trovare un produttore per una soluzione stabile di glucagone o qualcosa di analogo. Stiamo collaborando attivamente con aziende che possono farlo, ma ci vorranno diversi anni. Uno dei vostri obiettivi era dare all’Europa un vantaggio competitivo in questo settore. Tre anni dopo l’inizio del progetto, lo definirebbe un successo? Sembra che ci saranno solo poche aziende europee in grado di portare sul mercato un pancreas artificiale. Recentemente, la Fondazione di ricerca per il diabete giovanile, una fondazione statunitense che è il maggiore finanziatore di soluzioni per il diabete di tipo 1 al mondo, ha compilato un elenco delle aziende che hanno le potenzialità per portare sul mercato sistemi di pancreas artificiale. Ha menzionato due grandi aziende statunitensi e una grande azienda dell’UE, due aziende medie statunitensi, due piccole aziende statunitensi e una piccola azienda dell’UE, quest’ultima è Inreda, il partner produttore del nostro progetto PCDIAB. Quindi direi che dovremmo riuscire a raggiungere il nostro obiettivo. Adesso che il progetto è arrivato alla data conclusiva stabilita inizialmente, avete progetti per sviluppare ulteriormente questa tecnologia? Siamo molto contenti di aver ottenuto una proroga di nove mesi dalla Commissione. Intendiamo certamente portare sul mercato un prodotto dopo il progetto, nel giro di qualche anno. PCDIAB Coordinato dal centro medico accademico (AMC) nei Paesi Bassi. Funded under FP7-HEALTH. Sito web del progetto

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Paesi Bassi