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Le regioni richiedono le firme elettroniche

Il Comitato delle regioni (CdR) ha sottolineato la necessità di una maggiore disponibilità di risorse nell'ambito del Quinto programma quadro per aumentare la sensibilizzazione riguardo alle implicazioni delle firme elettroniche. Il parere del CdR sulla "Proposta di direttiva ...

Il Comitato delle regioni (CdR) ha sottolineato la necessità di una maggiore disponibilità di risorse nell'ambito del Quinto programma quadro per aumentare la sensibilizzazione riguardo alle implicazioni delle firme elettroniche. Il parere del CdR sulla "Proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio dell'Unione europea relativa a un quadro comune per le firme elettroniche" è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. La proposta di direttiva è finalizzata a garantire il corretto funzionamento del mercato interno in materia di firme elettroniche, attraverso la creazione di un quadro normativo uniforme e adeguato per il loro utilizzo nell'ambito della Comunità europea e l'istituzione di un insieme di criteri che garantiscano le basi per il loro riconoscimento giuridico. Secondo quanto affermato nella proposta, le comunicazioni e il commercio elettronici globali dipendono dal progressivo adattamento delle normative nazionali e internazionali alle infrastrutture tecnologiche in rapida evoluzione. Anche se, in numerosi casi, l'applicazione delle leggi esistenti potrebbe garantire soluzioni soddisfacenti, potrebbe rendersi necessario adattare queste normative in risposta alle nuove tecnologie, per evitare effetti indesiderati e impropri. Sebbene le firme elettroniche realizzate con le tecniche crittografiche siano attualmente considerate come una tipologia rilevante di firma elettronica, la Commissione ritiene che il quadro normativo europeo dovrà essere sufficientemente flessibile da coprire altre tecniche che potrebbero essere utilizzate per l'autenticazione. Il CdR accoglie con favore la proposta della Commissione e auspica che la direttiva possa essere varata e attuata in tempi rapidi, in parte anche per evitare divergenze nelle legislazioni e nelle procedure nazionali applicate nel settore delle imprese e della pubblica amministrazione. Il Comitato invita la Commissione ad adottare iniziative concrete per tentare di garantire che l'approccio legale e normativo alle firme elettroniche contenuto nella proposta trovi accettazione anche a livello mondiale. In mancanza di un tale risultato, la Commissione dovrebbe tentare di adeguare la proposta di direttiva alle disposizioni previste dalle iniziative internazionali più diffuse in questo settore specifico. Inoltre il Comitato sottolinea il fatto che un quadro legale e normativo per le firme elettroniche, che dovesse essere accettato nell'ambito di un'area più ampia dell'Unione europea, potrebbe rappresentare un importante contributo agli sforzi finalizzati a ridurre i tempi di adeguamento per le nuove regioni in vista dell'ampliamento e potrebbe contribuire ad accelerare lo sviluppo delle infrastrutture all'interno di tali regioni. Il CdR ritiene inoltre che lo sviluppo di nuovi servizi attualmente in corso nelle amministrazioni locali e regionali e nel settore delle imprese imponga che le normative di carattere generale, che regolamentano l'utilizzo delle firme elettroniche, debbano, per quanto possibile, essere indipendenti rispetto alle tecnologie specifiche applicate. Infine, il Comitato attribuisce grande importanza alla rapida diffusione dell'utilizzo delle firme elettroniche. Il volume delle transazioni dovrà essere sufficientemente grande sia per i servizi di certificazione commerciale sia per l'espansione del commercio elettronico. È di particolare importanza, dal punto di vista regionale, che le risorse disponibili nell'ambito del Quinto programma quadro, e le altre risorse a disposizione della Commissione, siano utilizzate per aumentare la sensibilizzazione in relazione alle opportunità pratiche offerte dalle firme elettroniche.