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La Norvegia presenta alla Commissione il proprio commento sul SER

Nella propria risposta alla comunicazione della Commissione europea sulla proposta di creare uno Spazio europeo della ricerca (SER), la Norvegia si è dichiarata favorevole all'idea e ha fornito una serie di suggerimenti che a suo avviso servirebbero a migliorarla. Tali modific...

Nella propria risposta alla comunicazione della Commissione europea sulla proposta di creare uno Spazio europeo della ricerca (SER), la Norvegia si è dichiarata favorevole all'idea e ha fornito una serie di suggerimenti che a suo avviso servirebbero a migliorarla. Tali modifiche riguardano soprattutto la necessità di dedicare maggiore attenzione alla mobilità, di intensificare la cooperazione e di evitare un'eccessiva burocrazia. Dal canto suo, la Norvegia ha già intrapreso una serie di azioni per quanto riguarda alcune delle idee contenute nella comunicazione. In merito alla proposta di creare una rete di centri di eccellenza in Europa, per esempio, sta già provvedendo all'istituzione e al collegamento dei propri centri di eccellenza (vedere RCN 17042), oltre a compiere i primi passi verso la creazione di centri virtuali di eccellenza. La Norvegia condivide il ruolo chiave che tali centri potrebbero svolgere nel promuovere la ricerca a lungo termine. Questo modello incontra il favore del paese, così come la proposta mappatura dei centri di eccellenza. I norvegesi condividono inoltre la definizione fornita da un gruppo di lavoro del CREST, secondo il quale i centri di eccellenza dovrebbero essere "centri di ricerca all'avanguardia in settori emergenti, particolarmente orientati verso l'innovazione". A questo proposito, la Norvegia fa notare come in alcuni ambiti (per esempio nel campo della ricerca artica, marina ed energetica), essa disponga delle competenze e delle strutture necessarie per costituire potenziali centri di eccellenza. La ricerca e la cooperazione transnazionali rivestono un'importanza altrettanto cruciale, secondo i norvegesi. Pur approvando questo elemento della comunicazione sul SER, la Norvegia mette in guardia contro i rischi associati all'istituzione di nuovi forum per il coordinamento e la consultazione, poiché ciò "potrebbe portare ad una burocratizzazione e ad una minore indipendenza per le varie organizzazioni". La Norvegia suggerisce inoltre di vagliare in modo più approfondito i programmi che meglio si adattano a questo tipo di cooperazione. Per quanto concerne l'attività di benchmarking nell'ambito del SER, i norvegesi hanno espresso chiaramente il desiderio di parteciparvi, ma suggeriscono che il modo migliore di procedere è quello di partire da una base ristretta, ovvero da un numero limitato di ambiti prioritari da inserire nell'attività di comparazione. Ciò consentirebbe di evitare che il processo diventi troppo complesso e dispendioso in termini di tempo, afferma il documento. Quanto alla mobilità, i norvegesi la definiscono "fondamentale per lo sviluppo di un vero e proprio Spazio europeo della ricerca". Il documento pone l'accento sugli sforzi profusi dalla Norvegia per accrescere la mobilità all'interno dei propri confini e puntualizza che "le azioni intraprese a livello nazionale per rafforzare la mobilità dei ricercatori sono importanti per alimentare simili iniziative a livello europeo". L'introduzione della mobilità fra le università e l'industria è un fattore particolarmente rilevante, così come la garanzia di opportunità che consentano ai giovani di muoversi liberamente. A tal fine, i norvegesi hanno perfino proposto di introdurre un soggiorno all'estero obbligatorio per i dottorandi, da effettuare durante il loro periodo di assunzione. Essi ritengono inoltre che sia necessario intensificare la cooperazione con il settore dell'istruzione, affinché il tentativo di suscitare nei giovani più interesse per la scienza e la ricerca dia maggiori frutti. Il documento apprezza il fatto che nella comunicazione sul SER si faccia esplicito riferimento alla necessità di affrontare il problema del ruolo delle donne nella scienza e propone lo sviluppo di alcuni indicatori relativi all'integrazione delle ricercatrici, fattore che contribuirebbe ad una maggiore sensibilizzazione in merito a tale questione. Affinché risulti efficace, la mobilità deve poter funzionare in tutte le direzioni. Per questa ragione, il documento norvegese sostiene che la ricerca europea dovrà migliorare la sua capacità d'attrattiva nei confronti dei paesi al di fuori dell'Europa. "Rendere i laboratori europei allettanti per i ricercatori di tutto il mondo sarà importante anche ai fini di un rafforzamento della base di ricerca europea e della creazione di collegamenti con le comunità di ricerca situate al di fuori dell'Europa". Infine, il documento pone l'accento sull'aspetto etico della ricerca ed esprime il proprio apprezzamento per le iniziative avviate su questo tema dalla Commissione europea, alle quali propone di integrare, rafforzandole, il lavoro svolto dalla Commissione mondiale dell'UNESCO sull'etica del sapere scientifico e della tecnologia (COMEST).