Studio UE rileva una correlazione fra l'aumento del grasso addominale e il tumore al colon
Secondo i risultati di uno studio finanziato dall'UE, uomini e donne con un punto vita elevato potrebbero correre maggiori rischi di insorgenza del tumore del colon. In sei anni, i ricercatori che hanno lavorato allo "Studio prospettico europeo sul cancro, le malattie croniche, l'alimentazione e lo stile di vita" (EPIC) hanno effettuato un monitoraggio su 495.417 persone in tutto tra uomini e donne non affetti da tumore e di età compresa tra i 25 ed i 70 anni, scelti in 10 paesi europei. Ai partecipanti sono stati misurati peso, altezza e massa corporea (IMC meno peso corporeo, diviso altezza) ed è stato chiesto di compilare dei questionari su alimentazione, esercizio fisico ed altri fattori che influiscono sullo stile di vita. Durante il follow-up, a 984 partecipanti è stato diagnosticato un tumore al colon e a 586 un tumore al retto. I ricercatori hanno riscontrato che in entrambi i sessi vi era una correlazione tra la dimensione del punto vita e il rischio di tumore al colon. Le donne con un rapporto vita/fianchi (WHR) superiore a 0,85 presentavano un rischio di sviluppare un tumore al colon del 52 per cento più elevato rispetto a quelle con un rapporto WHR inferiore a 0,73. Valori simili sono stati rilevati negli uomini, per i quali il rischio di tumore del colon aumentava del 51 per cento rispetto a quanti avevano il punto vita il rapporto più basso (inferiore a 0,89). I risultati, pubblicati sul "Journal of the National Cancer Institute" hanno anche dimostrato che gli uomini e le donne di più elevata statura presentavano un rischio maggiore di tumore del colon. Tale correlazione può essere spiegata dal numero più elevato di cellule: più è elevato, maggiore è la probabilità di mutazioni cellulari. Inoltre, gli individui di statura più elevata sono soggetti ad un'esposizione relativamente alta agli ormoni che regolano la crescita (ormone della crescita, insulina e altri fattori di crescita simili) che, a loro volta, sono associati all'insorgenza di tumori. Oltre a tali tendenze generali, sono state osservate alcune differenze tra i sessi riguardanti il peso corporeo. Lo studio ha evidenziato che gli uomini con una massa corporea (IMC) complessiva elevata correvano rischi più alti delle donne, mentre quelli con un IMC superiore a 29,4 presentavano un rischio di sviluppare il tumore al colon del 55 per cento più elevato rispetto agli uomini magri, con un IMC inferiore al 23,6. Nelle donne invece il rischio aumentava soltanto del sei per cento. Secondo lo studio, tale differenza può essere spiegata dal fatto che uomini e donne hanno differenti composizioni corporee. Negli uomini il grasso corrisponde ad una percentuale della massa corporea più ridotta (20 per cento circa) rispetto alle donne (30 per cento circa). Anche il rapporto tra peso corporeo e distribuzione dei grassi presenta delle differenze tra i due sessi. Negli uomini il maggiore peso corporeo è più strettamente collegato all'obesità addominale che non a quella localizzata nella regione gluteofemorale, mentre nelle donne avviene il contrario. Inoltre è emerso che la presenza di grasso nella parte superiore del corpo è più frequentemente associata ad anomalie del metabolismo che non l'obesità localizzata nella parte inferiore. "I nostri risultati corroborano l'ipotesi che il grasso corporeo nella zona addominale rappresenta un fattore estremamente importante per lo sviluppo del tumore del colon. Ciò è in linea con quanto abbiamo osservato, cioè che l'IMC è un parametro piuttosto inappropriato per prevedere l'insorgenza di tumori del colon nelle donne, in quanto il rapporto tra IMC e punto vita non è stretto come nel caso degli uomini. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che in questi ultimi l'aumento di peso è essenzialmente legato all'aumento del grasso corporeo nella regione addominale, mentre nelle donne esso si accumula anche in altre parti del corpo", spiega Heiner Boeing, responsabile dello studio EPIC presso l'Istituto tedesco per l'alimentazione umana di Potsdam-Rehbrücke (DIfE). Altre ragioni in grado di spiegare le differenze di genere riscontrate nel rapporto peso corporeo/tumore del colon possono essere legate al ricorso alla terapia ormonale sostitutiva (HRT) nelle donne in post-menopausa. Lo studio ha rilevato che la correlazione tra la dimensione del punto vita e il rischio di tumore del colon risultava lievemente più stretta nelle donne non sottoposte a terapia sostituiva che in quelle che vi ricorrevano. Le ragioni per cui una maggior quantità di grasso addominale accresce il rischio di tumore al colon restano attualmente sconosciute. La resistenza all'insulina associata all'obesità addominale, nonché il conseguente incremento dei livelli di insulina in circolo possono forse contribuire. Altri potenziali fattori sono la leptina e l'adiponectina. Il consorzio responsabile del progetto EPIC proseguirà gli studi su questi ed altri biomarcatori alla ricerca di possibili collegamenti con l'insorgenza del tumore del colon-retto. I risultati danno ancora ulteriore credito agli sforzi profusi nel settore sanitario pubblico per ridurre la diffusione dell'obesità. Tobias Pischon, autore di questa sezione dello studio, raccomanda di inserire la misura del punto vita in qualsiasi tipo di linee guida mirate al mantenimento di uno stile di vita sano per la prevenzione delle malattie.