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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Scoperta la molecola della sensibilità magnetica negli uccelli

Alcune specie di uccelli, soprattutto quelle migratorie, sono in grado di rilevare il campo magnetico della Terra e di avvalersene per orientarsi. Stando alle ultime ricerche svolte da un'équipe franco-tedesca, alla base della sensibilità magnetica degli uccelli vi sarebbero a...

Alcune specie di uccelli, soprattutto quelle migratorie, sono in grado di rilevare il campo magnetico della Terra e di avvalersene per orientarsi. Stando alle ultime ricerche svolte da un'équipe franco-tedesca, alla base della sensibilità magnetica degli uccelli vi sarebbero alcune molecole fotosensibili denominate criptocromi. I criptocromi sono fotorecettori sensibili alla luce blu, che prendono parte a numerosi processi del ciclo circadiano come la crescita e lo sviluppo. La capacità degli uccelli di rilevare i campi magnetici è influenzata dalla luce: questo "sesto senso" funziona correttamente solo in presenza di luce blu o verde e viene invece perturbato dalla luce di altre lunghezze d'onda. Gli scienziati avevano ipotizzato che i criptocromi potessero essere coinvolti nel rilevamento del campo magnetico poiché presentano tutte le proprietà fisiche e chimiche necessarie, soprattutto l'assorbimento della luce blu e verde e la formazione di "coppie di radicali", molecole che reagiscono ai campi magnetici. La retina oculare degli uccelli è appunto ricca di criptocromi. Non essendo in grado di verificare l'ipotesi sugli uccelli migratori, i ricercatori hanno studiato una pianta di laboratorio, l'Arabidopsis thaliana, che presenta proprietà simili. È risaputo infatti che l'attivazione con luce blu dei criptocromi della pianta ne modifica il comportamento, per esempio inibisce la crescita dell'ipocotile (stelo). Per determinare se il campo magnetico influenzi o no la funzione dei criptocromi, i ricercatori del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS) e delle università di Francoforte e Marburgo hanno coltivato le piante in presenza di luce blu e rossa, sottoponendole a campi magnetici di varie intensità. Hanno scoperto che mentre in presenza di luce blu più il campo magnetico è intenso e più è inibita la crescita dell'ipocotile, in presenza di luce rossa la pianta utilizza un altro tipo di fotorecettori, chiamati fitocromi, e la crescita dell'ipocotile non è influenzata dalle variazioni del campo magnetico. Sono insensibili alle variazioni del campo magnetico anche le piante mutanti che non dispongono di criptocromi. Lo studio dimostra per la prima volta che l'attività dei criptocromi nelle piante è influenzata dai campi magnetici e ipotizza che i meccanismi del rilevamento del campo magnetico nelle piante, e per estensione negli uccelli migratori, impieghino le stesse molecole fotosensibili. Inoltre, poiché i criptocromi sono stati conservati costantemente durante tutto il corso dell'evoluzione, i ricercatori ritengono che tutti gli organismi biologici possano avere la capacità di rilevare i campi magnetici anche se non se ne avvalgono.

Paesi

Germania, Francia