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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Secondo i ricercatori l'influenza aviaria viene propagata nel mondo dal commercio di pollame

In base a quanto riportato nella rivista di ornitologia britannica «Ibis» da un team di ricercatori francesi, sono le attività commerciali umane e non gli uccelli migratori a causare la diffusione globale dell'influenza aviaria. Secondo gli scienziati, benché gli uccelli sel...

In base a quanto riportato nella rivista di ornitologia britannica «Ibis» da un team di ricercatori francesi, sono le attività commerciali umane e non gli uccelli migratori a causare la diffusione globale dell'influenza aviaria. Secondo gli scienziati, benché gli uccelli selvatici contribuiscano alla diffusione locale della malattia nell'ambiente naturale, le attività umane, in particolare il commercio di pollame e di prodotti affini, rappresentano le «cause principali» della diffusione della malattia in tutto il mondo. Il ceppo virulento H5N1 dell'influenza aviaria è comparso per la prima volta alla fine degli anni '90, ma ha iniziato a propagarsi solo nel 2003, diffondendosi negli allevamenti avicoli dell'Asia sudorientale. Nei primi anni, la diffusione dell'H5N1 veniva attribuita allo spostamento del pollame e dei prodotti affini da parte delle persone. Tuttavia, nella primavera del 2005 centinaia di uccelli selvatici migratori sono morti di influenza aviaria nel lago Quinghaihu dell'altopiano asiatico cinese. I ricercatori affermano che in realtà le specie contagiate erano arrivate in Cina da aree non infette e che la diffusione della malattia combacia esattamente con le rotte commerciali umane e non con le rotte migratorie dei volatili. Ciononostante, questo evento ha generato la tendenza di ritenere i volatili selvatici responsabili della diffusione della malattia. I ricercatori richiamano inoltre l'attenzione su svariati errori della teoria secondo cui la diffusione dell'influenza aviaria è dovuta agli uccelli migratori. Per quanto riguarda la diffusione della malattia dalla Cina all'Europa, essi evidenziano che per completare questo viaggio sono occorsi al virus diversi mesi, mentre gli uccelli migratori viaggiano velocemente, coprendo in un solo giorno centinaia di chilometri. «Se i principali responsabili della dispersione del virus fossero gli uccelli migratori, anche il virus dovrebbe diffondersi con enormi spostamenti di chilometri in tutti i luoghi di sosta delle migrazioni in Asia e in Africa», scrivono i ricercatori. «L'espansione osservata è stata piuttosto un'espansione progressiva da focolai isolati, il cui modello geografico combacia con le principali rotte e percorsi commerciali». Un'ulteriore prova del ruolo predominante del commercio nella diffusione della malattia proviene dai paesi asiatici, i quali stanno affrontando con successo l'epidemia. «A Taiwan, in Giappone e Corea del Sud, il virus è scomparso. Il controllo del commercio e una severa sorveglianza veterinaria sono stati la chiave del successo», afferma la relazione. «Intanto, in primavera e in autunno, gli uccelli migratori continuano ad attraversare questi paesi.» In breve, i ricercatori sostengono che «la globalizzazione naturale che avviene tramite gli spostamenti degli uccelli migratori sembrava occultare la reale causa di diffusione della malattia, ossia la globalizzazione operata dagli scambi di pollame, privi di un rigoroso controllo sanitario». L'articolo conclude con un avvertimento: gli autori sostengono che la preoccupazione dell'influenza aviaria potrebbe condurre gli allevatori a recludere i volatili per allevarli intensivamente, cosa che può in realtà aumentare il rischio di epidemie. Essi raccomandano che gli allevatori continuino ad orientarsi verso un maggior benessere degli animali e a preferire l'allevamento all'aperto. «Tutte le prove esistenti suggeriscono che la migliore strategia consiste, con maggiore probabilità, nel mantenere tale orientamento, controllando la malattia attraverso una sorveglianza veterinaria rigorosa e il controllo del commercio».

Paesi

Francia

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