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Da uno studio emerge che la pesca eccessiva ha decimato la popolazione dei tonni dell'Europa settentrionale

Da un nuovo studio è emerso che la pesca eccessiva della prima metà del XX secolo ha decimato la popolazione del tonno rosso dell'Europa settentrionale. La specie, un tempo abbondante in tutti i mari della regione, negli anni '60 era praticamente scomparsa e ancor oggi continu...

Da un nuovo studio è emerso che la pesca eccessiva della prima metà del XX secolo ha decimato la popolazione del tonno rosso dell'Europa settentrionale. La specie, un tempo abbondante in tutti i mari della regione, negli anni '60 era praticamente scomparsa e ancor oggi continua a essere rara. Il lavoro è stato in parte finanziato dall'UE e costituisce un contributo al «Census of Marine Life», un'iniziativa internazionale intesa a valutare e spiegare l'abbondanza e la diversità della vita nei nostri oceani in passato, nel presente e in futuro. Durante i mesi estivi il tonno rosso dell'Atlantico settentrionale, Thunnus thynnus, migrava in grandi gruppi nelle acque nordeuropee per nutrirsi di aringhe, sgombri, calamari e altri pesci. In un articolo pubblicato nella rivista «Fisheries Research», Brian MacKenzie dell'Università tecnica della Danimarca e lo scomparso Ransom Myers della Dalhousie University in Canada tracciano lo sviluppo della pesca del tonno in Europa settentrionale nella prima metà del secolo scorso. I dati raccolti provengono da svariate fonti, tra cui bollettini statistici del Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare, annuari nazionali della pesca, giornali e relazioni del settore, rendiconti storici e letteratura scientifica. Fino agli inizi del secolo scorso, il tonno veniva catturato solo accidentalmente da pescatori che andavano a caccia di altre specie. Tuttavia, le cose cambiarono quando i pescatori si resero conto del valore di mercato ingente rappresentato dal tonno. Ben presto vennero sviluppati sistemi nuovi e migliori per la sua cattura, tra cui fucili dotati di arpioni, metodi con ami e fili più efficaci e draghe idrauliche. Al contempo, sempre più pescatori iniziarono a specializzarsi nella pesca del tonno e in tutta la regione si diffusero i conservifici per la trasformazione del pescato sempre più ingente. I paesi più importanti coinvolti nella pesca del tonno rosso in questo periodo erano Norvegia, Danimarca e Svezia, ma anche Regno Unito, Francia, Germania e i Paesi Bassi sfruttavano tale pesce. Anche i pescatori amatoriali cominciarono a interessarsi alla specie, tanto che fino agli anni '60 lo Scandinavian Tuna Club organizzava tornei di pesca del tonno rosso negli stretti tra Danimarca e Svezia. L'aumento considerevole di tale attività portò a un drastico incremento del pescato, e negli anni '40 i livelli di cattura erano simili a quelli riscontrati nell'attività di pesca attuale del Mediterraneo. All'inizio degli anni '50, il pescato norvegese raggiungeva da solo le 10 000 tonnellate l'anno. Tuttavia, negli anni '60 la specie era praticamente scomparsa dalla regione e ancora oggi è estremamente rara. «Non possiamo affermare con certezza che lo sfruttamento eccessivo sia il colpevole della scomparsa del tonno rosso; ma è evidente che è stato commesso un delitto», ha commentato il dottor MacKenzie. «Abbiamo dimostrato che in passato il tonno rosso era presente in grandi quantità in queste acque. La pressione elevata esercitata dalla pesca ha preceduto la scomparsa praticamente completa della specie dalla regione e, a quanto pare, ha svolto un ruolo chiave, anche se altri fattori tuttora in esame potrebbero aver contribuito al disastro, ad esempio la cattura dei tonni giovani negli anni successivi.» Studi di questo tipo, che esaminano il livello delle popolazioni prima dell'inizio dello sfruttamento commerciale, sono importanti per la nostra comprensione della biologia delle popolazioni di specie commerciali di pesce. «Lo studio ha concluso che il tonno rosso era abbondante in Europa settentrionale nei primi decenni del Novecento. Tuttavia, la specie è divenuta rara a partire dagli anni '70», hanno concluso gli scienziati nel loro articolo. «Poiché il mantenimento degli spazi è essenziale per la sostenibilità a lungo termine delle popolazioni sfruttate, la gestione del tonno rosso nell'Atlantico richiede un approccio più improntato alla precauzione e volto a ristabilire e mantenere la portata storica della specie.» Il finanziamento comunitario del progetto è stato assicurato dall'iniziativa MarBEF (Marine Biodiversity and Ecosystem Functioning) del Sesto programma quadro.

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