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Preventing and responding to conflict: developing EU CIVilian CAPabilities for a sustainable peace

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Dalla prevenzione dei conflitti alla pace sostenibile

Il progetto EU-CIVCAP ha approfondito le capacità in ambito civile dell’UE per quanto concerne la costruzione della pace, concentrandosi sui miglioramenti realizzati negli ultimi due decenni e sui problemi che devono tuttora essere risolti.

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Avviata nel 1999, la politica di sicurezza e di difesa comune ha reso l’UE un attore internazionale a tutti gli effetti nel panorama della risoluzione dei conflitti. Essa, tuttavia, si è incentrata principalmente sullo sviluppo di capacità militari; fino a poco tempo fa, infatti, l’attenzione prestata alle capacità in ambito civile dell’UE ai fini della costruzione della pace è stata molto scarsa e sono stati effettuati solamente limitati tentativi volti a chiarire il ruolo dell’UE nelle diverse fasi delle aree di conflitto e politiche. Il consorzio di EU-CIVCAP (Preventing and responding to conflict: developing EU CIVilian CAPabilities for a sustainable peace) ha cercato di colmare queste lacune. I suoi membri si sono avvalsi di un approccio strategico e olistico allo sviluppo della capacità di costruzione della pace (l’abilità di combinare risorse fondamentali di prevenzione dei conflitti e di costruzione della pace al fine di raggiungere gli obiettivi esterni dell’UE) e hanno sviluppato un apposito quadro di valutazione. Valutare gli sforzi di costruzione della pace dell’UE «Abbiamo adottato un approccio globale incentrato sul “ciclo del conflitto” valutando le attività di costruzione della pace attraverso l’intero ciclo di vita del conflitto. Tale approccio ci ha consentito di integrare un’ampia gamma di politiche dell’UE affrontando al contempo quattro sfide trasversali: colmare la lacuna relativa al sistema di allarme rapido, combinare approcci alla costruzione della pace a breve e a lungo termine, migliorare il coordinamento civile-militare nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione della pace e garantire la titolarità a livello locale», afferma la prof.ssa Ana E. Juncos, coordinatrice del progetto. Secondo la dott.ssa Juncos e il suo team, tra gli sviluppi più positivi nella costruzione della pace dell’UE negli ultimi due decenni figurano le significative capacità in ambito civile, attrezzi e strumenti a sua disposizione. Essi evidenziano che gli Stati membri hanno inoltre sviluppato svariate tecnologie a doppia uso (per missioni civili e militari) e che alcune di queste, come i sistemi satellitari e i sistemi aerei pilotati a distanza (RPAS, remotely piloted air systems), sono utilizzate per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di prevenzione dei conflitti e costruzione della pace. Sfide da superare Rimangono tuttavia diversi problemi da affrontare, come sottolinea la prof.ssa Juncos: «I sistemi volti a reclutare e impegnare il personale civile variano ampiamente tra gli Stati membri e molti di questi patiscono dei limiti. Sono necessari inoltre ulteriori sforzi a supporto della standardizzazione e del miglioramento della formazione per il personale civile. Inoltre, abbiamo rilevato che i responsabili della formulazione e dell’attuazione delle politiche dell’UE non sfruttano sempre le TIC e i megadati e che, anche quando ciò avviene, la cooperazione e il coordinamento tra gli Stati membri rimane limitato». Tra i principali motivi di preoccupazione del progetto figurano la mancata attuazione di un approccio ai conflitti e alle crisi completamente integrato, il fatto che la prevenzione dei conflitti è sempre prioritaria o integrata nel processo decisionale e i problemi legati alla parità di genere. «Infine, nonostante l’impegno per promuovere la titolarità a livello locale, EU-CIVCAP ha scoperto che le attività di sviluppo delle capacità dell’UE sono state spesso effettuate senza coinvolgimento a livello locale. Ciò compromette per di più la sostenibilità e la legittimità di tali iniziative», spiega la prof.ssa Juncos. Raccomandazioni dettagliate Basandosi sulla valutazione critica dei summenzionati sforzi di costruzione della pace dell’UE, EU-CIVCAP ha individuato e documentato lezioni, migliori pratiche e raccomandazioni politiche fondate empiricamente al fine di affrontare in modo migliore sfide centrali nell’ambito della prevenzione dei conflitti e della costruzione della pace a livello comunitario. Il progetto ha inoltre messo a confronto i riscontri storici dell’UE con quelli di altri attori internazionali come l’ONU, l’OSCE, la NATO e singoli Stati membri dell’UE, giungendo alla conclusione che la gestione delle crisi civili nel quadro dell’UE è tuttora relativamente modesta rispetto, ad esempio, alle attività di mantenimento della pace in ambito civile dell’ONU o le missioni politiche e di costruzione della pace della stessa organizzazione. Sebbene siano stati compiuti notevoli progressi negli ultimi due decenni, la prof.ssa Juncos indica alcuni principali ostacoli alla realizzazione di un approccio efficace e integrato: la mancata attribuzione di priorità alla prevenzione dei conflitti, la carenza di programmi a titolarità locale, la complessità istituzionale e la frammentazione a livello dell’UE. «In definitiva, resta il dubbio se l’UE riuscirà a trovare la volontà politica (a Bruxelles e tra gli Stati membri) di introdurre le riforme suggerite da questa ricerca e diventare una potenza globale con una maggiore importanza in questo campo», conclude la prof.ssa Juncos.

Parole chiave

EU-CIVCAP, capacità civili, costruzione della pace, UE, gestione delle crisi civili, prevenzione dei conflitti

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