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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Una nuova tecnica per facilitare l'esplorazione delle comete

Gli astronomi possono adesso identificare le regioni attive sulla superficie di una cometa grazie a un nuovo metodo sviluppato da scienziati provenienti da Germania e Spagna. Questa tecnica, descritta sulla rivista Astronomy and Astrophysics, potrebbe aiutare i ricercatori a c...

Gli astronomi possono adesso identificare le regioni attive sulla superficie di una cometa grazie a un nuovo metodo sviluppato da scienziati provenienti da Germania e Spagna. Questa tecnica, descritta sulla rivista Astronomy and Astrophysics, potrebbe aiutare i ricercatori a calcolare itinerari sicuri per le sonde spaziali che viaggeranno verso le comete in futuro. Le comete sono strutture complesse, dicono gli esperti, e studiarle da vicino è molto pericoloso. Il calore del Sole fa si che le sostanze volatili, come l'acqua, il biossido di carbonio e il monossido di carbonio, vengano emesse dalle cosiddette "regioni attive" della superficie delle comete. Queste emissioni portano particelle di polvere nello spazio e queste fontane di polvere possono danneggiare le sonde spaziali. "Le foto fatte dalla Terra mostrano la cometa e i suoi getti come una proiezione bidimensionale," spiega il dott. Hermann Bhnhardt dell'Istituto Max Plank di ricerca sul Sistema Solare (MPS) in Germania. Questo rende difficile identificare le fonti delle nuvole di polvere e di gas. I precedenti tentativi di localizzare le regioni attive sono falliti perchè erano basati sull'ipotesi che le comete avessero una forma sferica o ellissoidale. In effetti molte comete hanno forme piuttosto bizzarre. In questo studio, alcuni ricercatori del MPS e dell'Instituto de Astrofisica de Andalucia (IAA) in Spagna hanno calcolato la vera forma di una cometa osservandola per un intero periodo di rotazione e studiando i cambiamenti della sua luminanza. Queste informazioni sono state inserite in un programma, insieme a ipotesi di dove potessero essere le regioni attive e "ipotesi ragionevoli" sulle dimensioni e velocità delle particelle di polvere nel momento in cui lasciano la cometa. La simulazione al computer ha mostrato un'immagine della cometa come si vedrebbe da un telescopio sulla Terra. Infine, l'immagine simulata viene resa più precisa confrontandola con un'immagine reale ottenuta tramite un telescopio. Gli astronomi hanno testato la loro tecnica sulla cometa Tempel 1. La NASA (la National Aeronautics and Space Administration statunitense) ha visitato Tempel 1 nel 2005 durante la missione Deep Impact. "Anche se fin dalla missione sappiamo dove si trovano le regioni attive di Tempel 1, abbiamo fatto finta di non saperlo," ha commentato Jean-Baptiste Vincent del MPS. Il team è riuscito a localizzare e a descrivere sei regioni attive sulla cometa e la loro mappa della cometa ha confermato i dati raccolti dal veicolo spaziale di Deep Impact. Il nuovo modello al computer ha anche fornito importanti informazioni sull'orientazione dell'asse di rotazione di Tempel 1. Queste informazioni sono fondamentali per il successo della missione Stardust-NExT (New Exploration Tempel), che volerà accando a Tempel 1 nel 2011 per osservare come la cometa è cambiata dall'ultima visita della NASA. Nel frattempo, i ricercatori del MPS e dello IAA progettano di usare la loro nuova tecnica per identificare le regioni attive della cometa Churyumov-Gerasimenko che verrà visitata dalla missione Rosetta Lander Philae alla fine del 2014. Gestito dall'Agenzia spaziale europea (ESA), Rosetta è diretta verso Marte e la cintura di asteroidi dal 2004. Le informazioni del modello al computer recentemente sviluppato potrebbero essere usate per calcolare un itinerario sicuro per Rosetta attraverso la chioma della cometa (il rivestimento di gas e polveri che circonda il nucleo della cometa) e possibilmente trovare un sito adatto per l'atterraggio di Philae.

Paesi

Germania, Spagna

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