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Contenuto archiviato il 2023-03-09

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Secondo uno studio, le piante rilasciano meno umidità rispetto al passato

Attualmente le piante rilasciano meno acqua nell'atmosfera rispetto a 150 anni fa. Un'équipe di ricercatori olandesi e statunitensi ha infatti scoperto che la densità degli stomi nelle piante è calata di circa un terzo nel corso di un secolo e mezzo. Analizzando alcune specie ...

Attualmente le piante rilasciano meno acqua nell'atmosfera rispetto a 150 anni fa. Un'équipe di ricercatori olandesi e statunitensi ha infatti scoperto che la densità degli stomi nelle piante è calata di circa un terzo nel corso di un secolo e mezzo. Analizzando alcune specie comuni in Florida, gli scienziati hanno concluso che molte piante hanno diminuito le proprie emissioni di umidità in risposta ai crescenti livelli di anidride carbonica (CO2) atmosferica. La riduzione della quantità di acqua che la vegetazione è in grado di rilasciare nell'aria potrebbe però avere conseguenze a lungo termine sul ciclo dell'acqua dolce e sul clima. La gran parte delle piante respira tramite gli stomi, piccoli pori situati sulla parte inferiore delle foglie che assorbono CO2 ed emettono vapori acquei: la CO2 in entrata viene trasformata in zuccheri, che le piante usano per ricavare energia o integrano nelle pareti cellulari, mentre l'umidità in uscita aiuta le piante a raffreddarsi e ne irriga le radici. Queste emissioni di vapori, conosciute nel loro insieme come "traspirazione", contribuiscono anche alla quantità complessiva di acqua presente nell'aria e nel suolo. Le piante aprono e chiudono gli stomi per regolare lo scambio gassoso e le specie più vecchie sono in grado di adattarsi ulteriormente modificando il numero o le dimensioni degli stomi nei nuovi esemplari. Questo processo dipende, tra le altre cose, dai mutevoli livelli di CO2: di fronte alla crescita costante dei livelli di CO2, dunque, la vegetazione "flessibile" della Florida sembra aver chiuso i suoi pori a doppia mandata. Un'équipe composta da ricercatori dell'Università di Utrecht (Paesi Bassi) e dell'Università dell'Indiana (Stati Uniti) ha messo a confronto la densità degli stomi di una serie di piante viventi con le informazioni ricavate da erbari e torbiere: la percentuale rilevata negli esemplari in vita era inferiore del 34% rispetto a quella delle piante di 150 anni fa. "L'aumento dei livelli di anidride carbonica di circa 100 parti per milione (ppm) ha avuto effetti significativi sul numero di stomi e, in misura minore, sulle loro dimensioni", afferma David Dilcher del dipartimento di Biologia presso la sede di Bloomington dell'Università dell'Indiana. Diminuendo la capacità massima di assorbimento di CO2, diminuisce anche la capacità massima di emissione di vapori. "L'analisi che abbiamo effettuato in merito a tale cambiamento strutturale testimonia l'enorme riduzione verificatasi nel rilascio di acqua nell'atmosfera", continua Dilcher. "Il ciclo del carbonio è importante, ma lo è anche quello dell'acqua. Un calo delle attività di traspirazione potrebbe in un primo momento provocare un aumento dell'umidità nel suolo, ma con una diminuzione delle precipitazioni piovose, alla fine potrebbe diminuire anche l'umidità. È una parte del ciclo idrogeologico, in cui le piante terrestri svolgono un ruolo fondamentale". Il dott. Dilcher è co-autore dei due scritti pubblicati sul "Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America" (PNAS) tramite i quali l'équipe ha divulgato i risultati ottenuti. "Il primo scritto illustra il collegamento fra temperatura, traspirazione e densità degli stomi", spiega. "Il secondo verte invece sull'applicazione delle nostre conoscenze per il futuro". Le conseguenze a lungo termine per l'ambiente potrebbero essere davvero considerevoli: secondo gli autori del secondo scritto, infatti, "il costante adattamento delle piante ai livelli crescenti di CO2 sta alterando sia il ciclo idrologico sia il clima, e continuerà a farlo per tutto il secolo". Le proiezioni dell'équipe, che si è concentrata sulla vegetazione subtropicale della Florida, indicano che la quantità di acqua rilasciata nell'aria tramite traspirazione potrebbe risultare dimezzata qualora gli attuali livelli di CO2 raddoppiassero fino a raggiungere le 800 ppm (attualmente siamo a 390 ppm).Per maggiori informazioni: Università dell'Indiana, Bloomington: http://www.iub.edu(si apre in una nuova finestra) Università di Utrecht: http://www.uu.nl/EN/Pages/default.aspx(si apre in una nuova finestra) PNAS: http://www.pnas.org/(si apre in una nuova finestra)

Paesi

Paesi Bassi, Stati Uniti

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