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Contenuto archiviato il 2023-03-09

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Gli scienziati fanno luce sui legami tra i terreni forestali e l'ossido di diazoto

Una nuova ricerca mostra che le emissioni del gas a effetto serra denominato ossido di diazoto (N2O) sono aumentate significativamente a causa dei composti reattivi dell'azoto provenienti dai trasporti, dall'industria e dall'agricoltura. Presentato sulla rivista Nature, lo stu...

Una nuova ricerca mostra che le emissioni del gas a effetto serra denominato ossido di diazoto (N2O) sono aumentate significativamente a causa dei composti reattivi dell'azoto provenienti dai trasporti, dall'industria e dall'agricoltura. Presentato sulla rivista Nature, lo studio ENA (Valutazione europea sull'azoto) rivela che le emissioni di N2O generate dai terreni forestali sono almeno il doppio della cifra prevista nelle proiezioni del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC). I risultati, esposti in occasione della conferenza internazionale "Nitrogen and global change 2011" dell'11-15 aprile a Edimburgo, Regno Unito, non sono promettenti. Allo studio ENA hanno partecipato 200 esperti provenienti da ambienti scientifici e politici di 21 paesi. I dati mostrano che, in media, 4% dell'azoto reattivo atmosferico è convertito in N2O, che è quindi riassorbito nell'atmosfera. Rispetto alla stima dell'IPCC, solo 1kg di N2O produce un effetto serra 300 volte superiore a quello di una equivalente quantità di anidride carbonica (CO2). Gli esperti dicono che i composti reattivi dell'azoto sono per lo più di origine antropogenica e sono parzialmente convertiti in N2O, che è il terzo maggiore responsabile dell'effetto serra. I ricercatori hanno scoperto che per 188 milioni di ettari di area boschiva, la deposizione di azoto reattivo è aumentata ogni anno di 1,5 milioni di tonnellate tra il 1860 e il 2000, l'equivalente di un aumento di 8kg di azoto reattivo per ettaro di foresta all'anno. I fertilizzanti usati in agricoltura contribuiscono all'aumento della concentrazione atmosferica di azoto reattivo. Altri fattori che contribuiscono a questa crescita è l'associata volatilizzazione dell'ammoniaca e le emissioni di N2O innescate dalla combustione di biomassa e dai combustibili fossili. Oltre a condurre a maggiori emissioni di N2O dai terreni forestali, che hanno un impatto negativo sul clima, la maggiore deposizione di azoto reattivo nei boschi porta anche a una perdita di diversità nelle specie animali e vegetali. Anche l'acqua è colpita dall'aumento delle emissioni di nitrato. In quanto studio pioneristico sulle molteplici minacce poste dall'inquinamento da azoto, la ricerca ENA presta particolare attenzione all'impatto dell'azoto sui cambiamenti climatici e sulla perdita di biodiversità in Europa, identificando anche le aree d'Europa che sono a rischio. Commentando sull'importanza di tagliare le emissioni di azoto, il dott. Sutton del Centro per l'ecologia e l'idrologia del Regno Unito dice: "È una scoperta estremamente importante. Significa che il rilascio di azoto nell'atmosfera da parte dell'industria e dell'agricoltura sta avendo un impatto sulle emissioni di ossido di diazoto dal terreno molto più alto di quanto rilevato in precedenza. Lo studio fornisce un'ulteriore argomentazione a sostegno del perché sia essenziale ridurre le emissioni di ossidi di azoto e ammoniaca, a totale beneficio del clima, della qualità dell'aria e della biodiversità". Da parte sua, il professor Klaus Butterbach-Bahl del KIT, Istituto di tecnologia di Karlsruhe (Germania), ha dichiarato alla presentazione dello studio ENA: "L'attuale livello di deposizione di azoto reattivo atmosferico è eccessivamente alto". Il ricercatore del KIT è responsabile della divisione di ricerca ambientale atmosferica dell'Istituto di meteorologia e ricerca climatica (IMK-IFU) in Germania e autore esperto del capitolo dello studio ENA sull'effetto negativo dell'azoto reattivo sul bilancio dei gas a effetto serra in Europa. In ricerche collegate, il prof. Butterbach-Bahl e i suoi colleghi rivelano che le concentrazioni del gas a effetto serra N2O nell'atmosfera sono aumentate "dall'età preindustriale a causa delle perturbazioni antropogeniche sul ciclo dell'azoto globale, e l'allevamento di animali è uno dei fattori principali". La ricerca è stata parzialmente finanziata dal progetto NITROEUROPE ("The nitrogen cycle and its influence on the European greenhouse gas balance"), che si è aggiudicato quasi 17 milioni di euro nell'ambito dell'area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi" del Sesto programma quadro dell'UE (6° PQ).Per maggiori informazioni, visitare: Valutazione europea sull'azoto (ENA): http://www.nine-esf.org/ Nature: http://www.nature.com/ IPCC: http://www.ipcc.ch/ Istituto di tecnologia di Karlsruhe (KIT): http://www.kit.edu/english/

Paesi

Germania, Regno Unito

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