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Contenuto archiviato il 2023-03-09

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Scienziati danesi prevedono gli effetti della futura siccità estiva sulle piante

Malgrado l'estate piovosa di quest'anno in Danimarca, un team di ricercatori del paese crede che entro il 2075 l'aumento della temperatura globale avrà come risultato maggiore siccità estiva e che questo potrebbe avere effetti negativi sulla flora. Il team di scienziati del ...

Malgrado l'estate piovosa di quest'anno in Danimarca, un team di ricercatori del paese crede che entro il 2075 l'aumento della temperatura globale avrà come risultato maggiore siccità estiva e che questo potrebbe avere effetti negativi sulla flora. Il team di scienziati del consorzio CLIMAITE (Climate change effects on biological processes in terrestrial ecosystems), il cui obiettivo centrale consiste nello studio di come i cambiamenti climatici influenzeranno i processi biologici e gli ecosistemi naturali, ha pubblicato le proprie scoperte sulla rivista Global Change Biology. Il gruppo CLIMAITE è formato da scienziati provenienti da tre istituti danesi: il Politecnico della Danimarca (DTU) Risø a Roskilde, la Facoltà di Scienze della vita (KU LIFE) dell'Università di Copenhagen e l'Istituto nazionale di ricerca ambientale (DMU) dell'Università di Aarhus. Questi recenti risultati del progetto sono forse un po' sorprendenti: nonostante un aumento previsto della crescita delle piante dovuto al più alto livello di CO2 nell'atmosfera, quando le temperature più alte e la siccità estiva si aggiungono all'equazione, la crescita delle piante viene limitata. Questi risultati contraddicono le precedenti scoperte scientifiche che mostrano come i livelli in aumento di CO2 nell'atmosfera possono avere come risultato una maggiore crescita delle piante. In condizioni di siccità però i potenziali fattori promotori della crescita delle piante come le più alte temperature e il più alto livello di CO2 insieme limitano in modo significativo l'effetto di crescita delle piante aumentato dal CO2. "Se prima si è vista una crescita delle piante significativamente maggiore a elevate concentrazioni di CO2, è perché si sono fatti studi controllati, dove si cambiava solo la concentrazione di CO2. Fondamentalmente abbiamo elaborato la teoria secondo la quale bisogna guardare l'associazione di diverse variabili climatiche, visto che in futuro le piante saranno esposte a molteplici cambiamenti simultaneamente," commenta l'autore principale Klaus Steenberg Larsen, del Risø DTU. Per arrivare a queste conclusioni, gli scienziati del consorzio CLIMAITE hanno condotto un esperimento a scala di campo, che ha fatto avanzare la ricerca basandosi su studi precedenti che erano confinati nel laboratorio. Le manipolazioni del clima sono sempre condotte con CO2, temperatura e precipitazioni, per esempio usando getti di CO2 e tende che tengono lontana la pioggia. "Abbiamo messo su l'esperimento in modo che ci siano apprezzamenti esposti solamente a un maggior livello di CO2, calore o siccità estiva e apprezzamenti che sono esposti a tutte le possibili combinazioni di queste tre variabili climatiche. In questo modo possiamo vedere come l'ecosistema è influenzato da ogni variabile climatica e cosa succede nelle varie combinazioni," commenta Klaus Steenberg Larsen. Questi esperimenti sono stati condotti in una zona di addestramento militare a Jægerspris; gli scienziati hanno costruito una struttura dove possono condurre esperimenti a scala di campo con elevato CO2 usando la tecnica dell'arricchimento di carbonio in aria libera (Free Air Carbon Enrichment o FACE). Questo metodo è usato dagli ecologisti e dai biologi delle piante per aumentare la concentrazione di CO2 in una zona specifica in modo da permettere di misurare la risposta delle piante in termini di crescita. Sono in grado di aumentare la temperatura del suolo di circa 1 grado usando una tecnica chiamata riscaldamento passivo notturno e sono riusciti a ricreare le condizioni di forti piogge o di siccità usando tende avvolgibili per periodi da 4 a 6 settimane durante l'estate. "Misuriamo cose come l'azoto nelle precipitazioni, le piante, la fauna del terreno, i microbi e l'acqua del terreno. L'azoto è spesso un fattore limitante della crescita delle piante ed è assolutamente essenziale per il modo in cui gli ecosistemi rispondono ai cambiamenti climatici. I risultati illustrati nell'articolo coprono gli anni 2006-2007 e l'esperimento continuerà fino al 2014. Ci vuole però tempo per avere i risultati dalle 20-30 persone che interpretano e analizzano i risultati a partire dai molti tipi di attrezzature che sono state piazzate. Possiamo però vedere chiaramente che specialmente l'inaridirsi del terreno ha un notevole effetto negativo sulla produzione di azoto, e quindi sulla possibile crescita delle piante, anche in quelle zone che sono esposte a un maggiore livello di CO2 e al riscaldamento.Per maggiori informazioni, visitare: Risø DTU: http://www.risoe.dtu.dk/en.aspx?sc_lang=da

Paesi

Danimarca

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