Skip to main content
European Commission logo print header

Article Category

Notizie
Contenuto archiviato il 2023-03-09

Article available in the following languages:

Ricercatori del CER scoprono civiltà perduta nel Sahara

Un team di archeologi finanziato dall'UE ha portato alla luce i resti di una civiltà perduta del Sahara, in una delle parti più ardue del deserto africano. Si tratta di uno dei risultati del progetto TRANS-SAHARA ("State formation, migration and trade in the central Sahara (10...

Un team di archeologi finanziato dall'UE ha portato alla luce i resti di una civiltà perduta del Sahara, in una delle parti più ardue del deserto africano. Si tratta di uno dei risultati del progetto TRANS-SAHARA ("State formation, migration and trade in the central Sahara (1000 BC-AD 1500)"), che ha ricevuto una sovvenzione Advanced Grant del Consiglio europeo della ricerca (CER) di 2,42 milioni di euro, nell'ambito del Settimo programma quadro dell'UE (7° PQ). Ricercatori dell'Università di Leicester nel Regno Unito hanno utilizzato immagini satellitari per trovare nuove prove dell'esistenza di una civiltà perduta nella parte libica del deserto sahariano. Hanno scoperto oltre 100 masserie e villaggi fortificati con la struttura di castelli, nonché un certo numero di città. La maggior parte di essi datano dall'1 al 500 dC. Secondo i ricercatori, queste "città perdute" sono state create dai Garamanti, una popolazione berbera del Sahara che fondò un regno nella moderna Libia. Gli esperti suggeriscono che i Garamanti fossero culturalmente e storicamente più avanzati e importanti di quanto precedentemente considerato da fonti antiche. Il team di Leicester ha scoperto i mattoni di fango rimasti dei complessi simili a castelli, che avevano pareti alte fino a 4 metri. Ma c'è di più: hanno anche trovato tracce di abitazioni, cimiteri di tumuli, sistemi di campo associati, pozzi e sistemi di irrigazione avanzati. Un sondaggio sul luogo condotto alcuni mesi fa ha confermato l'origine pre-islamica e la conservazione di questi reperti. Commentando sul finanziamento del progetto, la professoressa Henrietta L. Moore, titolare della cattedra William Wyse di Antropologia sociale presso l'Università di Cambridge e membro del Consiglio scientifico del CER, ha dichiarato: "Nel CER siamo molto orgogliosi di finanziare ricercatori eccellenti come l'archeologo David Mattingly e il suo team. Quando il CER gli ha conferito l'Advanced Grant abbiamo fermamente creduto che il suo progetto avesse il potenziale per andare al di là dei confini della conoscenza e fosse importante per conoscere il patrimonio culturale della Libia. Purtroppo poi ha preso una svolta drammatica con la rivolta anti-Gheddafi, che ha costretto il team a lasciare il paese". La rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi avranno magari interrotto il professor Mattingly e la sua squadra dal loro lavoro, ma la professoressa Moore ha osservato che essi sarebbero tornati in Libia per continuare la loro indagine sul campo con lo stesso entusiasmo appena possibile. "Siamo certi che egli continuerà la sua importante esplorazione degli straordinari tesori archeologici di questa regione". Il responsabile del progetto prof. Mattingly ha dichiarato: "È come se qualcuno venisse in Inghilterra e improvvisamente scoprisse tutti i castelli medievali. Questi insediamenti erano rimasti inosservati e non registrati sotto il regime di Gheddaf". Ha aggiunto il dottor Martin Sterry, anche lui dell'Università di Leicester, che ha condotto gran parte delle analisi delle immagini e dell'interpretazione del sito: "Le immagini satellitari ci hanno permesso di coprire una grande regione. Le prove suggeriscono che il clima non è cambiato nel corso degli anni e notiamo che questo paesaggio inospitale con zero precipitazioni una volta era molto densamente edificato e coltivato. Si tratta di paesaggi antichi del tutto eccezionali, sia in termini di gamma di caratteristiche che per la qualità di conservazione". I risultati confutano quello che si pensava in passato: ovvero che i Garamanti fossero nomadi barbari che causavano soltanto problemi durante l'Impero Romano. "In realtà, appartenevano a una grande civiltà, che viveva in insediamenti fortificati su larga scala, principalmente come agricoltori di oasi", ha spiegato il professor Mattingly. "Era uno stato organizzato con città e villaggi, che possedeva una lingua scritta e tecnologie avanzate. I Garamanti sono stati pionieri nella creazione di oasi e nell'apertura del commercio trans-sahariano". Questo progetto e i risultati che ne derivano contribuiranno a spianare la strada per un nuovo inizio per la Libia e per la sua gente e per il loro impegno con la storia. "Si tratta di un nuovo inizio per il servizio di antichità della Libia e di una possibilità per il popolo libico di impegnarsi con la propria storia a lungo repressa", ha sottolineato il professor Mattingly. "Quelle scoperte sono le prime città in Libia che non fossero un'imposizione coloniale di popoli mediterranei come i Greci e i Romani. I Garamanti dovrebbero essere al centro di ciò che i bambini della scuola libica imparano sulla loro storia e sul loro patrimonio".Per maggiori informazioni, visitare: Università di Leicester: http://www2.le.ac.uk/ CER: http://erc.europa.eu/ TRANS-SAHARA http://www2.le.ac.uk/departments/archaeology/research/projects/the-trans-sahara-project

Paesi

Regno Unito

Articoli correlati