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Contenuto archiviato il 2023-03-09

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Ricercatori ri-esaminano i punti fondamentali della politica per l'acqua

Anche se le foreste del mondo forniscono una notevole quantità di umidità che crea la pioggia, l'importante contributo che esse danno al ciclo dell'acqua è spesso trascurato dalla politica per le risorse idriche. È quanto conclude un nuovo studio pubblicato da ricercatori sved...

Anche se le foreste del mondo forniscono una notevole quantità di umidità che crea la pioggia, l'importante contributo che esse danno al ciclo dell'acqua è spesso trascurato dalla politica per le risorse idriche. È quanto conclude un nuovo studio pubblicato da ricercatori svedesi e ungheresi sulla rivista Global Change Biology. Il team pan-europeo avverte che la riduzione delle zone boschive riduce le precipitazioni regionali e continentali. Uno dei membri del team, David Ellison dell'Accademia delle scienze ungherese, commenta: "I boschi sono utili per l'acqua? Una domanda apparentemente semplice che divide gli scienziati su due fronti: quelli che vedono gli alberi come elementi che hanno bisogno di acqua e quelli che vedono gli alberi come una fonte di acqua. Questo articolo dimostra che la differenza tra questi due campi ha a che fare con la scala spaziale che si prende in considerazione. I boschi, il cui contributo al ciclo dell'acqua è fondamentale per la sopravvivenza e il futuro benessere degli esseri umani, dovrebbero essere considerati un bene pubblico globale, da proteggere e da usare a beneficio di tutti." Da una prospettiva locale, un albero è un consumatore di acqua, su una scala più ampia, però, gli alberi forniscono all'atmosfera l'umidità che poi diventa pioggia. Alcune zone aride dipendono quasi interamente dalla pioggia che arriva dalle zone coperte dai boschi attraverso l'atmosfera. Al momento, però, è la prima interpretazione degli alberi, come consumatori di acqua, a formare la base della maggior parte delle leggi, come la Direttiva 2000/60/CE, la Direttiva quadro sulle acque che comprende le strategie per la determinazione del prezzo dell'acqua. Questa direttiva non prende ancora in considerazione il contributo dei boschi al ciclo dell'acqua. Se i boschi continuano a diminuire, c'è il rischio che sia le precipitazioni sia le riserve di acqua si riducano in molti posti. L'adattamento a queste circostanze diverse richiederà strategie di riforestazione per ottenere maggiori precipitazioni nelle regioni dove la pioggia è in diminuzione. L'urbanizzazione, la deforestazione progressiva e la trasformazione della terra da bosco in terreno agricolo hanno conseguenze potenzialmente negative per le precipitazioni globali. Lo studio suggerisce che i politici dovrebbero prendere in considerazione il legame tra i boschi e le precipitazioni quando fanno una stima del valore dei servizi dell'ecosistema, promuovendo l'imboschimento, sviluppando strategie di diminuzione della siccità, gestendo l'uso della terra e misurando "le impronte dell'acqua". L'impronta dell'acqua è un indicatore dell'uso dell'acqua che esamina l'uso diretto e indiretto dell'acqua di un consumatore o produttore. L'impronta dell'acqua di un individuo, di una comunità o di un'azienda si definisce come il volume totale di acqua dolce usata per produrre i beni e i servizi consumati dal singolo, la comunità o prodotti dall'azienda. La prima legislazione europea sull'acqua è cominciata nel 1975 con la fissazione di standard per i fiumi e i laghi usati per l'estrazione di acqua potabile, seguita nel 1980 dalla determinazione di obiettivi qualitativi vincolanti per l'acqua potabile. Comprendeva anche la legislazione sulla qualità oggettiva per le acque per la pesca, le acque per la molluschicoltura, le acque di balneazione e le acque sotterranee. Il principale elemento di controllo era la Direttiva 76/464/CEE, la Direttiva sulle sostanze pericolose. La politica europea per l'acqua è stata riveduta e la Direttiva quadro sulle acque adottata nel 2000 ha fissato gli obiettivi per la protezione delle acque in futuro. Al momento però le foreste sono menzionate solo una volta in questa direttiva e la silvicoltura non è citata per niente, nonostante le potenziali implicazioni che ha per i ruscelli, i fiumi e i laghi. Il team ha riscontrato che in Europa il centro dell'interesse per l'imboschimento è stato o sul potenziale di sequestrazione di carbonio dei boschi o sul loro valore come fonti di bioenergia. Il loro uso potenziale come strumento di adattamento, in particolare per incrementare le precipitazioni e combattere la siccità non è stato messo in rilievo.Per maggiori informazioni, visitare: Expertanswer: http://www.expertsvar.se

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Svezia