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Contenuto archiviato il 2023-03-20

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Capire in che modo usiamo il passato per prevedere il futuro

Una recente ricerca ha offerto prove valide del fatto che il cervello, quando si trova davanti a uno stimolo specifico, usa una "codifica predittiva" per creare un'aspettativa mentale su ciò che sta per accadere. In altre parole, il cervello usa informazioni del passato rece...

Una recente ricerca ha offerto prove valide del fatto che il cervello, quando si trova davanti a uno stimolo specifico, usa una "codifica predittiva" per creare un'aspettativa mentale su ciò che sta per accadere. In altre parole, il cervello usa informazioni del passato recente per prevedere ciò che accadrà nel futuro. Gli scienziati vorrebbero sapere esattamente in che modo il cervello riesce a fare questo. Guidato dal dott. Uri Hasson dell'Università degli Studi di Trento, in Italia, il progetto NEUROINT ("How the brain codes the past to predict the future"), finanziato dall'UE, sta usando alcuni dei più avanzati metodi di neuroimmagine per determinare in che modo il passato recente viene codificato nel cervello umano e come questa codifica influisce sull'elaborazione di nuove informazioni. Il dott. Hasson ha ricevuto una sovvenzione Starting Grant dal Consiglio europeo della ricerca (CER) del valore di 978 678 euro per il progetto. La codifica predittiva è importante poiché fornisce agli animali, compresi gli esseri umani, un vantaggio comportamentale. Il team NEUROINT sta conducendo un programma di ricerca completo per comprendere in che modo vengono codificate le regolarità del passato recente, e come esse danno origine a codici predittivi di stati futuri. Sulla base di precedenti ricerche, i partner del progetto hanno suggerito che il sistema predittivo dipende principalmente da tre sistemi neurali. La ricerca indica che le strutture medio temporali del cervello, compreso l'ippocampo e la corteccia paraippocampale, codificano le caratteristiche statistiche del passato recente e segnalano se le previsioni sono giustificate. Nel frattempo, regioni corticali a un livello più alto generano previsioni dall'alto verso il basso, mentre cortecce sensoriali a un livello più basso elaborano input sensoriali dal basso verso l'alto. Inoltre valutano questi input rispetto alle previsioni inviate dalle regioni a un livello più alto. NEUROINT sta testando questa ipotesi usando metodi di neuroimmagine con una elevata risoluzione spaziale e temporale per studiare l'attività in questi tre sistemi neurali e le interazioni tra di loro. I dati ottenuti potrebbero fornire importanti informazioni su un processo fondamentale nel cervello umano, aiutandoci così a comprendere meglio in che modo elaboriamo il passato recente. Queste informazioni potrebbero poi forse essere usate per aiutare ad adattarci agli eventi futuri. Il progetto NEUROINT si concluderà nel dicembre 2014.Per maggiori informazioni, visitare: Scheda informativa del progetto Università degli Studi di Trento http://www.unitn.it/

Paesi

Italia

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