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Contenuto archiviato il 2023-04-13

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Un passo concreto verso l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio nella produzione di cemento

Un’iniziativa finanziata dall’UE ha introdotto con successo una tecnologia di cattura del carbonio in un cementificio pilota in Belgio.

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In quanto materiale da costruzione più ampiamente utilizzato, il calcestruzzo è indispensabile per lo sviluppo di infrastrutture, industrie e abitazioni. Si tratta di una miscela di aggregati (sabbia, ghiaia, pietrisco), acqua e cemento, la cui produzione rappresenta il 95 % dell’impronta di CO2 del calcestruzzo. Secondo la relazione del 2019 «Industrial Transformation 2050 – Pathways to Net-Zero Emissions from EU Heavy Industry» (Trasformazione industriale 2050 – Le strade verso l'azzeramento delle emissioni nette dell’industria pesante dell’UE) di Material Economics, «attualmente, l’UE utilizza più di due tonnellate di calcestruzzo per persona all’anno, di cui 325 kg sono di cemento». «Per ogni chilogrammo di cemento prodotto, vengono rilasciati nell’aria 0,7 kg di CO2». E si aggiunge: «Nel caso del cemento, la calcinazione del calcare necessaria per produrre l’ossido di calcio rilascia grandi quantità di carbonio contenuto nella roccia». Affrontando tale sfida, il progetto LEILAC, finanziato dall’UE, ha sviluppato un’innovativa tecnologia che mira a ridurre significativamente le emissioni delle industrie di fabbricazione del cemento e della calce in Europa. La sua progettazione consentirà di catturare tutte le emissioni di CO2 dei processi, senza compromessi significativi a livello energetico o economico. Come si legge nel sito web del progetto, in uno stabilimento pilota a Lixhe, in Belgio, LEILAC sta utilizzando un sistema che, «nel caso del calcare (CaCO3), consente di catturare CO2 pura nell’istante in cui viene rilasciata durante il processo di calcinazione per ottenere la calce (CaO), tenendo separati i gas di scarico del forno». «Con questa elegante soluzione, non servono sostanze chimiche o processi aggiuntivi per ottenere un flusso di CO2 pura». Il sito web del progetto riporta: «Durante la produzione di calce o cemento, viene rilasciata CO2 in quanto parte intrinseca del processo di produzione, e non si può evitare (ad esempio utilizzando energia rinnovabile). Pertanto, la cattura del carbonio è l’unico mezzo realistico attraverso cui tali emissioni industriali possono essere ridotte ulteriormente per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni dell’80 % nel 2050». In una notizia apparsa su «ENDS Report», Daniel Rennie, della società Calix che coordina il progetto LEILAC, spiega la tecnologia: «Si tratta solo di una fornace progettata in maniera diversa, che permette semplicemente la separazione intrinseca della CO2 la quale, quando fuoriesce, è fredda ed estremamente pura». Nella notizia si aggiunge: «Ciò la rende una materia prima potenzialmente preziosa per i mercati di nicchia esistenti come quello delle bevande gassate, delle serre e della mineralizzazione nell’industria del cemento». Le operazioni, che inizieranno a maggio 2019, andranno avanti per tutto il 2020, quando il progetto LEILAC (Low Emissions Intensity Lime and Cement) giungerà al termine.

Un nuovo progetto

Sempre nella notizia di «ENDS Report» si osserva che, grazie al successo del progetto LEILAC, «un secondo progetto è in via d’elaborazione… LEILAC 2. Questo nuovo reattore, che avrà una dimensione pari a circa un quinto di un cementificio commerciale, si concentrerà maggiormente sulla destinazione finale della CO2 estratta, integrando il reattore nel processo di produzione del cemento esistente ed eventualmente elettrizzando il calore necessario per la produzione di clinker». Stando a quanto si legge nella notizia, il progetto LEILAC 2 manterrà circa «la metà dei partner del suo predecessore, con Calix e HeidelbergCement sempre in prima fila». Jan Theulen, di HeidelbergCement, partner del progetto, afferma: «Vogliamo essere pronti con la tecnologia ora che il prezzo [del carbonio] è tale da consentirne la fattibilità commerciale». E aggiunge: «Si tratta di farsi strada, con tutte le difficoltà del caso. Ma se non lo facciamo ora, e aspettiamo che il prezzo del carbonio arrivi a 100 euro a tonnellata, allora avremo bisogno di altri 10 anni per farlo». Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto LEILAC

Paesi

Francia

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