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Drivers and Feedbacks of Changes in Arctic Terrestrial Biodiversity

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Comprendere i motivi della biodiversità artica

Per agevolare l’adattamento delle comunità locali alle ripercussioni climatiche, i ricercatori del progetto CHARTER, finanziato dall’UE, stanno creando un modello avanzato dell’Artico del XXI secolo.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

Il riscaldamento globale sta alterando radicalmente la biodiversità e il clima dell’Artico. Queste modifiche si ripercuoteranno sulle popolazioni umane locali, con importanti ricadute a livello socioeconomico e ripercussioni a lungo termine. Nel progetto CHARTER, i ricercatori stanno facendo progredire le conoscenze d’avanguardia sui cambiamenti in termini di biodiversità artica e di sistemi socio-ecologici, per sostenere la capacità delle comunità locali di adattarsi a questi cambiamenti. Il progetto sta lavorando sul miglioramento delle conoscenze su diversi fronti: le transizioni nella copertura vegetale, l’equilibrio energetico e i cambiamenti climatici nel tempo, le probabili ripercussioni dei cambiamenti nella biodiversità sulle comunità indigene e locali, l’integrazione degli effetti dettagliati dello scambio di carbonio e dell’albedo nelle attività di modellizzazione artica e lo sviluppo di nuove politiche a supporto delle comunità artiche. «L’integrazione dei fattori socio-ecologici ed economici nella modellizzazione regionale dell’Artico è un compito difficile, ma pensiamo di fare progressi», afferma Bruce Forbes, ricercatore del Centro Artico dell’Università della Lapponia e coordinatore del progetto CHARTER.

Abbinare il lavoro sul campo alla scienza dei cittadini

Il progetto CHARTER, che durerà fino al 2025, coinvolge 21 istituzioni di ricerca in nove paesi e vari tipi di lavoro sul campo nelle diverse stagioni, condotti da ricercatori professionisti, partner locali e indigeni, nonché cittadini scienziati. Purtroppo, il lavoro sul campo e la cooperazione nei siti russi sono stati sospesi in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Le comunità locali hanno contribuito alla ricerca sul campionamento della neve, alla mappatura del pascolo delle renne su diverse scale e ai workshop partecipativi in cui gli operatori della regione, tra cui pastori e pescatori, hanno trattato quelli che considerano i problemi principali dei prossimi decenni. La modellizzazione esamina i potenziali cambiamenti fino al 2050 e i potenziali circuiti di retroazione climatica derivanti dalle variazioni dell’albedo superficiale, ovvero la riflessione della luce solare nell’atmosfera da superfici terrestri quali la neve o la vegetazione. Il progetto comprende anche un lavoro di telerilevamento che analizza i cambiamenti della vegetazione nei pascoli delle renne dalla Fennoscandia alla Siberia occidentale.

Ricerca multidisciplinare e multiculturale

Il lavoro del consorzio di ricerca multidisciplinare ha già prodotto diverse pubblicazioni di elevato livello sottoposte a revisione paritaria, che hanno suscitato notevole interesse. L’altro risultato è il co-sviluppo etico del progetto con partner locali e indigeni e l’inclusione di studiosi indigeni nel team di ricerca, in particolare Sami e Nenet. Nel 2022, il team ha organizzato anche un evento sulla politica in materia di biodiversità artica a Bruxelles, in Belgio, che ha avuto un successo tale da richiedere la programmazione di un altro evento in concomitanza con la Settimana europea delle scienze polari a Copenaghen, in Danimarca, nella prima settimana di settembre del 2024. Il consorzio è attualmente impegnato nella divulgazione dei risultati tramite una combinazione di modelli espositivi scientifici e artistici, tra cui StoryMaps, nei confronti del grande pubblico e dei responsabili delle politiche.

Sfruttare le conoscenze indigene

Un’area di estremo interesse è la biodiversità a lungo termine degli ecosistemi artici e boreali, su cui si basano i mezzi di sostentamento delle popolazioni indigene (Sami e Nenet) e di altre, quali i finlandesi, che allevano renne, cacciano e pescano. Uno dei grandi problemi dei sistemi socio-ecologici dei Nenet è stata la mortalità catastroficamente elevata delle renne allevate provocata, ad esempio, dall’aumento di intensità e frequenza degli eventi di pioggia su neve. «Poiché la nostra attenzione è posta sulle interazioni tra mezzi di sostentamento, biodiversità e clima dell’Artico, i migliori esperti sono rappresentati dalle popolazioni locali e indigene che si basano su questi mezzi di sostentamento da secoli, se non da millenni», spiega Forbes. «Per comprendere la capacità futura di resistere e adattarsi è necessario sviluppare insieme alla popolazione locale i piani e i quesiti di ricerca», aggiunge.

Parole chiave

CHARTER, polare, Artico, biodiversità, vegetazione, indigeni, studiosi, conoscenze, pubblicazioni

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