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Uno studio sui fattori che hanno determinato la fine dell’era glaciale

Il nostro pianeta attraversa diversi cicli di gelo e disgelo. Come riesce tuttavia a sapere quando è il momento di farli terminare? Il nostro esperto Frerk Pöppelmeier spiega approfonditamente l’argomento.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

«Le ere glaciali dipendono dalla posizione della Terra intorno al Sole, essenzialmente da ciò che chiamiamo configurazioni orbitali o cicli di Milankovitch», spiega Frerk Pöppelmeier, ricercatore in materia di dinamica climatica attivo presso l’Università di Berna. I cicli di Milankovitch sono cicli climatici a lungo termine determinati dalla forma ellittica dell’orbita della Terra e dallo spostamento dell’inclinazione del pianeta durante il suo percorso. Tutti questi movimenti modificano la quantità di luce solare che raggiunge la Terra e la durata delle stagioni (misurata calcolando il periodo compreso tra un solstizio e quello successivo). Le condizioni che determinano stagioni estive brevi e fredde nell’emisfero settentrionale consentono un accumulo terrestre di neve anno dopo anno. Al contrario, se la combinazione dei fattori costituiti dall’orbita e dall’inclinazione della Terra produce estati più lunghe e calde nell’emisfero settentrionale, tale accumulo di neve e ghiaccio si scioglie. «Tutte le conclusioni delle ere glaciali coincidono con un aumento delle temperature estive e una maggiore quantità di luce solare in grado di raggiungere le alte latitudini settentrionali», spiega Pöppelmeier. Una seconda ragione è costituita dalle proprietà delle grandi calotte di ghiaccio continentali. Quanto maggiori sono le loro dimensioni, tanto più elevata diventa la loro instabilità in quanto l’immenso peso che le caratterizza provoca lo scioglimento della relativa parte inferiore, facendole scivolare dal basamento. A un certo punto, basta un piccolo aumento delle temperature per farle crollare del tutto. Anche le correnti oceaniche svolgono un ruolo importante in tal senso, poiché trasferiscono il calore intorno al pianeta. Un importante sistema di correnti, il capovolgimento meridionale della circolazione atlantica, porta le acque calde verso nord nell’Atlantico esercitando un forte impatto sul clima globale. Esiste una preoccupazione sempre più forte in relazione alla possibilità che questo sistema di trasferimento del calore rallenti a causa del riscaldamento globale e persino collassi completamente, il che potrebbe determinare una nuova era glaciale (come è stato magistralmente riprodotto su schermo dal film di fantascienza del 2004 «L’alba del giorno dopo»). Nel complesso, le ere glaciali sono il prodotto di diversi processi che agiscono su scale planetarie (e interplanetarie) diverse.

La ricerca di un fattore scatenante

Nel progetto CliMoTran, finanziato dal programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, Pöppelmeier ha esplorato un misterioso cambiamento nel ritmo delle ere glaciali nel corso della storia della Terra. Mentre in passato il periodo compreso tra le ere glaciali durava circa 41 000 anni, più o meno 1 milione di anni fa questo ritmo rallentò passando ad approssimativamente 100 000 anni, secondo una variazione nota come transizione medio-pleistocenica. Avvalendosi di un metodo di modellizzazione al computer all’avanguardia, Pöppelmeier ha esaminato lo stato della circolazione oceanica durante questa transizione scoprendo che non esiste un singolo fattore scatenante, ma piuttosto molteplici effetti tra loro sovrapposti, tra cui la concentrazione di gas a effetto serra nell’atmosfera. È interessante notare che in diversi periodi della storia della Terra, noti come «Terre a palla di neve», il nostro pianeta, o almeno la quasi totalità delle terre continentali,era per lo più coperto da neve e ghiaccio. Tali periodi potrebbero essere stati causati dall’abbassamento delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera a livelli molto bassi. Oggi sembra stia accadendo il contrario, poiché continuiamo a inondare la nostra atmosfera con i gas a effetto serra prodotti dalla combustione dei carburanti fossili. Secondo quanto suggerito dalle ricerche sinora effettuate avremmo ritardato l’inizio della prossima era glaciale, che sarebbe potuta iniziare all’incirca nei prossimi 10 000. «Abbiamo perturbato, e stiamo continuando a farlo, in modo così intenso il sistema con le emissioni antropogeniche di gas serra da aver eliminato in sostanza almeno la prossima era glaciale», aggiunge Pöppelmeier, che conclude: «Se continuiamo a emettere CO2, potremmo eliminarne ulteriori, tanto che potrebbero non presentarsene più nel prossimo futuro.» Clicca qui per saperne di più sulla ricerca di Frerk Pöppelmeier: Gli improvvisi cambiamenti avvenuti nei periodi interglaciali della Terra

Parole chiave

CliMoTran, clima, ere glaciali, stagioni, cicli di Milankovitch, Terra a palla di neve, cicli climatici, oceano, gas serra, atmosfera