I flussi migratori e il loro impatto sul lavoro nell'UE
Il progetto UWT ("Undocumented worker transitions: Compiling evidence concerning the boundaries and processes of change in the status and work of undocumented workers in Europe") si proponeva di studiare i vari elementi dei flussi migratori, legali e illegali. Il consorzio ha concentrato la sua attenzione sui migranti senza documenti e su quelli che dispongono di documenti insufficienti, per chiarire quale fosse la loro conoscenza dei mercati del lavoro dei paesi ospiti e comprendere meglio in che modo la loro condizione migratoria potesse limitare o impedire la possibilità di trovare impiego. I partner del progetto, appartenenti a sette stati membri dell'UE, si sono proposti numerosi obiettivi, tutti incentrati sul collegamento tra i flussi migratori e la dimensione lavorativa. Tra l'altro, hanno cercato di approfondire l'impatto dei flussi migratori sui mercati del lavoro europei, creando mappe e modelli dei percorsi seguiti da migranti e rifugiati verso e all'interno dell'UE e verificando le teorie del capitale sociale e umano in relazione alle migrazioni. Le attività di ricerca hanno cercato di analizzare i vari aspetti della migrazione prendendo in considerazione in che modo le differenze di età, sesso e origine etnica influiscono sulle esperienze lavorative dei migranti senza documenti. I risultati sottolineano chiaramente che l'immigrazione prosegue a ritmi molto sostenuti nonostante il rafforzamento dei controlli. Lo spostamento di questi soggetti è infatti determinato da condizioni sociali, economiche o politiche insostenibili nei paesi di origine, oltre che dalla convinzione di trovare lavoro nel paese di destinazione. I ricercatori del progetto UWT hanno scoperto che i migranti in realtà non sono scoraggiati dall'adozione di controlli più severi decisa da molti paesi, ma sono preparati a seguire vie pericolose o a violare le regole dei visti di accesso accettando anche lavoro in nero. In quest'ultimo caso, spesso i datori di lavoro sfruttano la condizione di illegalità di queste persone e offrono condizioni di occupazione meno tutelanti e talvolta anche retribuzioni ridotte. I controlli sempre più stretti sull'immigrazione, quindi, potrebbero rivelarsi addirittura più favorevoli allo sviluppo di un ambiente di lavoro più pericoloso e più portato allo sfruttamento. Alcune delle raccomandazioni formulate dall'iniziativa UWT includono la separazione delle normative in materia di immigrazione e di occupazione e l'estensione della tutela sanitaria, sociale e assistenziale in modo che tutti i lavoratori possano avvalersi della protezione offerta dalle leggi sul lavoro. In tal modo si eliminerebbero i vantaggi economici percepiti dai datori di lavoro e ricollegabili all'impiego di manodopera clandestina. I risultati evidenziano la necessità di concentrare l'attenzione sui fattori che spingono i migranti a lasciare i propri paesi di origine più che sui risultati delle migrazioni illegali e sul lavoro clandestino nei paesi di destinazione. L'insieme completo delle raccomandazioni basate sul lavoro svolto dall'UWT è stato presentato in un rapporto molto ampio, che includeva anche le misure specifiche consigliate per affrontare le numerose ingiustizie identificate dai partner del progetto.