Astronomi di nota fama discutono in merito alla missione dell'ESA volta a scoprire pianeti simili alla Terra

Gli scienziati si riuniranno in occasione di un convegno della Royal Astronomical Society, dal titolo "La sismologia stellare, la scoperta dei pianeti extrasolari e la missione Eddington".
Ricercatori provenienti da oltre 40 laboratori europei, sono attualmente impegnati a sviluppare il progetto Eddington dell'ESA, che mira a scoprire ed a studiare i pianeti simili alla Terra, che gravitano intorno a stelle distanti, nonché a determinare la struttura interna delle stelle attraverso la misurazione di piccole vibrazioni interne.
Gli scienziati hanno scoperto che le stelle, gigantesche sfere di gas, vibrano quando onde d'urto le attraversano. Queste vibrazioni possono essere utilizzate per saperne di più sulle parti interne delle stelle. Sebbene le oscillazioni siano state rilevate da terra, si auspica che la missione Eddington consentirà di osservarle con maggiore precisione.
Il professor Ian Roxburgh, della Queen Mary University di Londra (Regno Unito), ha dichiarato: "Tali studi ci aiuteranno a comprendere l'evoluzione delle stelle (incluso il nostro Sole) e delle galassie, nonché a migliorare i nostri metodi di misurazione delle ere e delle distanze stellari".
Attualmente si conoscono oltre 70 pianeti extrasolari, la maggior parte dei quali sono centinaia di volte più grandi della Terra. La missione Eddington ricercherà ulteriori pianeti, in particolare quelli che potrebbero essere in grado di ospitare forme di vita, attraverso la misurazione dell'effetto di oscuramento che si verifica quando un pianeta passa di fronte ad una stella. Ci si augura che la missione possa scoprire fino a 20.000 pianeti, tramite l'osservazione di circa 500.000 stelle. È probabile che un centinaio di essi siano mondi simili alla Terra, situati nelle zone temperate ed abitabili intorno alle loro stelle.
"Possiamo calcolare il periodo di rivoluzione del pianeta e determinare così la sua distanza orbitale, attraverso la rilevazione dell'intervallo temporale fra ciascun transito", ha spiegato il professor Roxburgh. "L'intensità dell'eclissi, data dal livello di oscuramento, ci dice quanta parte della stella è stata coperta ed indica in tal modo la dimensione del pianeta invisibile. Poiché conosciamo le proprietà della stella, possiamo anche determinare se il pianeta si trova in quella che viene definita "zona abitabile", e cioè né troppo calda, né troppo fredda per ospitare la vita".
Il veicolo spaziale Eddington, il cui lancio è previsto per il 2007, prende il nome dall'astronomo britannico Arthur Eddington, le cui ricerche hanno fornito nuove intuizioni sul funzionamento delle parti interne delle stelle.Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Professor Ian Roxburgh
Queen Mary University of London
Mile End Road
London
E1 4NS
Tel: +44 207 882 5441
E-mail: i.w.roxburgh@qmul.ac.uk
Dr Alan Penny
Rutherford Appleton laboratory
Chilton
Didcot
Oxfordshire
OX11 0QX
Tel: +44 7941 721 733
E-mail: alan.penny@rl.ac.uk
oppure consultare i seguenti siti Internet:
http://sci.esa.int/home/eddington/index.cfm
http://www.ras.org.uk/meetings/2002/020111.htm