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La termografia a infrarossi trova una nicchia di applicazione nei materiali plastici

Alcuni ricercatori dell'Istituto tecnologico spagnolo del giocattolo (AIJU) hanno scoperto che la termografia a infrarossi è una tecnica che si può usare nel settore dei materiali plastici, in particolare per l'ottimizzazione dei processi e il miglioramento qualitativo. Questa...

Alcuni ricercatori dell'Istituto tecnologico spagnolo del giocattolo (AIJU) hanno scoperto che la termografia a infrarossi è una tecnica che si può usare nel settore dei materiali plastici, in particolare per l'ottimizzazione dei processi e il miglioramento qualitativo. Questa ricerca fa parte del progetto, finanziato dall'UE, CUSTOM-FIT ("A knowledge-based manufacturing system, established by integrating rapid manufacturing, IST (information society technologies) and material science to improve the quality of life of European citizens through custom fit products"). Sostenuto nell'ambito del Sesto programma quadro (6º PQ), il finanziamento per il CUSTOM-FIT ammonta a 9,25 Mio EUR. Riguardo il processo di iniezione termoplastica, i ricercatori hanno detto che si possono raccogliere molte informazioni sul processo di trasformazione quando si realizzano immagini termografiche di pezzi iniettati, ancora nello stampo o già estratti o persino sulla superficie stessa dello stampo. Nello studio, il team dell'AIJU ha preso in considerazione il processo di iniezione su uno stampo di un giocattolo. L'astronomo britannico, di origini tedesche, Sir Frederick William Herschel, scoprì la radiazione infrarossa nel 1800. Egli che il calore che passava attraverso i filtri colorati che usava per guardare il sole dipendeva dal colore del filtro. Herschel fece passare la luce attraverso un prisma di cristallo per produrre uno spettro (l'arcobaleno) e poi misurò la temperatura dei colori. Sulla base delle sue osservazioni, la temperatura era più alta sul lato rosso. La luce laterale era invisibile all'occhio umano. Questa radiazione fu inizialmente chiamata "raggi calorici" per poi essere battezzata "radiazione infrarossa". Circa 80 anni dopo, lo scienziato americano Samuel Pierpont Langley inventò il primo bolometro (rilevatore di radiazione infrarossa) al mondo. Questo rilevatore era in grado di rilevare le radiazioni attraverso un aumento di temperatura generato da un corpo che assorbe il calore. Negli anni 1980, alcuni ricercatori svilupparono micro-bolometri, che oggi si usano nelle macchine termografiche. Secondo i ricercatori dell'AIJU, tutti gli oggetti che hanno una temperatura superiore allo "zero assoluto" (-273,15°C) producono onde nella banda infrarossa. Più è alta la temperatura di un oggetto, maggiore è l'energia generata in una lunghezza d'onda più bassa. Hanno notato che la radiazione infrarossa, la luce visibile e la luce ultravioletta sono forme di energia che si trovano nello spettro elettromagnetico che varia per quanto riguarda la lunghezza d'onda. L'occhio umano può vedere solo una gamma limitata di lunghezze d'onda. Le macchine termografiche però possono rilevare l'energia infrarossa invisibile all'occhio umano. Queste macchine innovative possono registrare temperature normali che vanno da -20ºC a 500°C, ma possono anche registrare da -40°C minimo a 2.000ºC massimo. I ricercatori hanno spiegato che le macchine termografiche trasformano l'energia infrarossa in un'immagine contenente una mappa colorata che indica le temperature dell'oggetto in ogni suo punto. Il risultato finale è una macchina versatile provvista di una gamma infinita di applicazioni in vari settori. I ricercatori dell'AIJU stanno attualmente lavorando con operatori del settore industriale su vari progetti di ricerca e sviluppo (R&S) nel settore dei materiali plastici.

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