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Contenuto archiviato il 2023-03-24

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Rivelate le identità genetiche dei primi contadini del mondo

I ricercatori del progetto ADNABIOARC, in parte finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (CER), hanno pubblicato nuove scoperte che danno una nuova prospettiva alle nostre conoscenze del patrimonio genetico degli eurasiatici occidentali moderni.

Lo studio, pubblicato sulla rivista “Nature”, ha svelato le identità genetiche e le dinamiche della popolazione dei primi contadini del mondo. Questo risultato è stato ottenuto mediante analisi su larga scala e di tutto il genoma di resti umani antichi del Vicino Oriente. Gruppi recentemente descritti Lo studio rivela tre distinte popolazioni di contadini che vivevano nel Vicino Oriente da 12 000 a 8 000 anni fa, che comprendono due gruppi recentemente descritti provenienti dall’attuale Iran e dal Levante e un gruppo precedentemente collocato in Anatolia, parte della moderna Turchia. I risultati suggeriscono anche che l’agricoltura si diffuse per tutto il Vicino Oriente al meno in parte perché i gruppi presenti inventarono o adottarono tecnologie agricole, piuttosto che perché una specifica popolazione ne sostituì un’altra. “Una parte delle primissime attività agricole fu praticata nel Levante, che comprendeva Israele e la Giordania, e sui Monti Zagros in Iran – due estremità della Mezzaluna fertile,” ha commentato il professor Ron Pinhasi dell’University College di Dublino, uno dei co-autori anziani dello studio. “Volevamo scoprire se questi primi agricoltori fossero geneticamente simili gli uni agli altri o ai cacciatori-raccoglitori che vivevano lì prima, in modo da poter scoprire di più su come avvenne la prima transizione agricola del mondo.” Le analisi condotte dal team hanno cambiato quello che sappiamo sul patrimonio genetico delle popolazioni moderne dell’Eurasia occidentale. Adesso sembra che discendano da quattro gruppi principali: cacciatori-raccoglitori in quella che adesso è l’Europa occidentale, cacciatori-raccoglitori nell’Europa orientale e nella steppa russa, il gruppo di agricoltori in Iran e il gruppo di agricoltori nel Levante. Il prof. David Reich, un altro dei co-autori anziani dello studio, dell’Harvard Medical School, ha commentato: “Abbiamo scoperto che la popolazione relativamente omogenea dell’Eurasia occidentale di oggi, che comprende l’Europa e il Vicino Oriente, era una collezione di popoli altamente sotto-strutturata che erano tanto diversi gli uni dagli altri quanto lo sono oggi gli europei dagli asiatici orientali.” Le popolazioni del Vicino Oriente si sono mescolate l’una con l’altra nel tempo e sono migrate verso le regioni circostanti per mescolarsi con le persone che le abitavano finché quei gruppi inizialmente molto vari non diventarono molto simili dal punto di vista genetico. Superare il problema di resti di DNA di qualità molto scarsa I progressi della tecnologia usata per l’analisi di DNA antico hanno permesso di provare il mescolamento e le migrazioni su larga scala che avvennero migliaia di anni fa, ma il Vicino Oriente è stato una delle regioni in cui questo tipo di studi è stato più difficile a causa del clima caldo della regione e della conseguente degradazione del DNA nelle ossa riportate alla luce. Il team ha superato questo problema in parte estraendo materiale genetico dalle ossa dell’orecchio che possono fornire fino a 100 volte più DNA rispetto alle altre ossa del corpo. Hanno anche usato una tecnica chiamata ibridizzazione in soluzione per arricchire il DNA umano e filtrare DNA contaminanti di microbi. Questa tecnica combinata ha permesso ai ricercatori di raccogliere informazioni genomiche di alta qualità da 44 antichi abitanti del Vicino Oriente che vissero tra 14 000 e 3 400 anni fa. Comprendevano cacciatori-raccoglitori prima dell’avvento dell’agricoltura, i primi agricoltori e i loro discendenti. Confrontando i genomi non solo gli uni con gli altri ma con 240 uomini antichi studiati in precedenza e provenienti dalle regioni vicine e con 2 600 persone di oggi, i ricercatori hanno scoperto che le prime culture agricole nel Levante, in Iran e in Anatolia erano geneticamente distinte. “Forse un gruppo addomesticò le capre e un altro cominciò a coltivare il grano e le pratiche furono condivise in qualche modo,” ipotizza Iosif Lazaridis, un membro del team di ricerca. “Queste diverse popolazioni inventarono o adottarono alcune sfaccettature della rivoluzione agricola e tutte prosperarono.” Nei successivi 5 000 anni, i gruppi di agricoltori del Vicino Oriente si mescolarono gli uni con gli altri e con i cacciatori-raccoglitori in Europa. Nell’età del bronzo, le popolazioni avevano antenati di molte fonti e assomigliavano grosso modo alle popolazioni odierne. I discendenti di ogni gruppo di agricoltori, anche quando cominciarono a mescolarsi, contribuirono all’ascendenza genetica delle persone di altre parti del mondo. Gli agricoltori legati al gruppo anatolico si allargarono verso ovest in Europa, i popoli legati al gruppo del Levante arrivarono nell’Africa orientale, i popoli imparentati con quelli dell’Iran o del Caucaso si spostarono verso nord nella steppa russa e i popoli legati sia agli agricoltori in Iran che ai cacciatori-raccoglitori della steppa si mossero verso l’Asia meridionale. “Il Vicino Oriente era l’anello mancante per capire molte delle migrazioni umane,” ha affermato Pinhasi. Andando avanti, il team di ricerca è ansioso di studiare resti delle prime civilizzazioni del mondo che succedettero ai campioni analizzati in questo studio in particolare. Per maggiori informazioni, consultare: Pagina del progetto su CORDIS

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