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Contenuto archiviato il 2023-04-03

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L’impatto delle pressioni umane sull’ecosistema del Mediterraneo

Il Mediterraneo è stato definito “sotto assedio” a causa dell'intensa pressione esercitata su di esso da una serie di attività umane. Sono però necessarie ulteriori informazioni per vedere qual è l’impatto che queste attività hanno sull’ecosistema e le sue risorse. Un progetto finanziato dall’UE ha pubblicato una relazione che contribuisce a colmare questa lacuna di informazioni.

In tutto il mondo gli ecosistemi marini sono stressati da una varietà di attività antropogeniche. Pesca e acquacoltura, inquinamento (compresi i deflussi agricoli), perdita dell’habitat e degrado e l'invasione delle specie, stanno mettendo sotto pressione gli ecosistemi di mari e oceani. L’attività umana è in rapido aumento e il progetto MERCES (Marine Ecosystem Restoration in Changing European Seas), finanziato dall’UE, ha come obiettivo di capire meglio la mutevole interazione tra esseri umani, ambiente e specie marine. Il Mar Mediterraneo è un ecosistema marino molto vario che ospita il 7-10 % della biodiversità marina. Usando dati delle tendenze dal 1950 al 2011, il progetto MERCES ha studiato tutto il Mar Mediterraneo e ha scoperto che le attività antropogeniche hanno avuto un ruolo importante nelle dinamiche delle specie. Il progetto ha recentemente pubblicato un articolo su “Scientific Reports”(si apre in una nuova finestra) nel quale presenta i propri risultati, tra cui l’osservazione di una riduzione dell’abbondanza di importanti specie ittiche che rappresenta una diminuzione del 34 % delle specie commerciali e non commerciali e del 41 % dei principali predatori. Il team spiega che la biomassa della comunità, i livelli trofici, la pesca e gli indicatori di diversità mostrano tutti che l’ecosistema si è degradato nel tempo. MERCES ha valutato le risposte temporali dell’abbondanza delle specie e delle dinamiche dell’ecosistema ai cambiamenti della produttività primaria e della pesca usando l’approccio del modello Ecopath con Ecosin (EwE). L’equipe si è concentrata sulla gestione basata sull’ecosistema, piuttosto che su una valutazione delle singole risorse e minacce, usando modelli che permettono la valutazione quantitativa del ruolo di diversi fattori di stress. Lo studio, “Historical changes of the Mediterranean Sea ecosystem: modelling the role and impact of primary productivity and fisheries changes over time” (Cambiamenti storici dell’ecosistema del Mar Mediterraneo: un modello del ruolo e dell’impatto dei cambiamenti della produttività primaria e della pesca nel tempo), quantifica le dinamiche temporali e quindi calcola una serie di indicatori ecologici per analizzare le dinamiche dell’ecosistema del passato. Gli obiettivi specifici erano: studiare l’evoluzione temporale del mare sviluppando uno scenario retroattivo, per stabilire le differenze e le somiglianze nelle dinamiche storiche degli ecosistemi per mezzo della modellazione e per analizzare i cambiamenti storici strutturali e funzionali degli ecosistemi del mare usando specifici indicatori basati sul modello. I ricercatori descrivono lo studio come una base di riferimento, che può avere un ruolo per la ricerca futura a fronte dell’aumento della pressione sul Mediterraneo dovuta allo stesso tempo al cambiamento climatico e all’attività umana. Poiché l’intensità di questi fattori di stress sta aumentando nella maggior parte del bacino del Mediterraneo, sono sempre più necessarie analisi temporali per creare efficaci politiche marine e azioni di gestione adesso e in futuro. Per maggiori informazioni, consultare: Sito web del progetto(si apre in una nuova finestra)

Paesi

Italia

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