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Contenuto archiviato il 2022-12-02

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Il Presidente Santer in difesa delle dimissioni dei Commissari

Il giorno successivo alle dimissioni dei membri della Commissione europea, che fanno seguito al Primo rapporto del Comitato di esperti indipendenti nominato dal Parlamento europeo, il Presidente Jacques Santer ha colto l'occasione per esprimere alcune dichiarazioni a nome dell...

Il giorno successivo alle dimissioni dei membri della Commissione europea, che fanno seguito al Primo rapporto del Comitato di esperti indipendenti nominato dal Parlamento europeo, il Presidente Jacques Santer ha colto l'occasione per esprimere alcune dichiarazioni a nome della Commissione. "Il rapporto prende in considerazione un numero ridotto di casi specifici che di recente hanno attirato le critiche del Parlamento europeo", ha dichiarato. "I casi sono stati analizzati con grande attenzione e, benché dall'analisi siano emerse situazioni di cattivo funzionamento e un esempio di favoritismo, vorrei far notare che non vi è alcun cenno alla possibilità che un qualsiasi membro della Commissione fosse coinvolto in attività fraudolente, di corruzione o di guadagno personale". "Noto che, basandosi su tale numero ridotto di casi di frode e cattivo funzionamento, i quali naturalmente sono meritevoli di biasimo, il rapporto del Comitato fornisce un'immagine generale di totale assenza di responsabilità da parte dell'istituzione e dei suoi funzionari. Si tratta di un'immagine distorta. Ritengo che il tono delle conclusioni del rapporto sia totalmente ingiustificato". "Non accetto che quattro anni di lavoro, durante i quali questa Commissione ha portato a termine completamente il programma politico, siano ridotti a sei casi di irregolarità, quattro dei quali risalgono a prima del 1995. Mi sarei inoltre atteso che il Comitato di esperti indipendenti attribuisse la dovuta importanza alle significative riforme realizzate dalla Commissione dal 1995 in poi, e all'ambizioso programma annunciato lo scorso gennaio al Parlamento". "La decisione presa ieri (15 marzo 1999) dalla Commissione è stato un atto politico. Ci siamo assunti le nostre responsabilità, anche se riteniamo che il rapporto non sia equilibrato. Talvolta le critiche possono essere benefiche; dobbiamo utilizzare tali crisi come catalizzatore per effettuare riforme profonde e durature in tutte le istituzioni europee. Sono fiducioso del fatto che questa crisi servirà a ristabilire il regolare funzionamento delle istituzioni". "Ho informato il Presidente del Consiglio europeo della decisione presa ieri, sottolineando il fatto che, in conformità ai Trattati, continueremo a svolgere le nostre funzioni finché non saranno state completate le pertinenti procedure per formare il nuovo organismo", ha affermato il Presidente Santer. Il caso di favoritismo cui ha fatto riferimento il Presidente Santer riguarda i legami fra il Commissario Edith Cresson, membro della Commissione Ricerca, innovazione, istruzione, formazione e gioventù, e il sig. Berthelot. Il Comitato di esperti indipendenti ha spiegato che il Commissario Cresson desiderava utilizzare presso la Commissione le competenze del sig. Berthelot, all'epoca amico di vecchia data del Commissario, in particolare nella preparazione del quinto programma quadro (5PQ/FP5) di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (RST). Il sig. Berthelot ha ottenuto due contratti con la Commissione: - DG XII (1° settembre 1995 - 28 febbraio 1997); - Centro comune di ricerca (1° marzo 1997 - 31 dicembre 1997). Dopo aver descritto il ruolo del sig. Berthelot in questi contratti, il Comitato di esperti indipendenti ha esposto le ragioni oggettive di rimostranza in merito a tale incarico assegnato dalla Commissione, e ha così concluso: "In breve, i due contratti sono irregolari poiché mancano di una base giuridica e, pertanto, le candidature del sig. Berthelot avrebbero dovute essere dichiarate inammissibili". Inoltre, il Comitato di esperti indipendenti ha riscontrato che: - la durata dei contratti era troppo lunga; - era altamente improbabile che le missioni a Châtellerault, in Francia (dove il Commissario Cresson ricopriva la carica di sindaco) potessero essere giustificate negli interessi della Commissione; - egli non ha prodotto la benché minima quantità di lavoro. Il Comitato di esperti indipendenti ha quindi concluso che questo è un evidente caso di favoritismo. "Una persona con qualifiche non corrispondenti alle funzioni oggetto dell'incarico è stata nondimeno assunta. Il lavoro svolto è stato palesemente insufficiente in termini di quantità, qualità e pertinenza. La Comunità non ne ha ricavato alcun vantaggio". "Soprattutto, la persona assunta ha operato essenzialmente nello staff personale del Commissario, e ci sono validissimi motivi per ritenere che egli venisse spesso impiegato in un modo che aveva ben poco a che fare con le attività del Commissario svolte per conto dell'Europa. "Le competenti autorità amministrative hanno firmato i contratti, in precedenza approvati dal Controllo finanziario. Nonostante la mancanza di base giuridica non sembra che tali organismi abbiano avuto esitazioni". "La conformità ai requisiti formali non esonera i beneficiari dalle loro responsabilità, si tratti del datore di lavoro (il Commissario Cresson) o del dipendente (il sig. Berthelot). Tutt'altro: poiché si trattava di un amico personale, il Commissario Cresson, nella sua veste ufficiale, avrebbe dovuto sorvegliare con maggiore attenzione questa situazione", ha concluso il Comitato degli esperti indipendenti. Il rapporto è disponibile presso il seguente indirizzo: http://www2.europarl.eu.int/experts

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