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Contenuto archiviato il 2022-12-02

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Il gene di una pianta uccide le cellule cancerogene

Nell'ambito di alcune ricerche finanziate negli ultimi sette anni dai programmi di Ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (RST) dell'Unione europea, è stato possibile trasferire il materiale genetico di una pianta a un virus, che è risultato così in grado di uccidere le...

Nell'ambito di alcune ricerche finanziate negli ultimi sette anni dai programmi di Ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (RST) dell'Unione europea, è stato possibile trasferire il materiale genetico di una pianta a un virus, che è risultato così in grado di uccidere le cellule cancerogene. La manioca è una delle numerose piante che producono cianuro per tenere lontani gli animali da pascolo (processo di cianogenesi), emettendo una specifica sostanza chimica, denominata linamarin, che libera acido cianidrico quando viene disgregata da un enzima, anch'esso prodotto dalla pianta (linamarasi). Trasferendo il materiale genetico dalla manioca a un virus e introducendolo nelle cellule cancerogene impregnate di linamarin, sostanza estratta dalla manioca, possono venire liberate, all'interno delle cellule, quantità letali di acido cianidrico. La tecnica nasce dal lavoro della professoressa Monica Hughes, una genetista dell'Università di Newcastle, i cui studi sulla manioca le hanno permesso di clonare alcuni dei geni responsabili della cianogenesi. Obiettivo dell'esperimento, la riduzione della tossicità di una pianta che rappresenta il prodotto di sussistenza di base per 500 milioni di persone in Africa, Asia e Sud America. Migliaia di persone hanno subìto menomazioni in seguito ad avvelenamento cronico da cianuro dovuto alla lavorazione impropria della pianta. La manioca, essendo rara nei paesi sviluppati, non gode di molta attenzione in ambito scientifico ed è stata oggetto di poche ricerche genetiche. Un gruppo di ricerca parallela di Madrid ha modificato un gene isolato dalla manioca a Newcastle e lo ha trasferito in un retrovirus, conferendogli la capacità di produrre linamarasi. Il gruppo di Madrid è stato in grado di rimuovere un tumore dal cervello di un ratto grazie a un trattamento di una settimana, che prevedeva la costante liberazione di piccole dosi di cianuro derivanti da una rottura di linamarin per linamarasi. Il gruppo di scienziati ha altresì notato che il trattamento risultava ancor più efficace con effetto a raggiera - il cianuro liberato in una cellula tendeva a distruggere le cellule vicine. Anche gli esperimenti effettuati su campioni di tessuto umano sembrano essere promettenti per la ricerca su alcuni tipi di tumori. I programmi RTS dell'Unione europea hanno finanziato la ricerca condotta dalla professoressa Hughes negli ultimi sette anni. Ora i fondi si sono esauriti e la scienziata necessita di nuovi finanziamenti per sviluppare ulteriormente il suo progetto. "Il mio prossimo passo sarà modificare il materiale genetico con lo scopo di rendere il trattamento più efficace quando verrà applicato alle cellule dei mammiferi. Credo che sia possibile, ad esempio, ottenere dei rendimenti più elevati di linamarasi attiva," ha detto la professoressa Hughes.

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