Diritti di proprietà intellettuale: un investimento sicuro
In Europa, la tutela dei diritti di proprietà intellettuale è stata considerata come un procedimento complesso e costoso, che ha sconsigliato molte imprese, particolarmente le PMI, dal salvaguardare utili conoscenze e dal condividerle con potenziali partner di R&S. Per far sì che l'UE possa farsi strada in un'economia globale sempre più competitiva, è necessario costituire un vero mercato unico dei brevetti, tale da creare un ambiente favorevole all'innovazione e all'investimento. La Commissione, consapevole dell'importanza del nesso tra innovazione, crescita e occupazione, ha adottato recentemente alcune politiche che prevedono un'ambiziosa serie di provvedimenti destinati ad affrontare questo problema e a trattare la vasta tematica della gestione dei diritti di proprietà intellettuale. Antecedenti Nell'Unione europea, la tutela della proprietà intellettuale e industriale sta diventando rapidamente un tema strategico di particolare importanza per l'innovazione, la crescita e la creazione di occupazione. Nel 1996, con il Libro verde sull'innovazione, la Commissione europea ha dichiarato che per superare il problema della disoccupazione occorre "rifiutare gli stereotipi e le metodiche superate, imprimendo soprattutto nuovo slancio alla capacità innovativa dell'Europa". Con il suo Primo piano d'azione per l'innovazione la Commissione ha dato l'esempio, proponendo di mobilitare a tal fine gli strumenti a disposizione dell'UE, in particolare i Programmi quadro per la ricerca e i Fondi strutturali. La gestione dei diritti di proprietà intellettuale È un campo che abbraccia vari temi, dalle ricerche sullo stato delle conoscenze, durante la fase di pianificazione, alla cooperazione e ricerca di contatti durante la R&S e i contratti di licenza, durante la fase di commercializzazione. Identificare la proprietà intellettuale, tutelarla e creare i presupposti giuridici per valorizzarla, permette sia alle aziende che agli individui di trarre giovamento dalla capacità di creazione e innovazione in ambito accademico e industriale. La gestione dei diritti di proprietà intellettuale svolge quindi un ruolo cruciale nel trasferimento tecnologico, ossia il processo che permette di trasformare i risultati della ricerca di laboratorio in operazioni economicamente riuscite nel settore commerciale. La gestione dei diritti di proprietà intellettuale si suddivide in tre categorie: Raccolta di informazioni per la creazione di nuove proprietà intellettuali, come la consultazione della letteratura scientifica e brevettuale prima di dare inizio alla ricerca; Tutela della proprietà intellettuale già esistente, mediante l'identificazione delle invenzioni, mediante i sistemi di valutazione destinati a decidere quali invenzioni meritino di essere protette con un brevetto o con altre forme di tutela dei diritti di proprietà intellettuale; e Valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale, come i processi decisionali e le strategie tese a individuare le possibilità di utilizzazione dei risultati della ricerca e sviluppo tecnologico, il sostegno finanziario, la commercializzazione delle nuove idee, la negoziazione dei contratti relativi agli accordi di riservatezza, la segretezza, la concessione in licenza ecc. La sicurezza al primo posto Per gli istituti di istruzione superiore e per l'industria, in tutti gli Stati membri, diventa sempre più importante tenere conto della proprietà intellettuale di cui sono titolari. La situazione attuale risulta molto varia, dato che l'importanza della gestione dei diritti di proprietà intellettuale è spesso sottovalutata. Istruzione superiore. Negli ambienti accademici si tende a giudicare e ricompensare gli inventori in base alla diffusione di nuove conoscenze tramite le grandi pubblicazioni scientifiche e con la presentazione dei risultati della ricerca alle conferenze, piuttosto che in base al numero di brevetti ottenuti. Di conseguenza, gli accademici sono stati portati a trascurare i brevetti e le altre forme di tutela della proprietà intellettuale, e nell'Unione europea molti istituti di istruzione superiore esitano ancora a reagire alle nuove sfide poste dal trasferimento delle tecnologie. Tuttavia, considerati i tagli alla spesa per l'istruzione, alcuni istituti si sono resi conto del bisogno crescente di adottare una mentalità imprenditoriale ed hanno avviato la ricerca attiva di fondi destinati a facilitare la partecipazione a progetti di RST a livello nazionale, europeo e internazionale. Alcuni istituti hanno perfino elaborato apposite politiche in materia di diritti di proprietà intellettuale o stanno costituendo infrastrutture intese a facilitarne l'uso e la valorizzazione come parte integrante del trasferimento di tecnologia. Numerose università hanno costituito strutture interne - come gli uffici per il trasferimento di tecnologia o gli uffici di collegamento con l'industria - che hanno il compito di concorrere a gestire l'interfaccia tra istruzione e industria. Gli uffici di collegamento con l'industria offrono vari servizi, tra cui la selezione delle tecnologie e dei mercati, l'adeguamento delle offerte di trasferimento di tecnologia alle esigenze dell'industria, la ricerca di clienti, la gestione dei progetti svolti in collaborazione, l'incoraggiamento a intessere rapporti di lavoro con l'industria e la gestione delle procedure necessarie per ottenere i brevetti e per concedere le licenze. Allo stesso modo, la rete NEICO (Network for European Innovation COoperation, v. scheda VIPS relativa) è destinata a promuovere l'innovazione mediante un ricorso più esteso agli strumenti per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, già in circolazione o ancora da proporre. I progetti pilota per l'università messi in cantiere dall'Unione europea mirano a: migliorare la consapevolezza della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, particolarmente per quanto riguarda la protezione fornita dai brevetti e i sistemi di informazione sui brevetti stessi; costituire organizzazioni autonome senza scopo di lucro, con lo scopo di sostenere il trasferimento di conoscenza tra università e industria; creare vivai di imprese e aziende di derivazione universitaria, per valorizzare a fondo i risultati della ricerca accademica; organizzare piattaforme di discussione e costituire associazioni tra i responsabili della ricerca in ambito universitario e gli uffici di collegamento con l'industria, per migliorare l'interfaccia università/industria. Industria. Nel settore industriale dell'Unione europea esiste una grande varietà nei livelli di consapevolezza della tutela dei diritti di proprietà intellettuale e nelle strutture dedicate a questa funzione: alcune grandi società hanno istituito una gestione organica dei diritti di proprietà intellettuale, mentre le imprese di minori dimensioni assolvono questa funzione con mezzi meno elaborati. In generale, le grandi società considerano i brevetti come una componente importante delle attività aziendali, mentre le PMI e gli imprenditori spesso trascurano la gestione dei diritti di proprietà intellettuale. Le strutture all'interno delle grandi società seguono le invenzioni fino al rilascio del brevetto e contribuiscono alla gestione del portafoglio brevetti dell'azienda, alla formazione del personale e alla diffusione delle informazioni riguardanti i diritti di proprietà intellettuale. Recenti studi indicano che l'industria spesso sottovaluta le informazioni in materia di brevetti. Due terzi delle 170 mila PMI dell'Unione europea che producono invenzioni brevettabili non ricorrono al sistema dei brevetti europeo, e preferiscono affidarsi alla segretezza e all'immissione rapida sul mercato. Le misure previste dal Primo piano d'azione per l'innovazione in Europa mirano a migliorare il sistema dei brevetti dell'Unione europea, migliorando al tempo stesso la consapevolezza, tra gli europei, dell'entità della posta in gioco. Brevetto valido in tutta l'UE La crescita globale delle invenzioni brevettate è passata bruscamente dai 220 mila brevetti degli anni Sessanta ai circa 640 mila degli anni Novanta. Ma l'uso dei brevetti per ottenere la protezione sui mercati esteri è diverso tra gli Stati Uniti e l'Unione europea: un terzo di tutti i brevetti rilasciati in Europa è di origine americana, mentre solo il 15 per cento dei brevetti rilasciati negli Stati Uniti è di origine europea. Questo dato può essere visto come un indice della rispettiva valutazione dei mercati, ma anche della propensione a brevettare i prodotti sui mercati stranieri. Il piano d'azione ha individuato la debolezza nel sistema in funzione nell'Unione europea: troppo complesso, costoso e solo parzialmente efficace, a causa della frammentazione nazionale e dell'esistenza contemporanea dei brevetti europei e nazionali. Nel 1997, il Libro verde sui brevetti (COM(97)314 def) si è tradotto nella proposta della Commissione relativa ad una riforma radicale del sistema. Le misure che ne sono derivate tendono a migliorare il contesto che porta al rilascio di un brevetto in Europa mediante l'introduzione di un regolamento comunitario che istituisca un brevetto unificato, valido su tutto il territorio dell'Unione europea (COM(99)42 def). Un brevetto comunitario farebbe progredire in modo significativo la gestione dei diritti brevettuali nel mercato unico e ne faciliterebbe l'applicazione. Esso coesiterebbe con i brevetti rilasciati dagli uffici nazionali e dall'Ufficio europeo dei brevetti, offrendo alle aziende la possibilità di scegliere tra varie possibilità di tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Le banche dati sui brevetti contengono le conoscenze tecniche più aggiornate, l'80 per cento delle quali non è disponibile presso altre fonti. Uno studio conoscitivo condotto professionalmente prima di avviare un progetto di ricerca può evitare di interferire con brevetti in corso e può permettere di risparmiare spese considerevoli. Il rivoluzionario servizio di banca dati gestito dall'Organizzazione europea dei brevetti - esp@cenet® - offre l'accesso diretto a oltre 30 milioni di documenti brevettuali ed è una fonte gratuita di informazioni sui brevetti, che migliorerà quindi la consapevolezza a livello nazionale e a livello internazionale, specialmente gli innovatori singoli e le PMI. L'ufficio informazioni sui diritti di proprietà intellettuale Le preoccupazioni che accompagnano lo scambio di preziose conoscenze con i partner, nonché la complessità e i costi per proteggere tali conoscenze, ancora frenano molte PMI dall'intraprendere la ricerca congiunta. Le imprese che accettano questo 'rischio' hanno tendenza ad aderire ad un partenariato, senza una comprensione profonda della problematica dei diritti di proprietà intellettuale, solo per ottenere un finanziamento. L'ufficio informazioni sui diritti di proprietà intellettuale (sito web: cordis.europa.eu/ipr-helpdesk tel: +352-471 1111), costituito nell'ottobre 1998, mira a migliorare la consapevolezza dell'importanza dei diritti di proprietà intellettuale nel processo di innovazione tecnologica e a promuovere l'uso delle banche dati relative ai depositi brevettuali. L'ufficio giuridico plurilingue risponde alle richieste d'informazione in materia di proprietà intellettuale che giungono mediante la linea telefonica diretta o tramite il sito web. Sviluppi futuri Una futura linea d'azione della Commissione dedicata a Imprenditorialità e consapevolezza dei diritti di proprietà intellettuale in Europa definirà le misure e le priorità che, in concomitanza con la formazione all'imprenditorialità, affronteranno il problema a uno stadio precoce: durante gli studi dei futuri ingegneri, ricercatori, tecnici e amministratori. È allo studio un'azione pilota destinata a sostenere il lavoro degli uffici brevetti nazionali nell'ambito del Quinto programma quadro per la ricerca dell'Unione europea. Per la prima volta la Commissione europea e l'Ufficio europeo dei brevetti si sono associati per promuovere l'utilità dei brevetti e delle informazioni brevettuali. Dal 18 al 22 ottobre, in stretta successione con la conferenza annuale EPIDOS dell'Ufficio europeo dei brevetti, che si terrà nel centro conferenze Sani di Kassandra, nei pressi di Salonicco, Grecia, si svolgerà PATINNOVA '99. Sarà istituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei Centri di collegamento per l'innovazione e dell'Ufficio informazioni sui diritti di proprietà intellettuale, che avrà il compito di definire e coordinare attività da svolgere in cooperazione. Green Paper on Innovation, EUR-OP, Lussemburgo, 1996, ISBN 92-827-6084-X. The First Action Plan for Innovation in Europe, EUR-OP, Lussemburgo, 1997, ISBN 92-827-9332-X. Il Piano propone una serie di misure basate su tre obiettivi principali: incoraggiare una cultura dell'innovazione; creare un ambiente giuridico, normativo e finanziario favorevole all'innovazione; dirigere la ricerca più precisamente verso l'innovazione.