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Secondo una nuova relazione, è fondamentale la collaborazione internazionale per la ricerca sul doping nello sport

Secondo una relazione pubblicata recentemente, il successo della cooperazione e dell'armonizzazione nella lotta contro il doping è subordinato alla creazione di un ente centrale, provvisto di laboratorio di riferimento, cui affidare responsabilità a livello internazionale nell...

Secondo una relazione pubblicata recentemente, il successo della cooperazione e dell'armonizzazione nella lotta contro il doping è subordinato alla creazione di un ente centrale, provvisto di laboratorio di riferimento, cui affidare responsabilità a livello internazionale nella lotta antidoping. Intorno alla metà di novembre, il principe Alexandre de Merode, Presidente della commissione medica del Comitato olimpico internazionale (COI), ha presentato una relazione sul tema "Armonizzazione di metodi e misure nella lotta contro il doping" al Commissario europeo per la Ricerca, Philippe Busquin, dando così inizio ad una nuova fase di cooperazione tra il movimento sportivo internazionale e l'Unione europea in questo settore. La relazione è il prodotto del progetto di ricerca "Hardop", lanciato nel novembre 1998 come espressione di collaborazione tra la Commissione europea e la commissione medica del COI. Un'istanza fondamentale per il futuro degli sport competitivi a livello internazionale è individuata nello sviluppo di migliori metodi di rilevamento dei diversi tipi di doping, cui possono fare ricorso tanto i dilettanti quanto i professionisti. La stessa importanza viene attribuita all'esigenza di un maggiore controllo e di una più intensa cooperazione tra i laboratori antidoping, nonché di una migliore formazione di tutti coloro che sono coinvolti nella lotta contro il doping nelle discipline sportive. Il gruppo europeo di etica, che ha attualmente approvato un parere sul doping nello sport, successivamente alla richiesta di consulenza avanzata dalla Commissione europea, ha illustrato gli elementi in gioco: "L'esigenza di trattare il problema [del doping nello sport] sorge da una serie di fattori: - il doping nello sport non solo minaccia di danneggiare lo sport come istituzione sociale, ma è nocivo per i valori etici fondamentali che si suppongono alla base dello sport moderno, in particolare il fair play e lo spirito di squadra, o più in genere l'integrità e la solidarietà; - la tutela della salute dell'atleta è un altro fondamentale problema etico, soprattutto in condizioni potenzialmente dannose per la stessa, a causa dell'enorme pressione cui l'atleta è esposto per raggiungere livelli sempre più elevati di rendimento, in un contesto in cui lo sport è inteso come impresa globale e commerciale; - il doping nello sport coinvolge problemi di etica medica, dal momento che oggi i medici sportivi vengono consultati perché contribuiscano a potenziare il rendimento sportivo degli atleti offrendo sostanze mediche e metodi specifici per ragioni diverse da quelle puramente terapeutiche e in modo non del tutto trasparente; - il problema del doping assume particolare rilievo per i giovani sportivi, particolarmente vulnerabili, che vengono coinvolti in allenamenti intensivi potenzialmente nocivi alla loro salute e fonte di dipendenza psicologica." Lo stesso Busquin ha evidenziato questo punto quando ha ricevuto la relazione, che sottolinea la necessità di una ricerca sul doping, dal momento che la credibilità delle decisioni assunte e delle sentenze emesse nei casi di frode dipende dall'affidabilità dei sistemi di rilevamento e dal momento che le moderne tecniche di doping sono in costante evoluzione e diventano sempre più sofisticate. Secondo Busquin, i metodi di rilevamento devono essere in grado di stare al passo con gli sviluppi. Alla base della relazione vi sono informazioni molto complesse, data la necessità di tenere conto del gran numero di discipline sportive e di prassi internazionali, nonché della mancanza di leggi armonizzate nei paesi interessati. La stessa definizione di doping potrebbe variare tra paesi e discipline, anche all'interno dello stesso sport. La relazione si propone di identificare le esigenze specifiche della ricerca, essenziali per la lotta antidoping nello sport. Per poter trattare adeguatamente ogni aspetto, gli autori hanno consultato diverse parti interessate, tra cui rappresentati di enti sportivi, atleti, responsabili di laboratori e giornalisti. Sono stati organizzati tre forum di discussione, in cui si sono utilizzati questionari mirati per poter identificare le priorità di ricerca in questo settore. Nell'ambito della ricerca, gli autori sostengono la necessità di attribuire un ruolo fondamentale ad un'organizzazione centrale, in considerazione dello sviluppo costante di sostanze sempre più sofisticate per il potenziamento del rendimento sportivo. L'interfaccia tra tali laboratori specialistici sarebbe pertanto costituita da un'organizzazione di accreditamento cui spetterebbe la responsabilità di proporre norme comuni (per esempio, materiali di riferimento e sostanze certificate, test e controlli di qualità). "Si tratterebbe anche di un fattore importante nell'armonizzazione delle procedure e dei criteri, senza il quale la verifica delle sostanze di potenziamento del rendimento sportivo continuerà ad essere portata avanti a casaccio", avvertono gli autori. Inoltre, un'organizzazione centrale contribuirebbe a promuovere una funzione di vigilanza scientifica e tecnologica che, attraverso una ricerca di base e la cooperazione con l'industria, aiuterebbe a ridurre al minimo la presenza del doping nello sport. Essa potrebbe anche fungere da collegamento con altri circoli coinvolti nel problema del doping, quali le autorità pubbliche, i tribunali, la polizia, le autorità doganali e le federazioni sportive, oltre a promuovere la collaborazione tra le diverse parti interessate. Una tale organizzazione rafforzerebbe le iniziative di formazione intensiva dei ricercatori (compresi i medici) e garantirebbe la diffusione delle informazioni (in primo luogo attraverso i mass media e l'istruzione). L'interesse della Commissione europea in proposito si riflette nel quinto programma quadro RST, che promuove la ricerca nei settori di interesse pubblico europeo. Le priorità di tale ricerca si concentrano sugli effetti del doping sulla salute, su nuovi sistemi di misurazione delle sostanze di potenziamento del rendimento, sulla formazione e l'informazione e sul rilevamento delle frodi. Tali rami di ricerca sono finanziati nell'ambito dei seguenti programmi tematici del 5PQ: "Qualità della vita e gestione delle risorse biologiche" e "Crescita competitiva e sostenibile". Dopo aver letto la relazione del COI, Busquin ha commentato: "Il messaggio della relazione è chiarissimo: la ricerca scientifica e tecnica è oggi un elemento di punta nella lotta contro il doping cui ricorrono gli atleti. L'Unione invita pertanto a incentivare la ricerca, perché questa possa essere coordinata tra il mondo dello sport e le autorità pubbliche e perché si possa originare un quadro giuridico armonizzato". "I progetti europei di ricerca sostenuti dall'Unione potrebbero quindi contribuire a condurre questa lotta, combattuta non solo contro il doping nello sport, ma anche contro la situazione inquietante di cui il doping non è che un sintomo", ha dichiarato un portavoce della Direzione generale della Ricerca.

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