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Contenuto archiviato il 2022-12-07

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È giunto il momento di attuare il SER

Lo Spazio europeo della ricerca (SER) è tanto necessario quanto attuabile, ha ribadito un alto rappresentante della DG Ricerca della Commissione europea il 5 dicembre, ad una riunione di rappresentanti delle agenzie nazionali di ricerca. Richard Escritt, uno dei direttori dell...

Lo Spazio europeo della ricerca (SER) è tanto necessario quanto attuabile, ha ribadito un alto rappresentante della DG Ricerca della Commissione europea il 5 dicembre, ad una riunione di rappresentanti delle agenzie nazionali di ricerca. Richard Escritt, uno dei direttori della DG Ricerca, ha ammesso che vi sono state perplessità sul SER, affermando come, a suo avviso, tale scetticismo possa essere suddiviso in due categorie riconducibili ai seguenti interrogativi: "Il SER è necessario?", "È realizzabile?" I raffronti tra l'UE e gli Stati Uniti indicano che la risposta alla prima domanda "deve essere decisamente affermativa", dichiara Escritt, il quale ha definito il SER "un'idea per la quale è giunto il momento dell'attuazione". Inoltre vi sono fondate ragioni di credere che si stiano già compiendo dei progressi e che il SER sia realizzabile. Il Direttore ha fatto notare che la comunicazione sul SER della Commissione ha già riscosso l'avallo e l'interesse politico generale degli attori chiave. "Fin qui tutto bene", è l'opinione diffusa attualmente. L'Europarlamento riconosce l'importanza della sfida e probabilmente condividerà il messaggio di fondo secondo cui è necessario rivolgere un nuovo sguardo sulla ricerca. In generale, l'industria e il mondo accademico si sono mostrati favorevoli alla proposta e il Consiglio dei Ministri, nella sua conclusione formale del 16 novembre, ha ampiamente approvato ed incoraggiato le iniziative della Commissione. L'attuale situazione della ricerca europea, secondo Escritt, costituisce "un mosaico formato complessivamente da circa 30 politiche nazionali", se, oltre alla politica comunitaria, si includono quelle dei paesi europei associati. Il SER è il modo migliore per far convergere tutte queste diverse componenti, ha proseguito Escritt, evidenziando la necessità di creare uno Spazio europeo della ricerca. Egli ha paragonato l'UE agli Stati Uniti, dove lingua, sistema giuridico comune e atteggiamenti simili nei confronti di una cultura basata sull'innovazione hanno facilitato la ricerca americana. Vi sono meno ostacoli alla cooperazione e al coordinamento, ed è proprio questo che il SER cerca di emulare. L'idea di effettuare un benchmarking e una mappatura dell'eccellenza è stata anch'essa accolta con un'iniziale dose di scetticismo, definito da Escritt "chiaramente comprensibile". Secondo il Direttore, poiché il benchmarking implica l'espressione di un giudizio, vi era il timore, ora dissipato, che la Commissione avrebbe interferito. Le risposte nazionali sono state tuttavia positive, afferma Escritt. Durante tre riunioni con i rappresentanti dei ministeri della Ricerca, è stato riconosciuto che tale esercizio è potenzialmente utile e fattibile se condotto in modo aperto e sistematico. Ci si è inoltre accordati sull'adozione di un insieme di indicatori, nonché sulla possibilità di svilupparne di nuovi. Tali commenti sono stati apprezzati dal dott. Veli-Pekka Saarnivaara, direttore generale di TEKES, l'Agenzia nazionale finlandese per la tecnologia, il quale ha dichiarato al Notiziario CORDIS di essere favorevole al coordinamento del benchmarking da parte della Commissione, attività che, a suo avviso, "deve essere condotta in cooperazione con l'OCSE", poiché "non ha senso ripetere il lavoro che l'OCSE sta già svolgendo". Escritt ha altresì sottolineato la necessità di esaminare nuovamente alcuni strumenti nell'ambito del sesto programma quadro (6PQ), tra cui: - l'approccio al progetto nel contesto del programma; - i finanziamenti più strutturali e a più lungo termine; - i progetti su vasta scala; - il rafforzamento degli strumenti esistenti (ad eccezione della mobilità e delle infrastrutture); - la geometria variabile; - le sinergie con altri strumenti tra cui, ad esempio, i Fondi strutturali e la Banca europea per gli investimenti (BEI); - il decentramento (ad eccezione delle azioni a favore delle PMI e le borse di studio). L'idea dei progetti su vasta scala ha suscitato grande attenzione da parte del pubblico. Escritt, interrogato sulle dimensioni dei progetti futuri di notevole vastità, ha risposto che, rispetto ai tre, cinque milioni di euro ad essi destinati nell'ambito del 5PQ, è probabile che per il 6PQ lo stanziamento corrispondente risulti notevolmente più elevato. Il Direttore ha aggiunto che non si devono nutrire pregiudizi nei confronti dei progetti di vaste dimensioni, poiché non verranno imposti in tutti i settori. Rappresenteranno, al contrario, un modo per esprimere una convergenza di sforzi, realizzata in ambiti "bersaglio" selezionati e probabilmente assumeranno la forma di piattaforma tecnologica per le attività industriali di ricerca, a cui la Commissione contribuirà sostenendo una percentuale variabile del costo totale dei progetti. Fra le possibili priorità per il prossimo programma elenchiamo, a titolo meramente esemplificativo: la ricerca postgenomica e la ricerca sulle principali malattie, le nanotecnologie, la società dell'informazione, l'aeronautica e lo spazio, lo sviluppo sostenibile e la ricerca finalizzata alla definizione di politiche (ricerca sul principio di precauzione). Richard Escritt prevede che le proposte della Commissione vengano annunciate a febbraio o marzo del 2001 e auspica l'adozione, intorno alla metà del 2002, del programma quadro e dei programmi specifici.

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