La Commissione approva uno stanziamento di 880 milioni di euro a favore di una ricerca più flessibile ed orientata al futuro
Il 17 ottobre la Commissione europea ha adottato la proposta del commissario Philippe Busquin di stanziare 880 milioni di euro a favore di una ricerca più flessibile ed orientata al futuro, nell'ambito del prossimo programma quadro di RST (6PQ). La somma verrà stanziata nel quadro dell'azione "Anticipazione delle esigenze scientifiche e tecnologiche dell'Unione". La metà dello stanziamento finanzierà la ricerca orientata alle politiche nelle seguenti aree: "gestione sostenibile delle risorse europee" (200 milioni di euro), "garantire la salute e la sicurezza ed offrire opportunità ai cittadini europei" (80 milioni di euro), "sostenere il potenziale economico e la coesione di un'Unione europea allargata e più integrata" (60 milioni di euro), nonché la ricerca nei settori scientifici e tecnologici emergenti (100 milioni di euro). I rimanenti 440 milioni verranno assegnati in un secondo momento, in base alle esigenze e alle nuove tematiche che emergeranno. Tale strategia mira a garantire una maggiore flessibilità per il prossimo programma quadro, consentendo di anticipare e rispondere in modo rapido alle esigenze emergenti e ai nuovi sviluppi scientifici e tecnologici. Il commissario Busquin ha accolto l'adozione della proposta con queste parole: "Si tratta di un ulteriore passo avanti verso la creazione dello Spazio europeo della ricerca (SER). Stiamo fornendo all'Europa gli strumenti necessari per affermarsi nella società della conoscenza globale. Il programma di ricerca dell'UE è uno dei più importanti del mondo, in quanto prevede uno stanziamento di 17 miliardi di euro per i prossimi cinque anni". Il finanziamento di 880 milioni di euro fa parte del programma destinato ad integrare e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca, per il quale la Commissione ha proposto un bilancio complessivo di 12,5 miliardi di euro. Il SER intende creare uno spazio senza frontiere dedicato alla ricerca, nel quale le organizzazioni nazionali ed internazionali collaborino più strettamente, per far sì che l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo.